Ast: massima attenzione su futuro lavoratori e produzione

di Guglielmo Gambardella

Il 19 maggio scorso l’AD di Thyssenkrupp, Martina Merz, ha annunciato un nuovo piano di ristrutturazione per traguardare la multinazionale tedesca fuori da una crisi finanziaria, accentuata da quella del Covid-19, in cui è piombata da diversi anni e con un indebitamento salito nel tempo intorno ai 10 miliardi di euro rispetto ai 45 miliardi di fatturato. Dopo la vendita della divisione ascensori, Elevator, considerata la più redditizia dell’azienda, avvenuta nel febbraio scorso per 17,2 miliardi di euro, Thyssenkrupp intende concentrarsi sul settore Material e attuare una fusione nei settori della siderurgia e in quello della cantieristica navale con un concorrente tedesco o estero: nelle intenzioni del management tedesco il conglomerato uscirà dalla ristrutturazione con dimensioni più ridotte, 3 sole business unit con un volume di attività pari a 14 miliardi di euro e 60.000 dipendenti.

TRATTATIVE SULLA FUSIONE
In merito alla fusione per la siderurgia “Steel”, per la quale ha già dichiarato 3000 esuberi, Thyssenkrupp sembrerebbe essere in trattative con Baosteel, Ssab e Tata Steel.
Nella cantieristica navale in cui è attivo con Thyssenkrupp Marine Systems, il gruppo mira a partecipare al processo di consolidamento dell’industria avviato dalla fusione annunciata dal gruppo Luerssen di Brema e da German Naval Yards di Kiel (Gnyk).
Il management vorrebbe poi cedere parti del settore delle forniture automobilistiche o almeno cercare un partner.
La nuova strategia di Thyssenkrupp prevederebbe che le attività in vendita vengano raggruppate in una società separata, Multi-traks, che include la costruzione di impianti, gli Acciai speciali di Terni (Ast), nonché l’unità molle e stabilizzatori, parte del settore delle forniture automobilistiche.
Thyssenkrupp cercherebbe poi un acquirente nei settori della lamiere pesanti, delle costruzioni speciali e dei sistemi per la produzione di celle a batteria. In caso di mancato acquisto, le fabbriche dei settori andrebbero chiuse. Complessivamente, le società in vendita hanno un fatturato pari a circa sei miliardi di euro e dispongono di 20 mila dipendenti. Nel 2019, le imprese hanno registrato un flusso di cassa negativo di circa 400 milioni di euro.

LE NOSTRE PREOCCUPAZIONI
Le dichiarazioni dell’AD di Thyssenkrupp hanno confermano le nostre preoccupazioni sul futuro di Acciai Speciali Terni che da anni abbiamo denunciato come UILM anche nelle sedi istituzionali.
Le difficoltà finanziarie della multinazionale tedesca non possono essere pagate dal sito ternano che in questi anni ha già pagato un prezzo altissimo in termini occupazionali e sociali.
La Uilm ha ricordato ai responsabili di Thyssenkrupp, all’annuncio delle riorganizzazione della multinazionale, che AST Terni, con i suoi attuali 2350 addetti, ha già dimostrato, dopo la passata ristrutturazione aziendale e con l’attuale gestione, di essere un centro di eccellenza a livello europeo nella produzione di acciaio inox e di rappresentare un business profittevole chiudendo, a partire dal 2016, sempre con bilanci positivi, con oltre 200 milioni di utili complessivi dal 2016 al 2019, andando a ripianare anche i debiti della multinazionale.

La UIlm ha chiesto, all’incontro in remoto con il MiSE del 28 maggio scorso in cui erano presenti le sottosegretarie Alessandra Todde, Alessia Morani e il vicecapo di gabinetto Giorgio Sorial, la presidente della regione Umbria, il sindaco di Terni e Massimiliano Burelli in rappresentanza di AST Terni, che il Governo intervenga sui vertici di TK per assicurarsi che eventuali iniziative future di partenership o di vendita siano finalizzate a una valorizzazione del sito ternano che rappresenta un asset strategico per il sistema manifatturiero del nostro Paese e per l’economia umbra.

IL GOVERNO INTERVENGA
Abbiamo ancora chiesto l’intervento del Governo italiano su Thyssenkrupp per ridurre i tempi per la ricerca del partner o della cessione di Acciai Speciali Terni, tempi troppo lunghi della fase di transizione nella nuova business unit  senza certezze su assetto azionario futuro, senza assicurazioni sui necessari investimenti nel breve e medio periodo,  può deteriorare il valore del sito ternano. Il tempo non è una variabile ininfluente.
A settembre verrà completato il piano di investimenti dell’accordo del giugno scorso e dal 1 ottobre la multinazionale tedesca collocherà AST, compreso Terninox e uffici commerciali, in una business unit “Multi-tracks” che rappresenterà un limbo pericoloso in assenza di un nuovo piano industriale che assicuri nuovi e suffcienti investimenti per la salvaguardia degli impianti. Per la UILM, i 9/12 mesi dichiarati dall’azienda necessari per l’espletamento della procedura, dal momento del suo avvio, per raggiungere l’accordo di partnership o per la vendita, sono ritenuti troppi lunghi.
Riteniamo positivo l’annunciato interesse per AST Terni di alcune imprese siderurgiche nazionali (Marcegaglia e Arvedi) ma saremmo interessati a conoscere e confrontarci  su piani di sviluppo industriale ed occupazionale di questi soggetti ; crediamo che l’apertura di una discussione preliminare su progetti di prospettiva del sito ternano possa stimolare l’attenzione e la valorizzazione del sito ternano che ha tutte le potenzialità per continuare a produrre ricchezza soprattutto per il territorio interessato.
Il governo nel corso dell’incontro di maggio scorso ha riconfermando la strategicità del sito di terni, ha raccolto le nostre preoccupazioni e le nostre sollecitazioni impegnandosi a riconvocare le organizzazioni sindacali e le istituzioni locali alla luce dei futuri sviluppi della vertenza.

 

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