Contrattare per la Giusta Transizione in tempi di crisi del costo della vita e dei costi energetici

di Chiara Romanazzi

Lo slogan della Conferenza europea sulla contrattazione collettiva di IndustriAll Europe che si è svolta a Milano il 2 e 3 febbraio di quest’anno è chiaro: contrattare per la Giusta Transizione in tempi di crisi del costo della vita e dei costi energetici.
Ben 130 sindacalisti delle organizzazioni sindacali affiliate al sindacato industriale europeo si sono riuniti per definire la strategia sindacale per affrontare le sfide che i tempi attuali ci pongono.
La scelta di svolgere in Italia questo importante appuntamento che ha una cadenza quadriennale è stata presa in due anni fa in piena pandemia per mostrare solidarietà all’Italia, primo Paese europeo duramente colpito dall’emergenza da covid 19.

L’IMPORTANZA DELLA CONTRATTAZIONE
La conferenza si è svolta esattamente una settimana dopo che la Commissione Europea ha varato il pacchetto sul rafforzamento del dialogo sociale e della contrattazione collettiva a livello nazionale ed è un segnale importante, poiché sia la Commissione Europea che il sindacato vedono nella contrattazione collettiva essenziale per migliorare il tenore della vita dei lavoratori e per facilitare la transazione verde e digitale.
Gli ultimi anni si sono registrate in tutta Europa numerose manifestazioni contro la crisi del costo della vita e del costo dell’energia. Molte delle manifestazioni europee che si sono tenute erano legate alle negoziazioni contrattuali in cui i sindacati hanno protetto il potere d’acquisto dei lavoratori in condizioni straordinarie. Più della metà delle famiglie in Europa fa fatica ad arrivare a fine mese.

REPUBBLICA CECA
Al centro del dibattito è stato anche il recente sciopero indetto dal sindacato ceco OZ Kovo negli stabilimenti dell’azienda Nexen Tire, la cui direzione aziendale koreana si nega di negoziare e firmare accordi, nonostante abbia ricevuto in passato ingenti finanziamenti statali. Poiché in Repubblica Ceca non ci sono accordi collettivi settoriali, oltre mille dipendenti di questa azienda stanno vedendo scendere di quasi 15 punti percentuali il proprio salario reale, che corrisponde all’inflazione ceca dello scorso anno. Per questo motivo i colleghi cechi hanno indetto uno sciopero dalla durata indefinita, con lo scopo di concordare il 9% di aumento salariale. Dopo una settimana di scioperi, mercoledì 8 febbraio il sindacato ceco ha firmato il contratto con l’azienda Nexen Tire, ottenendo un aumento salariale dell’8%. L’aumento sarà effettivo dal 1° marzo prossimo e include anche una compensazione finanziaria per non aver aumentato i salari nel 2022 e durante i primi tre mesi del 2023. L’aumento salariale negoziato ammonta a circa 840 euro.
Sempre in Repubblica Ceca, sebbene dal primo gennaio ci sia stato un aumento del salario minimo legale, non si è comunque raggiunto il livello auspicato, soprattutto nel settore metalmeccanico.
Da tutti gli interventi dei sindacati presenti è emersa la necessità di dover agire in modo compatto e coeso, e il bisogno di doverci coordinare a livello nazionale.

RELAZIONI INDUSTRIALI DI QUALITA’
Come enunciato da Ronald Jensen della TUAC (Trade Union Advisory Committee),l’OCSE ha fatto raccomandazioni sulla contrattazione collettiva a livello centrale ai governi nazionali, chiamati a fare relazioni industriali di buona qualità.
Non sono mancati ovviamente riferimenti alla Direttiva europea sul salario minimo approvata dal Parlamento Europeo lo scorso 19 ottobre, che enfatizza la promozione della contrattazione collettiva, prevedendo la promulgazione di un piano di azione per promuoverla, da parte di quei Paesi che hanno una copertura contrattuale inferiore all’80%.
Al centro del dibattito, c’è stato anche il tema degli extra profitti. Oltre registrare un’elevata inflazione in tutta Europa, le aziende hanno usato la crisi dei prezzi per aumentare i propri guadagni, soprattutto sul mercato delle merci è avvenuta un’ingente speculazione finanziaria, in particolare del frumento, del grano e dei metalli pesanti.
I rappresentanti del sindacato tedesco metalmeccanico e chimico hanno illustrato come in Germania si siano sfruttati gli stabilizzatori creati sul mercato del lavoro, con l’intento di mantenere il potere d’acquisto, permettendo di uscire dalla crisi senza perdere troppi posti di lavoro. Uno degli strumenti innovativi utilizzati dal sindacato tedesco è stata sicuramente la negoziazione della settimana lavorativa di quattro giorni.Inoltre, è anche emersa la necessità di avere una politica salariale e contrattuale solidale e di avere un salario uguale per tutti.

I PANEL
Durante i due giorni di lavori, si sono svolti quattro panel di discussione che hanno visto protagoniste le affiliate a IndustriAll Europe. Nel primo panel, incentrato sulla contrattazione di salari equi per condizioni di lavoro giuste, la Uilm, nella persona del Segretario Generale Rocco Palombella, ha parlato a nome di tutti i sindacati italiani iscritti al sindacato industriale europeo. Nel suo intervento Palombella ha sottolineato l’inflazione record che ha colpito anche l’Italia (circa 11,8%), dove all’inizio della pandemia si era registrato una contrazione dei consumi per effetto delle libertà individuali, e dove si è determinato un aumento notevole dei costi dell’energia e delle  materie prime a seguito della guerra in Ucraina. Nonostante questi due grandi eventi drammatici, in Italia si è scelto di puntare sui rinnovi contrattuali per far ripartire i consumi. Nonostante però i rinnovi contrattuali, non si è di fatto avuto un reale aumento dei salari, poiché in Italia vige un pesante sistema di tassazione.
Nella giornata conclusiva dei lavori, Luc Triangle, Segretario Generale di IndustriAll Europe ha dichiarato che la contrattazione collettiva va al di là dei salari e delle condizioni di lavoro. Attualmente, infatti, deve essere in grado di assicurare una giusta doppia transazione. Secondo Triangle, tutti i Paesi europei si trovano nella stessa situazione, senza differenze. A suo avviso la conferenza europea sulla contrattazione che si è svolta a Milano, pone le basi per un coordinamento contrattuale sindacale europeo, con l’impegno di agire insieme sia per i Paesi più piccoli che per quelli più grandi.

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