Wartsila: ancora punti da chiarire sul piano industriale ma è un primo passo

Lo scorso primo febbraio, al Ministero delle Imprese e del made in Italy (ex Mise), Wartsila Italia ha presentato il piano industriale per il triennio 2023-25, riconfermando la chiusura delle produzioni di motori nel sito di Trieste. All’incontro erano presenti la Sottosegretaria Fausta Bergamotto, il direttore dell’area crisi Luca Annibaletti, il dirigente del Ministero del Lavoro, dell’assessore al Lavoro Alessia Rosolen e l’assessore alle Attività Produttive Emidio Sergio Bini del Friuli Venezia, oltre alle delegazioni territoriali e nazionali di Fim Fiom Uilm.

IL PIANO INDUSTRIALE
Il piano si caratterizza sulla nuova missione del Gruppo focalizzata sulla fornitura di tecnologia e di servizi sia per il settore marine che energy. L’azienda prevede di investire 50 milioni nel triennio 2023-25 per la ricerca e lo sviluppo di motori a 2 e 4 tempi, da riconvertire, in modalità green, con combustibili a metanolo, ammoniaca e idrogeno, candidandosi a svolgere un ruolo positivo nel processo di decarbonizzazione nei settori di riferimento.
A oggi l’organico di Wartsila Italia (al netto dei 321 addetti di Dct e propulsion) si attesta a 810 lavoratori e lavoratrici di cui 633 nel sito di Trieste, 126 in quello di Genova, 44 nella base di Napoli e 10 in quella di Taranto. Per l’azienda gli esuberi sono 321 lavoratori del Dct e propulsion e un numero, non ancora definito, di lavoratori adibiti alle cosiddette funzioni correlate alla produzione.

SALVAGUARDARE IL TESSUTO INDUSTRIALE
“Rispetto al piano industriale ci sono ancora molti punti da chiarire; tuttavia, quanto ci è stato rappresentato costituisce un primo passo per la discussione – sottolineano Guglielmo Gambardella, Segretario nazionale Uilm, e Antonio Rodà, Segretario Uilm Trieste-Gorizia.
Il coordinamento Rsu Wartsila insieme a Fim Fiom Uim nazionale pur apprezzando l’impegno della direzione aziendale hanno richiesto di dettagliare meglio gli investimenti su tutte le sedi compreso quelle di Genova, Napoli e Taranto e di garantite la continuità lavorativa e occupazionale. L’incontro è stato utile anche per un aggiornamento sui progetti di riconversione dello stabilimento di Trieste. L’azienda ha dato conto, genericamente, delle cinque manifestazioni d’interesse non vincolanti per la reindustrializzazione dell’attività produttiva arrivate all’Advisor. Si tratta di soggetti industriali, non fondi finanziari, che, a detta dell’azienda, hanno manifestato progetti, non vincolanti, in grado di assorbire la totalità dei lavoratori dichiarati in esubero da Wartsila Italia.

ENTRARE NEL MERITO
Fim Fiom Uilm hanno sollecitato il governo a riconvocare un nuovo incontro nella prima settimana di marzo per entrare nel merito dei progetti di reindustrializzazione dello stabilimento di Trieste. Tutto questo al fine di salvaguardare l’occupazione dei lavoratori coinvolti dalla chiusura, diretti e degli appalti. Inoltre, il tavolo ministeriale deve poter approfondire il piano industriale 2023-25 presentato dall’azienda, dando a garanzie occupazionali e di lavoro a tutti i dipendenti e a tutte le basi del gruppo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *