IndustriAll Europe si prepara al terzo Congresso del sindacato industriale europeo

di Chiara Romanazzi

Il tema principale di questo comitato Esecutivo è stata la preparazione del terzo congresso del sindacato industriale europeo dallo slogan “Building a recovery for all” (Costruire una ripresa per tutti) e che, come ricordiamo, avrebbe dovuto tenersi a maggio dello scorso anno a Salonicco, ma che poi è stato fatto slittare all’1 e 2 giugno di quest’anno in modalità online, per motivi pandemici. Abbiamo dunque approvato i vari documenti sull’ordine del giorno, la lista degli ospiti che saranno collegati, le nomine dei partecipanti, le nomine dei componenti del comitato Esecutivo europeo 2021-2025, gli ordini permanenti congressuali, la durata degli interventi.
Gli emendamenti al piano di azione del prossimo congresso e allo statuto di IndustriAll Europe, saranno invece votati in occasione dello svolgimento del prossimo comitato esecutivo del 1° giugno, mentre nel corso del congresso saranno approvati e discussi i due documenti insieme alle mozioni d’urgenza. La modalità di voto del Segretario generale, del presidente e dei 2 Segretari generali Aggiunti, avverrà invece entro il 28 maggio, esclusivamente in modalità elettronica.

RELAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE TRIANGLE
La riunione di quest’ultimo comitato esecutivo è stata aperta dalla relazione politica generale di Luc Triangle, Segretario generale, che ha sottolineato il fatto che i Paesi del Sud Europa stanno pagando il prezzo più alto della crisi, in parte a causa della perdita degli introiti del turismo. Infatti, la Spagna e la Grecia hanno perso 1/10 del loro PIL nel 2020, mentre l’Europa del nord ha visto ridurre il proprio PIL solo del 3,4% e l’unica eccezione è stata fatta dall’Irlanda che ha registrato una crescita positiva nel 2020. L’Italia in questa classifica si piazza al quinto posto, con una perdita un PIL del -8,8% nel 2020. Quest’anno gli Stati Membri si stanno riprendendo in modo discontinuo, mentre per i Paesi del Sud si prevede una perdita del 5-6% del PIL per i prossimi due anni.

RIPRESA E RESILIENZA
Per quanto riguarda i piani di Ripresa e Resilienza, sono stati spesi complessivamente 750 miliardi di euro. La scadenza per la presentazione di questi piani per ogni Paese è imminente: il 30 aprile 2021, a cui seguirà un’immediata valutazione della Commissione europea. A differenza della precedente crisi europea del 2008, in questa sta emergendo l’importanza di dover coinvolgere le parti sociali nelle consultazioni. Infatti, proprio il vice presidente della Commissione europea Valdis Bombrovskis ha dichiarato che i piani di ripresa devono includere una consultazione con le parti sociali, le autorità regionali e locali. Nella valutazione dell’aggiornamento delle linee guida della Commissione ci sono alcune buone notizie. È infatti inclusa la salvaguardia della clausola di autonomia delle parti sociali e della contrattazione collettiva, ci sono riferimenti specifici per l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, i posti di lavoro e la coesione sociale sono parte integrante delle sei priorità per gli investimenti (green transition, trasformazione digitale, crescita sostenibile ed inclusiva, coesione sociale e territoriale, politiche per la next generation, salute e resilienza). Inoltre, il 37% dei piani di ripresa ha l’obiettivo climatico neutrale e il 20% l’obiettivo della transizione digitale. Tra gli aspetti negativi c’è la mancanza di regole vincolanti per i partner sociali nei piani di consultazione. A breve, ci saranno importanti appuntamenti europei, come il Summit Sociale che si terrà il 7 maggio a Porto, dove si incontreranno i politici europei, le istituzioni e le parti sociali per stimolare il piano di azione e l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali; il Summit sindacale europeo del 6 maggio, in cui si cercherà di collegare il Summit Sociale di Porto con la conferenza sul futuro dell’Europa per l’attuazione del piano d’azione, e infine il 9 maggio ci sarà la Conferenza sul futuro dell’Europa, a cui parteciperanno anche la Ces e IndustriAll Europe.

BREXIT
Nell’Esecutivo europeo della scorsa settimana, si è discusso anche della Brexit, dell’accordo commerciale TCA fra Europa e Regno Unito, firmato il 30 dicembre 2020 (giorno prima dell’uscita del Regno Unito dall’Europa), e momentaneamente applicato. Nel documento che abbiamo approvato a tal proposito, abbiamo ribadito la necessità di continuare ad avere una cooperazione all’interno del movimento sindacale europeo, che si esprimerà anche nella solidarietà ai lavoratori britannici, i quali rischiano di vedersi ridotti i diritti lavorativi. Ciò sarà una minaccia non solo per loro, ma per tutti i lavoratori europei. Nonostante l’impegno che l’Ue e il Regno Unito si sono presi per mantenere una parità di condizioni, le procedure per applicarle contenute nell’accordo sono deboli e complesse da utilizzare. Uno dei principi presenti nel piano di azione del prossimo congresso di IndustriAll Europe, sarà proprio il rafforzamento del collettivismo e della solidarietà.

REVISIONE DEL SISTEMA EUROPEO DI EMISSIONI
Abbiamo inoltre approvato il perfezionamento di due documenti che avevamo già discusso e approvato nel precedente comitato esecutivo di novembre 2020 sulla revisione del sistema europeo di emissioni ETS e sulla strategia europea di mobilità sostenibile e intelligente. Quest’ultimo documento si basa sulla consultazione con la Commissione europea a cui IndustriAll Europe ha risposto all’inizio di quest’anno. Riguardo il Green Deal, come sappiamo, il Consiglio Europeo ha chiesto il 55% di riduzione delle emissioni entro il 2030, mentre il Parlamento ha richiesto una riduzione del 60%. A giugno di quest’anno verranno pubblicati i pacchetti legislativi di aiuti di Stato e quote energetiche.

LA STRATEGIA INDUSTRIALE EUROPEA
Nel pomeriggio del 14 aprile, il Commissario europeo sul mercato interno Thierry Berton è intervenuto ai lavori per parlare della nuova strategia industriale europea. Il Commissario, nel corso del suo intervento, ha sottolineato la necessità che l’Unione europea imbocchi la strada della sostenibilità, lavorando sull’indipendenza strategica e accelerando la trasformazione verde digitale, con il coinvolgimento dell’industria e dei lavoratori. Ha inoltre evidenziato l’importanza della cooperazione con IndustriAll Europe per assicurare le attività strategiche, salvaguardando le qualifiche e le competenze.
A livello occupazionale, Thierry ha ricordato che sono state considerate le misure previste dallo strumento dello SURE e che tutti, sia a livello nazionale europeo, dobbiamo essere attenti prima che vengano eliminate le misure di sostegno all’occupazione. Inoltre, entro il 2030 ci dovrà essere un miglioramento delle competenze del settore digitale, aerospazio e difesa, previsto nel Patto delle Competenze a cui anche IndustriAll Europe ha presto parte. Deve inoltre essere garantita la resilienza di alcuni settori in vista della transizione, come ad esempio per il settore minerario e per l’industria energivora. Sono stati inoltre mobilitati 150 miliardi per le strutture digitali, come previsto dal Patto digitale presentato dalla Commissione europea.

DUE DILIGENCE
Tra i vari documenti approvati c’è anche quello sulla due diligence. IndustriAll Europe richiede un piano ambizioso per quanto riguarda i doveri della governance di impresa, di diritti umani e dell’ambiente. Nei prossimi mesi la Commissione europea pubblicherà una proposta di iniziativa dell’Ue sulla “governance di impresa sostenibile” e una proposta di revisione della direttiva sull’informazione non finanziaria (95/UE). Queste due iniziative offrono l’opportunità per promuovere la definizione sindacale della condotta di impresa responsabile. La base legislativa europea sulla due diligence deve tenere conto dell’insieme della catena di valori, non soltanto dei diritti umani, ma anche dei diritti socio-lavorativi.

CONTRATTAZIONE COLLETTIVA NAZIONALE
Nel corso di questo Comitato esecutivo europeo abbiamo anche approvato alcuni documenti sulla contrattazione collettiva. Uno di questi ha evidenziato come le imprese e i settori non siano stati tutti colpiti alla stessa maniera dalla crisi, che i lavoratori dell’industria hanno contribuito alla continuazione delle attività nonostante il rischio elevato di contagio e che i governi devono prolungare le misure di aiuto fin quando è possibile. Nel documento si fa cenno a come in Italia siamo riusciti a rinnovare il CCNL metalmeccanico nonostante la pandemia. A tal proposito, il Segretario generale della Uilm Rocco Palombella è intervenuto ricordando che in Italia nonostante la pandemia si è riusciti a rinnovare il contratto metalmeccanico per 1 milione e 600mila lavoratori. L’Italia nella crisi pandemica è stata molto colpita e, oltre a vivere una crisi finanziaria ed economica senza precedenti, durante il periodo di rinnovo contrattuale ha vissuto anche una crisi politica.
Fim Fiom Uilm hanno convinto le organizzazioni datoriali che aumentare il salario nel rinnovo contrattuale significava fare un investimento nei lavoratori e lottare contro la crisi pandemica. Subito dopo la firma del rinnovo contrattuale avvenuta il 5 febbraio 2021, per ben due mesi abbiamo svolto assemblee e, nei giorni in cui si svolgeva la riunione del Comitato esecutivo europeo, si svolgeva il referendum per l’approvazione da parte dei lavoratori. Rocco Palombella ha sottolineato che occorre puntare al rinnovo dei contratti nazionali di lavoro per combattere la crisi e per far sì che le aziende applichino gli accordi esistenti, senza nessun alibi. Ha fatto, inoltre, notare che in Italia si sta registrando un aumento di poveri (solo per il 2020 sono aumentati di 1 milione) e che solo l’anno scorso si sono persi in Italia 945mila posti di lavoro. Infine, ha rimarcato che dei 206 miliardi di Recovery Fund per l’Italia, ne sono già stati spesi ben 170 per sostegno al reddito, imprese e sanità.

RISTRUTTURAZIONI

Durante la seconda e ultima giornata di lavori del Comitato esecutivo, si è parlato di ristrutturazioni in corso in Europa. A tal proposito, Rocco Palombella è intervenuto per fare il punto sulle ristrutturazioni in Italia. Ha ricordato il gruppo Elica che giorni fa ha deciso di delocalizzare la produzione di cappe per cucine in Polonia e i cui 500 lavoratori stanno manifestando davanti allo stabilimento, senza che la direzione aziendale abbia però espresso alcuna volontà di sospendere questa decisione. Per quanto riguarda Liberty Steel, Magona, i lavoratori e Fim Fiom Uilm stanno presidiando lo stabilimento da oltre 20 giorni per cercare di rilanciare lo stabilimento con il gruppo algerino. Tra le varie notizie, Palombella ha inoltre annunciato la novità del 14 aprile in cui il Governo italiano ha deciso di entrare all’interno del gruppo di ArcelorMittal Italia, cambiando anche il nome in Acciaierie Italia Holding, con 400 milioni di euro di capitale (capitale misto tra ArcelorMittal e Governo italiano), che dovrebbe dar vita alla transizione ecologica. Palombella ha precisato che questa società non avrà nessun collegamento con il resto del gruppo di ArcelorMittal e a tal proposito ha espresso le proprie perplessità sul fatto che ci possa essere il rischio che non venga considerata all’interno del Cae ArcelorMittal.
La riunione si è conclusa dandoci appuntamento per il prossimo esecutivo che si terrà il primo giugno, poco prima dell’inizio del terzo congresso industriale europeo: il primo in modalità online.

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