La riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario in Europa

di Chiara Romanazzi

La riduzione dell’orario lavorativo a parità di salario è il desiderio di molti lavoratori e sindacati in Europa. Sempre più progetti pilota lo stanno testando, soprattutto nelle piccole e medie imprese, ma anche nel settore pubblico, come in Valencia, Spagna. Nicolas Schmit, Commissario Europeo dell’Occupazione, si è espresso a favore a tal proposito.
Nonostante la persistente crisi del costo della vita, la settimana lavorativa di quattro giorni è fra le priorità sindacali. Gli elevati tassi di inflazione in tutta Europa, continuano ad erodere il potere d’acquisto dei lavoratori, mentre i salari reali continuano a diminuire. Purtroppo, la realtà è molto complessa e varia a seconda dei settori e delle regioni d’ Europa. Infatti, molti lavoratori sono costretti a fare gli straordinari, proprio perché l’inflazione erode il potere di acquisto dei salari. Per questo motivo, le principali richieste dei sindacati in Europa si basano sugli aumenti salariali, in modo che i lavoratori non siano costretti a fare gli straordinari.
In tutta Europa le richieste di riduzione dell’orario di lavoro sono sempre discusse nel contesto della compensazione salariale, e i sindacati cercano un compromesso minimo tra salari e tempo libero o una riduzione dell’orario di lavoro senza alcun cambiamento di salario.
L’Etui, che è l’istituto sindacale europeo che collabora con il sindacato europeo, ha condotto uno studio che mostra che l’orario di lavoro contrattuale collettivo è inferiore al massimo legale nella maggior parte dei Paesi europei, dimostrando che è bene per i lavoratori che siano sindacalizzati e coperti da contratto di lavoro collettivo. Infatti, la Direttiva Europea del 2003 sull’orario di lavoro fissa a 48 ore settimanali gli standard di base sull’orario di lavoro. Invece, i contratti collettivi in tutta Europa fissano le ore settimanali tra le 35 e le 40 ore. Il vantaggio per i lavoratori di essere coperti da un contratto collettivo è evidente anche quando si tratta di ferie annuali retribuite, poiché i lavoratori tendono ad ottenere più giorni liberi quando hanno un contratto. A tal proposito, la situazione è variegata nei vari Paesi europei: si passa infatti da una media di 10 giorni in più in Germania rispetto ai 5 giorni in Danimarca, Italia e Repubblica Ceca. 

Differenze di orari di lavoro in Europa
Lo studio dell’Etui mostra il divario nell’orario lavorativo tra l’Europa occidentale, centrale e orientale. Infatti, l’orario delle industrie metalmeccaniche e chimiche varia dalle 35 alle 38 ore lavorative in Paesi come Germania, Francia, Spagna e Danimarca, rispetto alle 40 ore di Croazia, Romania e Slovenia.

Oltre la settimana di quattro giorni lavorativi: la Germania
Lo studio mostra i diversi approcci adottati dai sindacati per ridurre l’orario di lavoro. L’ Ig Metall in Germania ha incluso la richiesta di una settimana di quattro giorni nelle trattative del settore siderurgico per questo autunno.
Questa richiesta è il risultato di discussioni in seno all’Ig Metall e di un questionario a cui hanno risposto circa 11mila lavoratori tedeschi. In base alle risposte a tale questionario, il 72% dei lavoratori ha dichiarato che un aumento salariale è necessario in considerazione dell’aumento dell’inflazione; il 75% ha risposto che il tema della riduzione dell’orario lavorativo a compensazione salariale è piuttosto importante e il 65% lo vede come uno strumento importante per assicurare posti di lavoro e occupazione.
Le ragioni principali della riduzione dell’orario lavorativo a 32 ore settimanali a compensazione salariale sono: necessità di avere la sicurezza occupazionale in tempi incerti, il mantenimento dei livelli occupazionali nel settore siderurgico, i lavoratori saranno più in salute al momento dell’età pensionabile, un miglior equilibrio lavoro-vita privata. Infine, la riduzione a 32 ore salariali è uno strumento per rendere più attrattiva l’industria siderurgica che in Germania soffre di mancanza di forza lavoro qualificata.
Una settimana lavorativa di quattro giorni è più facilmente applicabile agli impiegati dell’industria siderurgica, che agli operai che fanno i turni. Per questo motivo, i lavoratori siderurgici tedeschi preferiscono una riduzione di orario di lavoro a compensazione. Inoltre, in Germania sono stati già sperimentati dei modelli volontari che hanno mostrato che la riduzione lavorativa settimanale può essere implementata anche nei turni programmati dell’industria siderurgica. A tal proposito le associazioni datoriali tedesche hanno dichiarato che una riduzione di orario lavorativo settimanale con un pieno aumento salariale causerà una perdita di competitività, che è troppo costosa e che i turni verranno interrotti.
La prima negoziazione in Germania che discuterà questa richiesta nel settore siderurgico avrà luogo a metà novembre.

Il Regno Unito e i Paesi Nordici
Altri sindacati, come Unite nel Regno Unito, si battono per la settimana lavorativa di quattro giorni da diversi anni.  È importante sapere che “la settimana di quattro giorni” è solo un modello di riduzione dell’orario di lavoro. A seconda del settore, devono essere sempre prese in considerazione diverse questioni (come l’organizzazione del lavoro a turni). Nei paesi nordici, i sindacati affrontano l’orario di lavoro da una prospettiva permanente. Negoziano affinché i lavoratori possano adattare il proprio orario di lavoro alle responsabilità di assistenza e optino per il pensionamento anticipato, piuttosto che spingere per una settimana generale di quattro giorni. Una prospettiva permanente sull’orario di lavoro, e in particolare sul pensionamento anticipato con dignità, rimane una priorità fondamentale per i sindacati nordici del settore manifatturiero, soprattutto nei settori con lavori gravosi.
Qualunque sia la situazione, i sindacati in tutta Europa formulano le richieste in base alle esigenze degli iscritti; quindi, un modello unico per tutti i Paesi e settori è controproducente.
La riduzione dell’orario di lavoro è sempre stata una priorità sindacale, a partire dalla storica vittoria sindacale della settimana lavorativa di cinque giorni e le ferie retribuite. Ora, nonostante la crisi del costo della vita, la riduzione dell’orario di lavoro non è mai stata così importante come in questo momento in cui la doppia transizione porta ad una costante intensificazione del lavoro.
I profitti record delle grandi imprese negli ultimi due anni di crisi dimostrano che ci sono abbastanza soldi per ridurre l’orario di lavoro a parità di salario per il benessere dei lavoratori.

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