SiderAlloys: un investimento milionario fermo per una spedizione

“Quanto accaduto il 21 febbraio scorso al Mimit durante l’incontro tra organizzazioni sindacali, SiderAlloys, Invitalia e Ministero delle Imprese e del Made in Italy assume dei contorni ingiustificabili. Abbiamo appreso che l’intero progetto di rilancio del sito di Portovesme resta fermo, nonostante importanti finanziamenti pubblici già erogati e quelli ulteriormente richiesti, a causa della mancata spedizione di container, che conterrebbero parte di attrezzature per il revamping degli impianti, del costo di poco superiore a 1 milione di dollari; ricordiamo che l’investimento complessivo ‘stimato’ per il rilancio dell’ex Alcoa potrebbe superare i 200 milioni di euro”. Si legge in una nota Fim Fiom Uilm. “Ad oggi – continuano le sigle sindacali – la situazione è addirittura peggiorata con la fermata della fonderia che ha esaurito il materiale da poter rifondere e le ditte in appalto che non terminano i lavori per mancati pagamenti”.

FINANZIAMENTI
Inn occasione dell’incontro al Mimit, l’azienda ha espresso la necessità di ricevere entro i prossimi due mesi – pena la messa in Cassa Integrazione dei lavoratori – i finanziamenti richiesti. “A diretta domanda delle organizzazioni sindacali se, a valle dei nuovi finanziamenti, l’azienda avrebbe potuto finalmente ripartire – si legge ancora nella nota – ci è stato risposto che, per un aggravio dei costi di spedizione di circa 0,7 milioni di dollari, rispetto ai 0,5 precedentemente contrattualizzati, sulle spedizioni dei container dalla Cina (fermi da tempo a Shanghai), la sala Elettrolisi non potrà vedere il suo rifacimento”.
Tutto questo è “sconcertante”, ribadiscono Fim Fiom Uilm: né l’azienda, né Invitalia sono state in grado di dire cosa di concreto si stesse facendo – o si avesse intenzione di fare – per sbloccare la situazione.

RESPONSABILITA’
“Come organizzazioni sindacali – continuano – abbiamo richiamato alla responsabilità dell’assunzione di un rapido intervento Invitalia, sia in qualità di socio pubblico sia in qualità di organo di controllo degli investimenti in merito alla grave situazione del sito industriale venutasi a creare per i ritardi dello stato di avanzamento del progetto di rilancio dello smelter ex Alcoa”.
I rappresentanti del Ministero hanno chiesto che al prossimo incontro, fissato per il 7 marzo, tutti i soggetti coinvolti, a partire dall’amministratore delegato di SiderAlloys, siano presenti fisicamente al tavolo per far luce su una vicenda che assume tinte sempre più confuse, vista l’inaffidabilità, fino ad ora dimostrata, da parte della proprietà. “Unitariamente – concludono Fim Fiom Uilm – respingiamo la richiesta di cassa integrazione comunicata preventivamente dall’azienda nei giorni scorsi e chiediamo al Ministero una svolta industriale vera su una vicenda che, da anni, tiene in ostaggio un intero territorio e le famiglie dei lavoratori coinvolti”. E si riservano ulteriori iniziative di lotta da mettere in campo.

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