L’Europa e le sfide industriali

di Chiara Romanazzi

Il 12 dicembre abbiamo incontrato il segretario generale di IndustriAll Europe Luc Triangle e il segretario generale aggiunto Luis Colunga. Oltre all’ufficio Europa della Uilm e al Segretario Generale, Rocco Palombella, erano presenti anche gli uffici Europa e i segretari generali di Fim, Fiom, Femca, Filtcem, Uiltec: tutti i sindacati industriali italiani affiliati a IndustriAll.
Si è ampiamente discusso di come in Europa ci troviamo ad affrontare modifiche importanti a livello industriale, come la decarbonizzazione che avrà effetti enormi su miliardi di lavoratori e imprese. L’interessante incontro si è svolto esattamente il giorno dopo l’annuncio del Green Deal da parte della Commissione Europea. Si tratta di un piano europeo che prevede l’azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2050, raggiungendo la cosiddetta neutralità climatica, e prevede di ridurle del 55% entro il 2030.
Luc Triangle ci ha comunicato che IndustriAll Europe sostiene il Green Deal a patto che supporti la giusta transizione con un’agenda sociale che salvaguardi i posti di lavoro. Inoltre, il piano prevede 100 miliardi di euro da destinare alle regioni e ai settori più vulnerabili per favorire la riconversione energetica di tutta l’industria europea, che IndustriAll Europe ritiene insufficienti per sostenere una transizione giusta che coinvolga tutte le nazioni dell’Ue. A tal proposito, Triangle ha riportato l’esempio della Germania dove per l’uscita dal carbone sono stati investiti ben 40 miliardi di euro soltanto nelle regioni che dovevano abbandonare il fossile. E’ quindi chiaro che 100 miliardi per l’intera Europa sono insufficienti.

LE SFIDE DEL FUTURO
L’incontro si è svolto per fare una panoramica degli obiettivi che vogliamo raggiungere nel futuro europeo e dei quali discuteremo nel prossimo congresso di IndustriAll Europe, che si terrà a Salonicco dal 26 al 28 maggio.
Una delle sfide è certamente quella della digitalizzazione che, come per il Green Deal, deve andare di pari passo sia con gli investimenti regionali che con un’agenda sociale. In questo contesto è stata data grande importanza alla formazione dei dipendenti delle imprese, affinché vengano rinnovate le competenze, evitando ulteriori perdite di posti di lavoro.
Per quanto riguarda il settore automobilistico, Triangle ha evidenziato che perderemo almeno 300 mila posti di lavoro, indipendentemente se si tratti di combustibile fossile o di settore elettrico. Da settembre di quest’anno, in tutta Europa sono andati persi ben 15 mila posti di lavoro e, se l’Italia perderà la possibilità di continuare a produrre acciaio a ciclo integrale, dovremo importare ulteriori prodotti dalla Cina.
A tal proposito è emersa l’importanza di dover monitorare ed essere coinvolti nel processo di fusione tra Fca e Psa per evitare che si creino nuovi esuberi. Del resto, tutti sappiamo che Fca è rimasta indietro per quanto riguarda i mori elettrici, mentre Psa è più avanti da questo punto di vista e quindi una fusione tra questi due gruppi industriali sicuramente porterà dei cambiamenti sul tipo di produzione di motori.

IL RUOLO DEL SINDACATO
Triangle ha quindi più volte ribadito la necessità di avere un punto di vista comune su queste importanti sfide che ci attendono (molte delle quali stiamo già vivendo) per dover giocare un ruolo importante all’interno della politica industriale europea come sindacati.
A tal proposito Rocco Palombella ha evidenziato quanto la situazione economica, sociale, industriale e contrattuale sia diversa nei vari Paesi e pertanto quando ci sono cambiamenti epocali, diventa difficile avere una posizione comune e, se la si raggiunge, si rischia di rimanere su aspetti generici. La transizione energetica, se non gestita bene, rischia di creare una distruzione ancora maggiore di quella già in atto dei posti di lavoro. Purtroppo, di fronte alle problematiche che stiamo vivendo, l’UE non è in grado di indicare quali siano le vie d’uscita, mentre i governi nazionali non agiscono secondo logiche europee. Sia Palombella che Triangle sono stati concordi nell’affermare che la priorità è accertarci che ci sia lavoro per i nostri iscritti e che dobbiamo pensare a strategie di un arco temporale molto vasto, rendendo consapevoli i lavoratori di come l’agenda climatica incida sui posti di lavoro.

LA SIDERURGIA
Luis Colunga, segretario generale aggiunto di IndustriAll Europe e impegnato a seguire il settore siderurgico, ha invece fatto una breve panoramica sulla siderurgia in Europa. Ha dichiarato che dalla Turchia vengono importati 15 milioni di tonnellate di acciaio e che a causa degli alti dazi, dei costi delle materie prime, delle ETS abbiamo una riduzione del 20% dell’acciaio prodotto. In Spagna negli ultimi 10 anni hanno chiuso tre acciaierie e numerose centrali elettriche.
Colunga, ha inoltre dichiarato che la vertenza Ilva è collegata alla politica europea perché l’Ue crede che il futuro sia la decarbonizzazione. Ha inoltre dichiarato che ci sarà un piano di azione dell’industria siderurgica che vedrà coinvolgimento e il supporto dei sindacati italiani che dovranno lavorare con la Commissione europea per difendere il lavoro e l’industria.

PROSSIMI APPUNTAMENTI
Infine, durante l’incontro è stata fatta una breve presentazione dei documenti in preparazione al prossimo congresso di IndustriAll Europe (di cui ho trattato nel precedente numero) e sui quali lavoreremo comunicando eventuali emendamenti al Comitato Risoluzioni e Mozioni entro il 31 gennaio.
Il prossimo importante appuntamento sarà il Comitato esecutivo straordinario del 31 marzo a Bruxelles, dove verranno confermati i nomi da eleggere a Salonicco del prossimo gruppo dirigente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *