Ex Ilva: bene fondi per bonifiche, ora Governo garantisca futuro occupazionale e industriale

“Riteniamo positiva la decisione delle Commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera di riassegnare i 575 milioni di euro alle opere di bonifica dei siti inquinati a Taranto. Dopo questo voto, che ha dimostrato per l’ennesima volta la mancanza di univocità nella maggioranza governativa, vogliamo sapere cosa l’Esecutivo intende fare per garantire il futuro occupazionale e industriale dell’ex Ilva”. Il commento del Segretario generale Uilm, Rocco Palombella, non si è fatto attendere dopo che nelle votazioni della notte del 17 febbraio scorso le commissioni hanno soppresso l’articolo 21 del decreto Milleproroghe. Tale articolo spostava inizialmente 575 milioni di euro del patrimonio di Ilva in amministrazione straordinaria destinato alle bonifiche dei siti inquinati ai futuri impianti di decarbonizzazione nel siderurgico di Taranto.

LAVORATORI IN CASSA INTEGRAZIONE
“Nel frattempo – sottolinea Palombella – ci sono oltre 2.400 lavoratori in cassa integrazione, un silenzio assordante sul futuro dei 1.600 in Ilva As, una crisi di liquidità dell’azienda che non consente il regolare acquisto di materie prime, un aumento della produzione e il pagamento delle aziende dell’indotto. Inoltre, non è mai stata avviata una vera discussione sul piano industriale mentre a fine marzo scadrà la Cig Covid”.
Secondo alcune agenzie di stampa Acciaierie d’Italia si accingerebbe a far partire una richiesta di cassa integrazione straordinaria di 12 mesi per tutto il gruppo per circa 3mila addetti complessivi. La richiesta dovrebbe essere avanzata il 28 febbraio, quasi un mese prima della scadenza dell’attuale cassa in corso che è di tipo ordinario. “Devono sapere che noi non accetteremo una cassa in bianco, vogliamo conoscere nel dettaglio il piano industriale e vogliamo la garanzia occupazionale per tutti i lavoratori”.
Il bilancio, secondo il leader dei metalmeccanici della Uil, è negativo per via dell’immobilismo dei vari Governi che si sono avvicendati negli anni senza realmente tenere conto delle difficoltà vissute proprio dai lavoratori.

NUMERI DA RECORD
Palombella considera “gravi” le scelte della politica nei confronti dell’ex Ilva e del settore della siderurgia in generale. “È ormai tempo di conoscere le reali intenzioni del Governo e di Acciaierie d’Italia sul futuro di tutti i siti del Gruppo, vogliamo sapere se l’Esecutivo considera realmente questo settore strategico per il nostro Paese”.
Tutto questo accade mentre il mercato dell’acciaio fa registrare record dei fatturati delle aziende, tra cui la stessa ArcelorMittal che ha raggiunto nel 2021, in piena pandemia, i 15 miliardi di dollari di ricavi a livello mondiale e ha aumentato le consegne del 9% arrivando a quasi 62 milioni di tonnellate. “Sembra incredibile, oltre al danno la beffa”, conclude.

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