IndustriAll Europe, l’industria in Difesa dei valori europei

di Guglielmo Gambardella

Il confronto fra i sindacati europei al quarto workshop su “Aeronautica, spazio e missili – Prospettive per l’industria europea”, tenutosi a Siviglia lo scorso 27 e 28 aprile, è stato fortemente condizionato dall’attuale scenario globale determinato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Il conflitto ha accelerato le decisioni degli stati ad investire nell’industria della Difesa e nei prossimi anni è prevista una importante crescita in termini di volumi e di sviluppo delle tecnologie.

SETTORE CHIAVE
Lo sviluppo e la produzione di sistemi di difesa, e in generale tutto il cosiddetto settore aeronautico, è uno dei settori chiave dell’alta tecnologia dell’Ue. L’industria aerospaziale sviluppa e produce una vasta gamma di aerei civili e militari, elicotteri, droni, motori per aerei e altri sistemi. Il gruppo Airbus, la più grande azienda europea del settore, con un fatturato di 70,5 miliardi di euro (2019) è – dietro Boeing – il secondo produttore di aerei al mondo.
In totale, nel settore aerospaziale dell’Ue sono impegnati più di 500mila dipendenti e genera un fatturato di oltre 170 miliardi di euro, di cui circa un quarto deriva dal settore aereo militare.
L’occupazione nel settore dell’aeronautica militare è stimata a circa 170mila posti di lavoro principalmente concentrata in Francia, Germania, Italia, Spagna e Svezia. Le principali aziende per la produzione militare sono Airbus Defense, Safran, Saab, BAE, Leonardo, Dassault, Thales, RollsRoyce.
A livello mondiale, la classifica dei primi venti produttori di sistemi di difesa vede nelle prime cinque posizioni aziende statunitensi. Negli ultimi anni si è registrata la scalata dei cinesi i quali continuano sempre con maggiore impegno a investire nel settore.

IN ITALIA
In Italia il settore dell’aerospazio, difesa e sicurezza rappresenta un importante valore strategico per l’influenza geopolitica ma anche economica: un volume d’affari di oltre 13 miliardi di euro, di cui circa il 70% destinato all’export, occupa circa 45mila addetti diretti e circa 150mila indiretti.
Nel nostro Paese è particolarmente interessante l’industria spaziale in cui è presente l’intera filiera: dalla costruzione dei lanciatori (razzi vettori), alla costruzione di satelliti fino alle infrastrutture per l’acquisizione e la gestione di immagini e dati.
Per quanto riguarda i fighter, sono due i consorzi europei attualmente in competizione per costruire la prossima generazione di aerei da combattimento. Spagna, Francia e Germania hanno avviato un progetto per il Future Combat Air System (FCAS), che includerà una serie di sistemi d’arma associati (droni e missili da crociera) come parte di una “Air Combat Cloud”. Sarà costruito da Dassault Aviation e Airbus. In parallelo, la britannica BAE ha iniziato il suo progetto di caccia Tempest. I partner del progetto includono Rolls-Royce, Leonardo e MBDA.

IN EUROPA
Le delegazioni sindacali partecipanti al workshop di Italia, Francia, Germania, Spagna, UK e Polonia hanno discusso del ruolo del settore della Difesa nell’industria aerospaziale europea, della sua integrazione e del futuro di migliaia di lavoratori altamente specializzati che direttamente e indirettamente sono impegnati nelle diverse aziende interessate.
Sono 8 miliardi di euro i finanziamenti previsti dall’EDF 2021-2027 per la ricerca e sviluppo di progetti del settore.
Il contesto rappresentato nel corso del workshop europeo pone importanti sfide per i sindacati che intravedono nell’integrazione dell’industria europea non poche incertezze ma anche l’opportunità per poter mantenere le competenze, la tecnologia, il benessere dei lavoratori ma soprattutto il mezzo per poter difendere i valori europei di democrazia, giustizia e libertà dei cittadini.
Per la Uilm è necessario continuare a vigilare sui processi di integrazione del settore mantenendo alta l’attenzione delle nostre istituzioni per le decisioni da assumere in Europa per evitare che gli interessi di questa importante industria del nostro Paese  e dei suoi lavoratori vengano penalizzati. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *