QF (ex GKN): verrà presentata domanda di contratto di sviluppo

All’incontro presso il Ministero dello Sviluppo economico del 5 settembre scorso, QF ha presentato il piano di reindustrializzazione della ex GKN di Firenze, in base al quale avanzerà domanda di contratto di sviluppo.
“Il piano – dichiara Gianluca Ficco, Segretario nazionale Uilm – ci appare purtroppo abbastanza aleatorio e si fonda in buona sostanza sulla possibilità di ricevere il sostegno pubblico. Al contempo QF si attiverà per verificare con gli enti competenti quali coperture potrà avere in termini di ammortizzatori sociali”.

UN ANNO DOPO
È passato oltre un anno dall’annuncio della GKN di avviare la procedura di licenziamento e da allora gli incontri al Ministero e le promesse di riconversione sono passati attraverso diversi rinvii. Il 22 marzo scorso la società QF, che ha rilevato il sito ex GKN di Firenze, ha presentato il suo piano industriale, elaborato in collaborazione col Consorzio Iris. Il piano industriale era incentrato su automazioni industriali, ma anche su mobilità elettrica ed energia, e prevedeva la produzione di convertitori elettromeccanici. Un piano ambizioso che prevedeva nel corso del 2022 il ritorno a lavoro di 120 dipendenti ex GKN più 40 assunzioni rivolte a personale esterno; e nel corso 2023 gli altri 210 lavoratori ex GKN più 70 assunzioni esterne. Si stimavano, inoltre, 82 milioni di investimenti. Tuttavia i successivi rinvii della presentazione degli investitori ha subito riannuvolato il cielo sopra Figline Valdarno.

UN CASO EMBLEMATICO
“GKN – spiega Ficco – è tra quelle realtà che rappresentano un caso emblematico che deve far riflettere opinione pubblica e istituzioni. Speriamo che si arrivi davvero a una normativa che ostacoli chiusure e delocalizzazioni.”
Si pone un problema più generale nel settore automotive colpito fortemente dalle trasformazioni in atto, a iniziare dalla elettrificazione che da sola rischia di distruggere il 30% dei posti di lavoro della filiera, vale a dire ben settantamila. “Urge una politica di settore per quello che tuttora è il primo comparto industriale italiano e che ha bisogno di grandi investimenti per compiere la transizione energetica e reggere la competizione internazionale”, aggiunge Ficco.

LA VERTENZA NON È CHIUSA
“Speriamo che i nostri dubbi – concludono Ficco e Materazzi – possano essere fugati da Invitalia che dovrà vagliare il piano e dal Ministero dello Sviluppo economico che si attiverà per esplorare la presenza di potenziali nuovi investitori. Soprattutto speriamo che i nostri dubbi e timori siano progressivamente fugati da atti concreti da parte di QF”.

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