Mariupol – San Giorgio di Nogaro, lontani e vicini

di Luigi Oddo

Il momento è difficile per tutti, non è la mancanza di lavoro una volta tanto a pesare, ma  il costo energetico che sta generando un pesante arretramento delle ore lavorate, alle quali seguono meno retribuzione e meno capacità di spesa per le famiglie.


AVANTI CON FIDUCIA
C’è chi dice no e si proietta verso il futuro, con coraggio e determinazione, mette in campo la prima scommessa, ovvero la fiducia verso i propri dipendenti prima del mercato: è la Metinvest Trametal spa, il sito di San Giorgio di Nogaro (Udine) che fà parte del Gruppo Metinvest Holding.
La più grande società privata dell’Ucraina occupa il 13° posto tra le più grandi aziende dell’Europa centrale e orientale ed è uno dei maggiori produttori di materie prime di minerale di ferro e acciaio.
Metinvest è tra le prime 50 più grandi aziende siderurgiche del mondo, la capacità di produzione di acciaio grezzo è di 15 milioni di tonnellate all’anno. 
Una grande multinazionale siderurgica, un colosso da 13 miliardi e mezzo di dollari di ricavi, con 11mila dipendenti occupati prima  della guerra.

UN ACCORDO SUL PDR
Un  primo momento critico per lo stabilimento di San Giorgio si e verificato all’inizio della guerra, in quanto dipendenti dalla produzione di Azvostal con i suoi 4 milioni di tonnellate di acciaio l’anno, e con una esportazione notevole. Rifornivano il sito di San Giorgio di Nogaro, il quale ha sofferto l’interruzione della fornitura di brame.
Il conseguente costo energetico aumentato a dismisura ha comportato, anche se per un breve periodo, il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria con un fermo produttivo su quasi tutto lo stabilimento.
Il recupero delle brame è avvenuto su altri fronti e consente oggi di poter continuare a produrre con più tranquillità.
Nonostante le difficoltà, l’azienda ha sottoscritto con la Uilm un accordo sul premio di risultato aziendale, incrementando notevolmente il reddito dei dipendenti: un nucleo di circa 300 addetti professionalmente preparati e volenterosi che si sono visti corrispondere in aggiunta un aumento salariale per contrastare l’inflazione pari al  3,5%. Iniziativa che trova grande soddisfazione, che consolida un rapporto tra dipendenti, azienda e rappresentanze sindacali, ove il mantenimento dell’occupazione è la base che consente di guardare al futuro con meno preoccupazione.  

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