Gkn: sentenza spartiacque, ora avvio confronto aperto

Attività antisindacale e revoca della procedura di licenziamento collettivo: così ha deciso il Tribunale del Lavoro di Firenze nella sentenza del 20 settembre contro la Gkn di Campi Bisenzio che lo scorso 9 luglio aveva licenziato, senza alcun preavviso, 422 lavoratori tramite l’invio di una email. 

ATTIVITÀ ANTISINDACALE

“Il comportamento antisindacale accertato è consistito nell’aver impedito al Sindacato stesso di interloquire, come sarebbe stato suo diritto, nella delicata fase di formazione della decisione di procedere alla cessazione totale dell’attività di impresa” così recita un passaggio della sentenza. Quindi è stata ravvisata la violazione degli articoli 9 e 10 del Contratto collettivo nazionale di lavoro che prevede gli obblighi di informazione da parte dell’azienda alle organizzazioni sindacali, nonché dell’accordo aziendale siglato il 9 luglio 2020 nel quale Gkn si era impegnata “al confronto con la Rsu in caso di mutamento del corrente contesto e condizioni di mercato”.

SENTENZA SPARTIACQUE
“La sentenza del Tribunale del Lavoro di Firenze rappresenta uno spartiacque contro le chiusure brutali degli stabilimenti, con multinazionali che vorrebbero licenziare via mail i lavoratori, senza nessun preavviso e nessun confronto con le organizzazioni sindacali” ha dichiarato Rocco Palombella, Segretario generale Uilm.
Oggi, ha sottolineato Palombella, “si invia un forte segnale sia ai fondi finanziari senza responsabilità sociale, che vorrebbero assumere comportamenti in spregio della dignità dei lavoratori e delle leggi italiane, sia al Governo che deve intervenire immediatamente per porre fine a situazioni inaccettabili come questa ma anche Whirlpool, Gianetti Ruote, Timken, Riello e tante altre”. Dopo la revoca della procedura di licenziamento, ha concluso il leader Uilm, “è necessario aprire un confronto senza pregiudiziali con Gkn per trovare le migliori soluzioni che salvaguardino l’occupazione dei 500 lavoratori coinvolti, tra diretti e indiretti, e la continuità produttiva in un settore, quello dell’automotive, che sta affrontando la sfida della transizione e che ha bisogno di concrete politiche nazionali”.

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