Il deal Brexit e le conseguenze sul commercio e sull’industria

di Chiara Romanazzi

Il 24 dicembre 2020 l’Ue (a 27 Stati) e il Regno Unito hanno concluso l’accordo commerciale e di cooperazione per la Brexit. La sua applicazione provvisoria è iniziata dal 1° gennaio 2021. La piena applicazione, invece, dipenderà dalla ratifica da parte del Parlamento Europeo, che è attualmente prevista al massimo per marzo 2021.

Il deal consiste principalmente di 3 parti:

  • Un accordo commerciale libero: una nuova partnership economica e sociale con il Regno Unito;
  • Un rafforzamento legislativo e una cooperazione giuridica in ambiti penali e civili;
  • Un accordo orizzontale sulla Governance.

La Brexit non è ancora ufficialmente in atto, ma di fatto il Regno Unito è fuori dall’Unione doganale europea e dal mercato dal 1° gennaio 2021.

COMMERCIO
L’accordo garantisce zero tariffe a zero quote per le merci, finché il Regno Unito rimane allineato con gli standard europei attraverso le disposizioni sulla parità di condizioni, garantendo così il flusso continuo di merci e componenti essenziali per i settori manifatturieri.
Il settore automobilistico, i mezzi di trasporto, il settore aerospaziale, i prodotti chimici e tessili sono i settori che subiscono i maggiori rischi legati alla Brexit a causa della prospettiva delle tariffe.
Tuttavia, ci sono ostacoli sotto forma di barriere non tariffarie che incideranno sulle tempistiche delle catene di approvvigionamento e potrebbero far aumentare i costi di produzione. Queste barriere tecniche al commercio comporteranno controlli normativi, come ad esempio controlli sanitari e fitosanitari, valutazione della conformità ed etichettatura. I fornitori dovranno certificare le regole di origine, aggiungendo ulteriori attriti commerciali.
Queste barriere non saranno completamente eliminate dallo schema di facilitazione personalizzato (presente nell’accordo), mentre la cooperazione tra le autorità doganali e il riconoscimento reciproco dei “sistemi commerciali di fiducia” è assicurato. I controlli sono in vigore dal I gennaio 2021 per le merci che entrano nell’Ue e da giugno 2021 per le merci che entrano nel Regno Unito. Questo, probabilmente, causerà molti costi amministrativi per le imprese.
Mentre questo accordo va oltre le Regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio sugli standard in alcune aree, ci saranno considerevoli barriere non tariffarie per molti settori.

PARITÁ DI CONDIZIONI
L’accordo stabilisce che l’Ue e il Regno Unito si impegnano a garantire una concorrenza leale basata su condizioni di parità tra di loro e di mantenere i rispettivi standard elevati, attraverso una clausola di non regressione. Questo impegno non è statico poiché le parti si impegnano a continuare a mantenere e migliorare gli standard in modo che una concorrenza leale resista col passare del tempo.
Le disposizioni sulla parità di condizioni riguardano diversi capitoli su: concorrenza, aiuti di Stato, imprese di Stato, fiscalità, ambiente e clima. Il capitolo sul lavoro e gli standard sociali si riferisce al livello di protezione nelle aree di: diritti fondamentali del lavoro, salute e sicurezza sul posto di lavoro, eque condizioni di lavoro e standard occupazionali, diritti di informazione e consultazione a livello aziendale, ristrutturazioni.
L’organo principale che sovrintende all’attuazione dell’accordo è il Consiglio di partenariato: un organo politico in cui sono rappresentati l’Ue e il Regno Unito. Entrambe le parti possono ricorrere all’arbitrato per risolvere le controversie. Tuttavia, le problematiche inerenti al lavoro, all’ambiente, alla tassazione, non sono soggette al principale processo di risoluzione delle controversie, bensì sono soggette a un processo specifico.
Il deal si concentra principalmente sulle misure del mercato del lavoro interno per garantire il rispetto dei propri impegni di lavoro, ma in caso di controversia e di fallimento delle consultazioni con la controparte, un gruppo di esperti può redigere un rapporto e le Parti valutano quindi le misure appropriate da prendere. I singoli lavoratori non possono utilizzare l’accordo in termini legali per difendere i propri diritti, il che va in netto contrasto con i diritti delle società che invece possono utilizzare l’accordo in tribunale se si sentono danneggiate da una decisione sugli aiuti di Stato.

CONSEGUENZE SULLE INDUSTRIE SPECIFICHE
La Brexit avrà un impatto indubbiamente su tutti i settori industriali e manifatturieri sia nel Regno Unito che nell’Ue, ma ci sono preoccupazioni particolarmente su 3 settori: l’automobilistico, l’aerospazio e il chimico. Vediamo, in questo articolo, cosa è previsto per i primi due settori, dato che interessano il mondo metalmeccanico.

Settore automobilistico

Regole di origine: Le merci saranno soggette al principio del cumulo bilaterale delle regole di origine, facilitato dall’autocertificazione dei fornitori.

Autoelettriche: sono state concordate alcune regole specifiche per parte di veicoli elettrici con estensione di esenzione fino a sei anni affinché le catene di approvvigionamento di batterie strategiche siano stabilite dall’Ue.

Veicoli a motore e parti (ostacoli tecnici al commercio): oltre all’accordo generale, è stato concordato un allegato specifico per facilitare il commercio bilaterale e la cooperazione normativa per i veicoli a motore e parti di apparecchiature.

Convergenza normativa: basata sugli standard internazionali UNECE.

Certificati di omologazione UN: tutti i prodotti coperti da questi certificati saranno accettati da entrambe le Parti.

Sorveglianza di mercato: entrambe le Parti coopereranno per supportare l’identificazione, affrontando le non conformità.

Cooperazione nella ricerca: entrambe le Parti si impegnano a cooperare nella ricerca di nuovi veicoli normativi di sicurezza o standard correlati,  riduzione avanzata delle emissioni ed emergenti tecnologie dei veicoli.

Gruppo di lavoro su veicoli a motore e parti di ricambio: assisterà il personale specializzato nel commercio ed assisterà anche il Comitato per gli ostacoli tecnici al commercio nel monitoraggio e nella revisione dell’attuazione dell’accordo.

Svariate associazioni industriali automobilistiche europee (come l’Acea, che è l’Associazione europea manifatturiera automobilistica; o la Clepa, che è l’Associazione europea delle forniture automobilistiche) hanno accolto positivamente il deal solo perché un no deal sarebbe stato un disastro totale per l’industria. Nello specifico, hanno invece dichiarato che il commercio di merci sarà “pesantemente influenzato dalle barriere al commercio nella forma delle nuove procedure doganali” e che l’accordo introduce ulteriore burocrazia e regolamentazione, a discapito dell’industria.

Aerospazio

L’accordo stabilisce nuovi termini e condizioni per l’accesso al mercato, nonché accordi per la cooperazione nei settori della sicurezza, protezione e gestione del traffico aereo.
Il Regno Unito non applicherà più il quadro normativo dell’Ue per la sicurezza aerea e non farà più parte dell’Agenzia dell’Unione Europea per la sicurezza aerea (EASA), con il lavoro di regolamentazione, che sarà invece svolto dall’Autorità dell’Aviazione Civile del Regno Unito.

  • Commercio di prodotti aeronautici: nell’accordo sono incluse nuove disposizioni per il riconoscimento delle relazioni future, i certificati ambientali, e la supervisione dell’organizzazione della produzione;
  • Certificati di progettazione esistenti: rimangono validi quelli rilasciati in base alle norme UE prima del 01/01/2021: questi prodotti possono continuare ad essere utilizzati
  • Allegato sulla sicurezza aerea: entrambe le Parti concordano sulla necessità di cooperare nei seguenti settori: aeronavigabilità, certificati e monitoraggio di prodotti aeronautici civili, certificati ambientali e collaudo dei prodotti, certificati di progettazione e produzione di monitoraggio di organizzazioni di progettazione e produzione, licenza e addestramento del personale, valutazione del simulatore di volo, funzionamento di aeromobili, gestione del traffico aereo e servizi di navigazione aerea e altre aree relative alla sicurezza aerea.
  • Misure di salvaguardia: ciascuna delle parti può attuare misure di salvaguardia in caso di rischio reale identificato con l’altra Parte, notificata per iscritto entro 15 giorni lavorativi.

Per quanto riguarda i lavoratori in possesso di certificati del Regno Unito (ad esempio i piloti, meccanici, esaminatori, istruttori, ecc) sono stati incoraggiati ad ottenere un certificato da uno Stato Membro dell’Ue prima della fine del periodo di transizione (31/12/2020). Le organizzazioni britanniche attualmente certificate dalle autorità competenti per il Regno Unito possono richiedere all’EASA un certificato per operare come organizzazione di un Paese terzo.
Per quanto riguarda il riconoscimento delle qualifiche professionali, non è contemplato nell’accordo. Tuttavia, le parti ritengono che ci possano essere accordi per professioni specifiche o accordi aggiuntivi per il riconoscimento reciproco di alcune qualifiche professionali. Nel frattempo, ci possono essere problemi per ingegneri o tecnici qualificati che si spostano tra il Regno Unito e l’Ue.
Inoltre, i lavoratori non potranno più circolare liberamente tra l’UE27 e il Regno Unito per lavorare. Tuttavia, l’accordo prevede la mobilità dei lavoratori solo ai fini della prestazione temporanea di servizi sotto forma di: viaggi d’affari di breve durata (per un massimo di 90 giorni); trasferimenti intra-aziendali per un massimo di 3 anni per i dirigenti e 1 anno per i tirocinanti; servizi che vengono forniti autonomamente come parte di un contratto con un cliente, per un periodo massimo cumulativo di 12 mesi.
I settori britannici dell’Aerospazio, della Difesa, della Sicurezza e dello Spazio, hanno accolto positivamente l’accordo, poiché a loro avviso offre la migliore struttura per le relazioni future, ma non soddisfa tutte le loro ambizioni.
In questo articolo abbiamo analizzato i settori metalmeccanici che saranno impattati maggiormente dalla Brexit, ma non dimentichiamo che tutti i settori, in qualche modo, ne verranno impattati e che le aziende stanno attualmente effettuando delle analisi su come i loro affari verranno colpiti. Verranno dibattuti e firmati ancora altri accordi (come ad esempio per i servizi), ma c’è ancora tanto da scoprire e da decidere.

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