L’Editoriale

Cari lavoratori, 

dopo la breve pausa natalizia riprendiamo con il primo numero del 2021 di Fabbrica società.
Nonostante i provvedimenti messi in atto dal governo per arrestare la pandemia purtroppo abbiamo registrato un innalzamento dei numeri provocato molto probabilmente dallo shopping pre natalizio.

La notizia più importante, quella che aspettavamo da tempo, è che la somministrazione dei vaccini è stata anticipata rispetto al programma. Tutta l’Europa, e quindi anche l’Italia, si era organizzata per iniziare la vaccinazione entro la fine di gennaio, considerando invece l’aumento dei casi e anche la disponibilità del vaccino Pfizer, si è potuto iniziare a vaccinare con un abbondante mese di anticipo il 27 dicembre. 

Dobbiamo riconoscere il grande impegno che ha profuso l’Organizzazione Mondiale della Sanità e i ricercatori di tutto il mondo, che hanno permesso la produzione dei vaccini in meno di anno.
L’Italia è stata tra le nazioni che tra le prime ha inizialmente isolato il virus e poi avviato lo studio di un vaccino che al momento non ha ancora ricevuto le autorizzazioni necessarie alla somministrazione.
È stato stabilito un calendario vaccinale che, al di là delle polemiche anche ingenerose alcune volte, ha coinvolto già quasi 1 milione di cittadini.

Siamo ben lontani dell’immunità di gregge, non sappiamo quando la raggiungeremo, però l’inizio della vaccinazione ha sicuramente contribuito a ricreare per certi versi un clima di fiducia in attesa di un graduale ritorno alla “normalità”. Tuttavia il numero dei decessi continua a rimanere alto così come quello dei contagi. Il governo è stato costretto a mettere in campo ulteriori restrizioni e il Comitato Tecnico Scientifico ha addirittura consigliato di mantenere lo stato di emergenza fino al 31 luglio. Il Paese continua a rimanere fermo e la spinta di ripresa dell’autunno scorso è stata esaurita. 

Il Paese aveva bisogno di un governo coeso per superare questa fase di grande difficoltà, invece si è innescata una crisi che noi ci auguriamo si possa risolvere nel breve tempo possibile e che si scongiuri qualsiasi possibilità di elezioni anticipate. L’Italia si gioca il suo futuro, poiché l’economia continua a rimanere bloccata.

Il blocco dei licenziamenti fino alla fine di marzo appare già molto vicino e l’unica possibilità per una ripresa sembra essere l’utilizzo dei soldi del Recovery Fund. Non possiamo apparire agli occhi dell’Europa come quelli che non sono in grado di utilizzare bene i fondi. Per cui speriamo che questa crisi possa risolversi nel giro di pochissimo tempo.

Cgil Cisl e Uil devo incalzare il governo per aprire la discussione sull’utilizzo dei fondi e soprattutto per  capire da subito come andare oltre la data della fine di marzo per evitare licenziamenti e chiusure. Fino a quando non ci sarà una vera ripresa, il governo deve rendersi conto che si deve far carico dell’utilizzo di ammortizzatori sociali, cassa integrazione e blocco dei licenziamenti.  

Sul fronte interno abbiamo ripreso la trattativa sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro con Federmeccanica-Assistal dopo aver scongiurato il 22 dicembre una ulteriore rottura che avrebbe aperto scenari sicuramente negativi.

La trattativa è ripresa con la consapevolezza di tutti di andare a avanti, intensificare il calendario e verificare per i primi di febbraio se ci sono le condizioni per un affondo finale.
Continuano a rimanere distanze sia sulla parte economica che sulla parte normativa, però noi confidiamo sulla volontà e l’affidabilità della nostra controparte. Tutta l’organizzazione sarà impegnata sul rinnovo contrattuale, che in questo momento è prioritario per il settore metalmeccanico. Dopo un lungo negoziato, i tempi sono maturi. 

All’inizio di questo anno si è riunita la prima assemblea della nuova società Stellantis destinata a diventare il quarto produttore mondiale di auto. Seguiremo con attenzione tutte le varie fasi delicate dell’integrazione tra questi due grandi produttori mondiali di autovetture. Entro questo mese sicuramente saranno perfezionate le procedure di integrazione con la relativa quotazione in borsa. 

C’è stato anche un incontro tecnico sull’ex Ilva con i vertici di ArcelorMittal e Invitalia, infatti non è stata prevista la presenza del governo, riteniamo che questa sia stata comunque una anomalia. Il governo deve essere il garante dell’accordo realizzato.
Abbiamo espresso tutto il nostro disappunto sullo svolgimento di quell’incontro, sia per la scarsezza di notizie che per l’impossibilità di valutare effettivamente i contenuti dell’intesa, ciononostante per senso di responsabilità abbiamo deciso di avviare approfondimenti stabilimento per stabilimento e poi riprendere la trattativa in seda nazionale. Questo ci permetterà di arrivare alla metà di febbraio quando ci aspettiamo il via libera dell’antitrust europeo.

Insomma il 2021 è ripreso e con lui tutte le nostre attività, purtroppo con le difficoltà che avevamo già evidenziato nel corso del 2020 e in particolare l’impossibilità di fare riunioni in presenza.

Mi auguro che la somministrazione del vaccino, in aggiunta a ulteriori norme restrittive approntate, possano servire a far diminuire quanto più possibile la pressione della pandemia.

Noi continuiamo a sostenere l’importanza dell’utilizzo dei dispositivi di sicurezza, il distanziamento sociale e proveremo nei prossimi giorni, così come abbiamo fatto nella fase iniziale, a sensibilizzare le aziende per verificare se ci sono le condizioni per poter vaccinare anche i nostri lavoratori.
Riteniamo, infatti, che chi si occupa della manutenzione dei macchinari ospedalieri debba ricevere il vaccino così come gli operatori sanitari e i medici, poiché fanno un lavoro altrettanto importante in questa fase così delicata.

Questo dimostra ancora una volta come il nostro settore sia strategico per il nostro Paese. 

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