Acciaierie Italia: Fim Fiom Uilm dicono no all’Accordo di Programma per Taranto

Dopo oltre tre mesi dall’ultimo incontro svoltosi al Mimit, il 19 gennaio, e diverse richieste di convocazione di un tavolo di discussione per affrontare i problemi che si sono drammaticamente accumulati negli anni, i Segretari generali di Fim Fiom Uilm, Roberto Benaglia, Michele De Palma e Rocco Palombella, hanno scritto di nuovo al Ministro Urso per chiedere un tavolo urgente su Acciaierie d’Italia.
All’interno dei vari stabilimenti – spiegano – si respira da tempo un clima di incertezza e si registrano ritardi sugli investimenti ambientali, sulla sicurezza degli impianti e per il raggiungimento dei livelli produttivi e la salvaguardia occupazionale.
In attesa di tale incontro Fim Fiom Uilm sono venuti a conoscenza, a mezzo stampa, dell’insediamento del tavolo tra azienda, governo e Istituzioni locali per l’avvio di un percorso che dovrebbe portare alla realizzazione di un Accordo di Programma per Taranto.

NO ALL’ACCORDO DI PROGRAMMA
Le tre Organizzazioni ribadiscono la loro netta contrarietà a qualsiasi percorso di Accordo di Programma che, preliminarmente, non preveda il rilancio degli stabilimenti del Gruppo ADI (Ex Ilva), non escluda senza alcun’ombra di dubbio il superamento dell’area a caldo, come peraltro dichiarato dalle Istituzioni locali (Comune, Provincia e Regione), e non preveda un’intesa sul piano industriale e occupazionale con Fim Fiom e Uilm.
Dopo aver ricevuto la lettera, il Ministro Urso ha convocato i tre Segretari generali per il 9 maggio pomeriggio. Sarà un appuntamento importante per definire alcuni nodi essenziali sul futuro della più grande acciaieria d’Europa.

NORMA SU MISURA PER ILVA
Tra l’altro, come dicono fonti di agenzia, nella bozza di decreto approvato dal Consiglio dei Ministri sembrerebbe esserci una norma, fatta su misura per l’ex Ilva di Taranto, che prorogherebbe la cassa integrazione straordinaria fino al 31 dicembre 2023.
“Si continua ad affidare le sorti di migliaia di lavoratori a decreti legge, continuando a eludere, come è avvenuto in questi ultimi anni, il confronto sindacale”, dichiara Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm. “Siamo stati contrari alla concessione della cassa integrazione straordinaria per 3 mesi per lo stabilimento ex Ilva di Taranto e per 12 mesi per gli altri stabilimenti del Gruppo, poiché non c’erano e non ci sono le condizioni per collocare 3mila lavoratori in cassa integrazione” spiega il leader Uilm. “Non esiste un Piano industriale, non esiste un Piano di riorganizzazione e non c’è una crisi del mercato dell’acciaio – continua – Gli impianti possono produrre entro i limiti previsti dall’Autorizzazione Integrata Ambientale e tutti i lavoratori potrebbero rientrare al lavoro”.
“Il Governo – conclude – con questo provvedimento continua a premiare una gestione fallimentare e irrazionale degli stabilimenti di Acciaierie d’Italia e con la concessione della cassa si continuano a sprecare tempo e risorse anziché affrontare il problema della governance”.

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