L’industria e l’acciaio, le sfide delle transizioni

di Guglielmo Gambardella

La politica industriale, le transizioni ambientali, energetiche e digitali, la difesa del settore siderurgico e gli effetti sociali derivanti da questi processi sono stati i temi affrontati nel corso del convegno “Senza l’acciaio non c’è industria, la sfida della decarbonizzazione” organizzato dal Partito Democratico a Terni lo scorso 13 aprile.
La tavola rotonda organizzata nella città dell’acciaio è stata una importante occasione per la Uilm per esporre il punto di vista della nostra organizzazione per affrontare queste sfide.
Oltre ai vertici del partito organizzatore del convegno, l’evento ha visto la partecipazione di Davide Tabarelli, Presidente di Nonisma Energia e Commissario straordinario di Acciaierie d’Italia.

AL CENTRO IL LAVORO
Come Uilm abbiamo innanzitutto precisato che le politiche economiche, le politiche industriali e le transizioni debbano mettere al centro il lavoro, i lavoratori ed i bisogni delle famiglie. Nessuna attività può prescindere da questo punto fermo: per quanto ci riguarda, qualsiasi transizione non ha senso se non assicura alle persone un ruolo sociale, se non consente la realizzazione delle loro aspirazioni, se non ne assicura il benessere.
Per quanto concerne invece la siderurgia, in un contesto di mercato globale dell’acciaio, abbiamo ribadito la necessità di dover intervenire sul sistema normativo del commercio mondiale per fare in modo che tutte le industrie manifatturiere possano avere le stesse condizioni per competere; abbiamo invece registrato in questi ultimi anni che paesi come la Cina è stato consentito di produrre acciaio in dumping sociale ed ambientale beneficiando di enormi sovvenzioni statali fino ad acquisire una posizione predominante a livello mondiale.

INTERVENTO IN EUROPA
In queste condizioni, non c’è partita. Ma anche in ambito europeo è necessario intervenire per ristabilire un’equa competizione a partire dal prezzo dell’energia, come ha evidenziato lo stesso AD di Ast Dimitri Menicali nel corso del convegno, che vede i produttori italiani pagare una bolletta il quadruplo rispetto ai tedeschi e cinque volte di più rispetto ai francesi. Ricordiamo che il costo dell’energia per la produzione di acciaio da forno elettrico (85% della produzione italiana) può arrivare ad incidere fino al 40% sul prezzo finale del prodotto, mentre quello del lavoro al massimo può arrivare al 15%.
Non sono lontani i tempi in cui la speculazione dei mercati, con lo scoppio del conflitto russo-ucraino, fece arrivare il prezzo dell’energia a 300 euro/MWh costringendo le aziende a ricorrere alla cigs o a lavorare solo nel turno di notte e/o nei week end quando il prezzo era più sostenibile.

GIUSTA TRANSIZIONE
Infine, l’occasione della tavola rotonda è stata utile anche per lanciare un invito alla riflessione ad una giusta transizione, oltre l’ideologia ambientalista, socialmente e “veramente” ambientalmente sostenibile, oltre l’ipocrisia di (necessari) obiettivi climatici da raggiungere in Europa. Questo, a nostro parere, non deve avvenire, come avviene invece oggi, a scapito di quella parte di popolazione mondiale che risiede in paesi economicamente poveri ma ricchi dei cosiddetti “metalli rari” condannati a subire l’inquinamento per la loro estrazione in mancanza di stringenti normative ambientali e sociali come quelle europee.
Abbiamo inoltre evidenziato i pericoli della transizione digitale con l’introduzione dell’Intelligenza artificiale” nei processi produttivi che, senza un’apposita normativa per evitarne un uso distorto, possa determinare forme di abuso nei confronti dei lavoratori o eliminazione di posti di lavoro.
Abbiamo quindi invitato i dirigenti del Partito Democratico a seguire con attenzione la trattativa per il rinnovo del ccnl dei metalmeccanici che a breve sarà avviata con Federmeccanica e Assistal e che vuole aprire un confronto, non solo con le controparti sui temi classici del contratto ma con tutte le compagini della società italiana, su un nuovo modello produttivo e nuove condizioni sociali per chi crea una importante fetta ricchezza del nostro Paese.

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