25 novembre: la giornata mondiale contro la violenza sulle donne

In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne, la Commissione Nazionale Federmeccanica-Assistal e Fim Fiom Uilm ha prodotto un comunicato stampa dove si riaffermava l’importanza delle novità introdotte nell’ultimo CCNL, che non solo costituiscono un’azione utile ai fini di una maggiore consapevolezza su un tema così importante, ma si traducono anche in forme concrete di supporto da parte del mondo del lavoro. Purtroppo la violenza sulle donne è un dramma che viviamo ogni singolo giorno, e negli ultimi due anni ancor più per colpa di questa maledetta pandemia, dalla quale non riusciamo a uscire fuori.

LE VITTIME COLLATERALI
Dal principio dell’anno siamo arrivati ad avere un femminicidio ogni 72 ore, un dato raccapricciante, così come lo è constatare ciò che accade a chi rimane, le cosiddette “vittime collaterali”: i genitori, i fratelli, le sorelle e i figli della vittima, quando quest’ultimi non vengano uccisi dal proprio padre. Appunto il dramma di chi rimane; i genitori, non sempre giovanissimi, spesso pensionati, che oltre a convivere ogni giorno con la consapevolezza di non avere più una figlia, uccisa appunto dalla mano di colui che aveva giurato eterno amore, nella completa disperazione di quel dolore immenso devono trovare la forza di andare avanti, perché ci sono i nipoti da accudire. Sono costretti ad entrare nel vortice della burocrazia per affermare e ottenere ciò che è un sacrosanto diritto, giustizia, e quindi affrontare un processo penale, e un altro processo, quello civile, per avere il risarcimento per il torto ricevuto. Un risarcimento che nessuno potrà mai quantificare, ma che sarà utile per la sopravvivenza dei nipoti. I figli, oramai di fatto orfani, nella loro giovane, tenera età, vengono sballottati tra tribunali, operatori sanitari, assistenti familiari e psicologi per poter affrontare un trauma terribile, la mamma uccisa, a volte anche davanti i loro occhi.

LA LEGGE 69 (CODICE ROSSO)
Lo Stato italiano ha emanato il 19 luglio 2019 la legge n. 69 (Codice rosso) che modifica il codice penale ed altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, introducendo nuovi reati: revenge porn, matrimoni forzati, lesioni permanenti del viso, prevedendo sanzioni a chi diffonde contenuti privati su internet, con specifiche aggravanti. Con questa legge entrano inoltre in vigore i corsi di formazione per la Polizia di Stato, l’Arma dei carabinieri e il Corpo di Polizia penitenziaria, rendendo la frequenza dei corsi obbligatoria per il personale individuato dall’amministrazione di appartenenza, in modo tale di avere persone preparate ad agire adeguatamente di fronte ad un caso di violenza.

L’INTERVENTO DELLO STATO IN AMBITO LAVORATIVO
Anche nell’ambito lavorativo lo Stato è intervenuto ratificando la Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) n. 190 sull’eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo del lavoro, che si può definire come la prima norma internazionale per prevenire e contrastare la violenza e le molestie nel mondo del lavoro. Essa definisce un quadro organico di intervento e offre un’opportunità unica per un futuro del lavoro basato sulla dignità e il rispetto e per garantire il diritto di tutte e di tutti ad un mondo del lavoro libero da violenza e molestie.

ANCORA TANTA STRADA DA FARE
Tutti questi aggiornamenti e modifiche sulle leggi, questi immensi costi per la società, a cosa possiamo imputarli? Esclusivamente a degli uomini che non riescono a metabolizzare il fallimento di un rapporto, arrivando ad annientare il partner, tutto ciò che la riguarda e spesso anche se stessi. Su questo qualcosa è stato fatto, ma tanto sicuramente resta ancora da fare da parte dello Stato e delle istituzioni tutte per combattere questa piaga del nostro Paese.

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