Acciaierie d’Italia: sciopero e altre iniziative per chiedere un tavolo permanente al Mise

Sciopero di 24 ore nella giornata di oggi, 6 maggio, di tutti i lavoratori diretti di Acciaierie d’Italia, quelli di Ilva in As, più appalto e indotto: è quanto ha deciso il 26 aprile scorso il Consiglio di fabbrica unitario delle Rsu di Fim Fiom Uilm e Usb all’ex Ilva di Taranto, a seguito delle assemblee con i lavoratori.
Il percorso avviato prevede una serie di iniziative e mobilitazioni per mettere la parola fine sulla vertenza ex Ilva ed avere risposte concrete sulle questioni ambientale, occupazionale e industriale.
“Il tempo scorre inesorabilmente – si legge sulla nota congiunta diramata dalle sigle sindacali – tra annunci e slogan da parte della politica e del governo con continui rinvii e incertezze, non ultimo il verbale di mancato accordo sulla cassa integrazione straordinaria che ha segnato negativamente il prosieguo di una trattativa molto complessa, soprattutto per l’assenza di chiarezza sulle prospettive futuro del Gruppo”.

PRIMA IL PRESENTE, POI IL FUTURO
Secondo le sigle sindacali citate non è più possibile discutere di transizione ecologica, decarbonizzazione, impianti a idrogeno a lungo termine senza affrontare nel merito le tante, troppe, criticità che riguardano il presente della fabbrica e di come dovrebbe essere gestita tale fase, evitando che a pagare siano sempre i lavoratori.
“I continui omissis del governo – aggiungono – uniti alla prepotenza di Arcelor Mittal non favoriscono l’inclusione di una intera comunità, ma sanciscono ulteriori fratture e divisioni che allontanano pericolosamente la possibilità di un accordo sociale indispensabile affinché si traguardi un piano di transizione ecologica e di salvaguardia occupazionale per tutti i lavoratori coinvolti dalla vertenza”.
“Cosa dovevamo fare se non scioperare? – chiede anche il Segretario Uilm, Rocco Palombella, in una intervista pubblicata sul Nuovo Quotidiano di Puglia – Mi auguro che il governo intervenga, altrimenti intensificheremo le nostre iniziative. Taranto sta messa malissimo. A Genova la situazione è esplosiva malgrado lì facciano una produzione di mercato come la banda stagnata. Due grandi stabilimenti senza uno straccio di relazione industriale”. 

DISCUSSIONE PERMANENTE
Da qui la decisione dello sciopero davanti alle portinerie per raggiungere la portineria c – varco merci come prima iniziativa di altre che, promettono i sindacati, si susseguiranno con l’intento di avviare “un tavolo permanente presso il ministero dello Sviluppo economico che chiarisca definitivamente quale sarà il futuro di migliaia di lavoratori. Oggi – concludono – è l’occasione per tornare a essere protagonisti del cambiamento perché non intendiamo rinunciare alla possibilità di costruire un futuro sostenibile anche dal punto di vista sociale”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *