Nel futuro una mobilità con tante “S”

di Noemi Terminio

Il 22 novembre scorso, sulla piattaforma virtuale di Zoom, si è tenuto un workshop di IndustriAll Global sul concetto di mobilità del futuro, un primo appuntamento per dare avvio alla discussione su questo tema che ci tocca molto da vicino. Non soltanto sindacalisti, ma anche molti esperti tecnici del settore hanno disegnato la bozza del nuovo concetto di mobilità elencando e analizzando i pro e i possibili contro della transizione che ci apprestiamo a realizzare nel mondo intero.

SFIDE E RESPONSABILITÀ
Tra dieci anni al massimo le nostre città saranno certamente rivoluzionate, i cambiamenti climatici hanno messo tutti i sistemi sotto pressione per la necessità e l’urgenza della svolta che eviti l’irreparabile e perciò la sfidaassume dimensioni e responsabilità enormi. Oggi i sistemi di trasporto di passeggeri e di merci si basano in larga parte sul modello automotive privilegiando maggiormente la mobilità privata: abbiamo costruito più strade per il trasporto di passeggeri, ma soprattutto di merci su gomma e abbiamo costruito sempre più spazi per contenere l’alto numero raggiunto di autovetture private. Basti pensare a riguardo che il nostro Bel Paese, con le sue 646 vetture ogni 1.000 abitanti, è il secondo Stato europeo con il maggior numero di immatricolazioni. I mezzi pubblici rimangono una scelta di nicchia, meno del 10% della popolazione, mentre la share mobility si è soltanto appena affacciata sul panorama globale della mobilità soprattutto nel nostro Paese, in cui purtroppo ancora il 50% dei capoluoghi (soprattutto situati a sud della penisola, come sempre) non dispone di alcun tipo di servizio di sharing.

LA CHIAVE DI VOLTA
Proprio nella condivisione sta la chiave di volta della transizione ecologica. A parere degli esperti dell’istituto di ricerca di fama internazionale per le scienze sociali di Berlino, serve infatti consapevolezza per giungere in tempi brevi alla realizzazione di un progetto ampio di cooperazione diffusa. Le città del futuro dovranno essere capaci di soddisfare ogni desiderio del viaggiatore integrando perfettamente tra loro tutti i mezzi di trasporto disponibili e sperimentando nuove forme di trasporto alternative quali, ad esempio, i mezzi a guida autonoma o le auto su rotaia. In una sola parola, le città del futuro dovranno essere smart. Questo futuro così affascinante, però, non riesce a sgombrare completamente il campo dallo scetticismo. Le nuove città, così sane e solerti e svelte, saranno soprattutto e sempre sicure e solidali?

QUESTIONI CENTRALI

La tutela della privacy assumerà un ruolo ancora più centrale nelle smart cities e la nostra attenzione a riguardo deve crescere e rimanere molto alta. Bisogna immaginare, per comprendere l’importanza dell’argomento, una società fatta a strati dove tutto è condiviso e tutti possono comunicare con chi vogliono e dove i dati della mobilità nel loro complesso sono conservati in un grande magazzino a totale gestione delle tech companies. Come saranno coordinati i nostri dati e cosa ne sarà di loro? Bisogna mettere a punto normative ad hoc per scongiurare qualsiasi rischio di fare confusione tra azienda dipendente e consumatore. Sorvegliare che sia la logica win-win a governare i mercati della mobilità condivisa, e non le logiche del profitto fine a se stesso, sarà il nostro principale compito.

PRIMA LINEA
Noi sindacalisti siamo appassionati delle sperimentazioni, come è noto, e non ci paralizziamo mai davanti ai cambiamenti ma abbiamo come primario obiettivo quello di tutelare i diritti dei nostri iscritti perciò la nostra missione nella transizione è quella di assicurarci che la nuova mobilità sia prima di tutto solidale.
Va bene la flessibilità del sistema, ma i lavoratori di oggi dovranno essere gli stessi lavoratori di domani, le nuove tecnologie e le aziende del domani dovranno sottoscrivere con noi accordi con soluzioni di continuità che si prendano cura dei lavoratori che potrebbero essere colpiti dagli effetti negativi del cambiamento. È assolutamente necessario, pertanto, sviluppare strategie per affrontare la trasformazione dei posti di lavoro ed elaborare strumenti utili al sostegno dei lavoratori svantaggiati. Promotore da sempre della campagna per il lavoro senza mai abbassare la guardia, il sindacato si mette in prima linea accanto ai lavoratori per la #JustTransition, l’unica transizione per noi sostenibile, quella socialmente responsabile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *