Un Comitato per aiutare i terremotati

di Chiara Romanazzi

Giovedì 7 novembre si è svolto a Camerino, in provincia di Macerata, un workshop che ha presentato lo stato di avanzamento dei lavori nei progetti promossi dal Comitato Sisma Centro Italia. Sono passati tre anni dagli eventi sismici che hanno colpito Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Nel Cratere sismico rientrano ben 138 comuni, anche se i danni sono stati riscontrati in altri 231 comuni.

FONDO PER I TERREMOTATI
Nel 2016 Cgil Cisl Uil e Confindustria hanno creato un fondo di 6.9 milioni di euro per le popolazioni del centro Italia colpite dal terremoto. Nel dicembre 2017 sono stati selezionati e approvati 130 progetti in 63 comuni del Cratere. 26 di questi progetti riguardano il lotto IMP: si tratta di progetti che mirano al rilancio dell’impresa e dell’occupazione e formazione dei lavoratori. Gli altri 104 progetti riguardano il lotto QIP destinati ai Comuni, agli Enti Pubblici e alle Associazioni e riguardano i servizi per il miglioramento della qualità della vita e la lotta all’abbandono dei territori.
Il lavoro che si è svolto grazie a questi progetti finanziati dal fondo creato da Cgil Cisl Uil e Confindustria è molto importante. Infatti, il programma del Comitato Sisma Centro Italia si sviluppa su tre anni di attività in cui, oltre a lavorare sui progetti presentati, sono stati creati quasi 400 nuovi posti di lavoro e ne sono stati consolidati quasi 2mila nelle filiere produttive e assistenziali. Attualmente i progetti portati a termine o in chiusura sono 40, mentre il resto sarà completato entro la primavera 2021.

LESIONI AL TESSUTO ECONOMICO E SOCIALE
Gli eventi sismici del 2016 hanno portato oltre a ingenti danni agli immobili, profonde lesioni al tessuto economico e sociale. A Cascia, ad esempio, oltre il 40% della popolazione residente, ora risulta essere sfollata e ricollocata nelle Soluzioni Abitative Emergenziali (SAE), portando allo svuotamento parziale del centro storico.
Inoltre, questi eventi sismici hanno evidenziato la forte carenza di strutture in grado di ospitare la popolazione a seguito di eventi calamitosi. Si è quindi determinata la totale carenza di luoghi dedicati all’aggregazione e alla socializzazione. La domanda di questi spazi e momenti ricreativi è espressione di volontà dei cittadini di abitare e vivere il territorio a cui appartengono.
A tal proposito è stato finanziato e realizzato con la pro loco un progetto a Cascia-Norcia, che ha proprio l’obiettivo di promuovere eventi, iniziative culturali e sociali. Per quanto riguarda invece il problema della carenza di strutture, il progetto ha l’obiettivo di qualificare e potenziare la struttura polivalente accanto all’attuale campo sportivo urbano. Una volta terminati i lavori, questa struttura sarà in grado di accogliere i cittadini in caso di eventi calamitosi e sarà in grado di accogliere, nella vita quotidiana, l’organizzazione periodica di eventi, workshop e seminari.
Attualmente, la struttura portante è stata realizzata e sono in esecuzione i lavori di finitura interna. Entro la fine di quest’anno dovranno essere realizzate la cucina e l’acquisto degli arredi per la funzionalizzazione del centro, oltre all’acquisto delle apparecchiature informatiche.

SUOLIFICIO 4.0
Un esempio, invece, di progetto IMP il cui avanzamento dei lavori è stato presentato proprio durante il workshop di giovedì, è il progetto “Suolificio 4.0” che ha come obiettivo l’incremento della competitività dell’azienda calzaturiera Suolificio Elefante s.r.l. presente nelle Marche.
In questo progetto è prevista innanzitutto l’acquisizione di nuovo know-how interno, anche grazie alla formazione sul campo, necessaria a perseguire l’ottimizzazione di una fase del processo produttivo (la “modellazione”) e inerente la conoscenza e l’implementazione delle tecnologie.
È previsto inoltre l’ammodernamento e l’incremento dell’attuale parco macchine dei reparti produttivi, mediante il revamping delle macchine esistenti e l’acquisto di nuove macchine più performanti in termini di produttività e consumi di energia ed interconnesse ai sistemi di fabbrica, finalizzati al miglioramento delle prestazioni energetico-ambientali e all’incremento delle azioni di prevenzione e di tutela di salute e sicurezza sul posto di lavoro.  Lo scopo è quello di formare le risorse locali, favorirne l’impiego e prevenirne la dispersione al di fuori della provincia o della regione, a seguito della contrazione dell’economia locale causata dagli eventi sismici. Le attività previste nel piano operativo del progetto sono ormai prossime al completamento. Il progetto ha contribuito all’accrescimento delle competenze del personale; il know how necessario a realizzare i prodotti artigianali è stato conservato, perché sono stati conservati i posti di lavoro che a inizio progetto risultavano minacciati dal contesto generale e dalla crisi territoriale.

RICOSTRUZIONE
Oltre ai progetti realizzati grazie al Comitato Sisma Centro Italia, purtroppo, poco è stato fatto per accelerare le operazioni di ricostruzione in queste zone. Secondo i dati diffusi, quasi il 70% delle strutture hanno riportato danni, lievi o gravi.
Il Dipartimento della Protezione Civile ha previsto circa 20 miliardi di euro, ma a giugno di quest’anno risultavano spesi solo 200 milioni. Per la ricostruzione pubblica sono stati programmati interventi per quasi 2,2 miliardi di euro: ad oggi risultano erogati solo 41 milioni per l’avvio della progettazione. 500 famiglie hanno potuto rientrare nelle loro case, mentre ci sono ancora 50 mila sfollati e quasi 80 mila tonnellate di macerie da smaltire.

COMMISSIONE PARLAMENTARE
Il 4 novembre di quest’anno si è svolta un’audizione alla Camera dei Deputati della VIII Commissione Ambiente-Territorio e Lavori pubblici a cui hanno preso parte Cgil Cisl Uil.
In quell’occasione i sindacati confederali hanno evidenziato le problematiche ancora presenti e si è pertanto reso necessario prorogare lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2020.
Cgil Cisl Uil hanno inoltre confermato la necessità di semplificare le procedure inerenti la ricostruzione e adottare misure per accelerare la realizzazione degli interventi, ovviamente rispettando i criteri di trasparenza, legalità e sicurezza sul lavoro. Infatti, purtroppo, vi sono evidenti ritardi della ricostruzione privata e pubblica e in molte zone risulta persino bloccata.
Inoltre, a oggi non esiste un piano macerie dettagliato. Attualmente sono state rimosse 1.711.498 tonnellate, mentre sono ancora da rimuoverne ben 797.544. Purtroppo, manca anche una programmazione realistica dei tempi nei quali si prevede il termine della ricostruzione, che deve essere affidata alle Amministrazioni locali, che hanno conoscenza dei luoghi e dei rischi presenti.
Il Decreto Clima, attualmente in discussione, deve comprendere anche le misure per gli interventi sismici a partire da quello dell’ Aquila del 2009.
Infine, nell’audizione del 4 novembre, Cgil Cisl Uil hanno evidenziato l’attenzione che bisogna dare al rischio di spopolamento delle aree colpite dal sisma, accelerando la ricostruzione di opere pubbliche come ospedali e scuole, condizione necessaria per prevenire l’abbandono coatto del territorio. Come abbiamo visto, purtroppo, al di là degli aiuti concreti che i vari progetti del Comitato Sima Centro Italia sta dando, la ripresa per i territori del centro Italia colpiti dal sisma risulta ancora essere lontana.

 

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