Come si va in pensione in attesa della riforma

Dopo tre anni di applicazione, la sperimentazione di Quota 100 è terminata. La legge di Bilancio, infatti, non ha prorogato la possibilità di andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi tra il 2019 e il 2021. Tuttavia, chi ha raggiunto questi requisiti entro l’anno scorso può accedere alla pensione anche quest’anno o nei successivi.

QUOTA 102
Nel 2022 invece, chi non vuole attendere di compiere i 67 anni di età per accedere al trattamento di vecchiaia o ai 41/42 anni e 10 mesi di contributi ha a disposizione Quota 102 che richiede almeno 64 anni di età e 38 di contributi, di cui almeno 35 di contribuzione effettiva che esclude quelli per disoccupazione e malattia non integrata dal datore di lavoro. La platea degli ammessi a questa pensione anticipata è identificata nei nati entro il 31 dicembre 1958.
Per raggiungere il requisito di 38 anni di contributi si possono usare tutti gli “strumenti” già disponibili per Quota 100. In particolare, i lavoratori che aderiscono possono utilizzare la facoltà di cumulare gratuitamente i periodi assicurativi non coincidenti presenti nelle gestioni Inps, inclusa quella separata, a condizione che non siano già titolari di un trattamento pensionistico a carico di una delle gestioni interessate dal cumulo.

LA VERTENZA
Nel frattempo, come sappiamo Cgil Cisl e Uil hanno presentato al governo una piattaforma unitaria che ha l’obiettivo di migliorare e riformare il sistema pensionistico, in continuità con l’iniziativa condotta nei confronti dei precedenti governi e che ha permesso in questi anni di conseguire importanti risultati.
Cgil Cisl e Uil, hanno chiesto con forza di accelerare il confronto per dare risposte concrete e per riportare equità sociale nel sistema attraverso una riforma strutturale.
Nella piattaforma si richiede di andare in pensione a partire dai 62 anni di età, o con 41 anni di contributi a prescindere dell’età; il riconoscimento pensionistico della diversa gravosità dei lavori, del lavoro di cura e delle donne e dei disoccupati; l’introduzione di una pensione di garanzia per i più giovani e per chi svolge lavori poveri e discontinui; la tutela del potere di acquisto delle pensioni, il rafforzamento della 14esima mensilità e l’allargamento della platea dei percettori; il rilancio della previdenza complementare.

PROSSIME TAPPE
Il prossimo incontro “politico” sulla riforma delle pensioni 2022, al quale parteciperanno sindacati e ministero del Lavoro, è atteso per il 7 febbraio, ma nel frattempo si stanno riunendo i tavoli tecnici, dai quali emergono nuove proposte e indicazioni. Milioni di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati attendono risposte.

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