Come sarà il prossimo congresso di IndustriAll Europe?

di Chiara Romanazzi

La scorsa settimana è stata particolarmente intensa a livello sindacale europeo. Come sappiamo, quest’anno a maggio avrebbe dovuto svolgersi a Salonicco il terzo congresso di IndustriAll Europe che, a causa della pandemia, è stato poi rinviato a giugno 2021, sempre in Grecia.
Purtroppo, come tutti i sappiamo, dopo una brevissimo periodo in cui i contagi sembravano diminuire, la pandemia è nuovamente esplosa in tutta la sua drammaticità in Europa, rendendo assolutamente impossibile un ritorno a una vita normale e mettendo seriamente in discussione lo svolgimento di un congresso europeo in presenza (dove si riunirebbero ben 700 persone provenienti da tutto il continente).

VIDEOCALL EUROPEE
Essenzialmente per questo motivo, la scorsa settimana abbiamo partecipato a due importanti video conferenze europee. La prima si è svolta il 15 ottobre con i nostri colleghi turchi e greci (con i quali formiamo la Regione Sud del sindacato industriale europeo); mentre la seconda si è svolta il 16 ottobre tra i Segretari Generali dei sindacati italiani industriali e il gruppo dirigente di IndustriAll Europe: Luc Triangle, Segretario Generale, e Judith Kirton Darling, Segretario Generale Aggiunto.
Durante lo svolgimento del prossimo comitato esecutivo europeo, che si terrà online il 24 e 25 novembre, dovremo votare sulla modalità di svolgimento del prossimo congresso.

Al vaglio ci sono 4 modalità:

  1. Svolgimento in presenza fisica con 700 persone (tra delegati e ospiti)
  2. Svolgimento in presenza fisica soltanto con i delegati al Congresso (300 persone)
  3. Svolgimento in modalità ibrida: in parte in presenza (soltanto 24 persone dello staff di IndustriAll Europe + gli interpreti) e in parte online
  4. Svolgimento totalmente online, con l’intenzione di svolgere un evento in presenza successivamente

CONGRESSO ONLINE
In base all’attuale numero di contagi, ed essendo ancora ignota la situazione pandemica a giugno 2021 (così come è ignota l’eventuale possibilità di avere un vaccino per allora), in base alle consultazioni pre esecutivo che stanno avvenendo in questi giorni, le opzioni in modalità fisica sono sicuramente da escludere.
Difatti, sarebbero troppo rischiose per la salute, mentre dal punto di vista della partecipazione, alcuni Paesi sarebbero impossibilitati a partecipare a causa del blocco dei voli, e in tal caso ci potrebbero essere dei problemi di partecipazione democratica.
Dalla stessa IndustriAll Europe e dai colleghi greci che dovrebbero organizzare il congresso c’è stata anche la bocciatura dello svolgimento del congresso in modalità ibrida. Tale modalità per i greci sarebbe tecnicamente impossibile da attuare a causa dell’interpretazione simultanea, che dovrebbe teoricamente funzionare contemporaneamente per i presenti in sala e per i collegati da remoto.
Quindi, l’unica modalità che attualmente sembra essere attuabile è quella online, con l’impegno di dover organizzare successivamente un evento in presenza. La decisione ufficiale sarà comunque presa durante il prossimo comitato esecutivo europeo.

DISCUSSIONE DEL 16 OTTOBRE
Come accennavo, la videoconferenza del 16 ottobre, invece, è avvenuta fra i Segretari Generali e il gruppo dirigente di IndustriAll Europe. Luc Triangle ha aperto la conference facendo un breve excursus dell’evoluzione pandemica dalle origini a oggi e ha fatto una rapida analisi della risposta della Commissione europea alla crisi da coronavirus. Ha ricordato che il Consiglio Europeo ha stanziato 750 miliardi di euro per il piano di rilancio europeo, facendo un piccolo confronto con quella che invece era stata la reazione della Commissione nel 2008 alla crisi finanziaria immobiliare, quando attuò le politiche di austerità.
Attualmente, invece, ci sono 750 miliardi di euro, con 500 progetti diversi e 27 programmi nazionali: ma chi li coordina?
Nel corso della call è stata illustrato un breve quadro delle crisi settoriali europee. Nel settore auto sono stati annunciati 100 mila licenziamenti; per quanto riguarda l’Aerospazio, Airbus ha annunciato licenziamenti di massa; metà della produzione di acciaio in Europa è a rischio e in molti Paesi la contrattazione collettiva viene smantellata, come in Finlandia e nell’Est Europa.

INTERVENTO DI ROCCO PALOMBELLA
Dopo aver presentato le crisi a livello europeo, il gruppo dirigente di IndustriAll Europe, ha voluto conoscere le condizioni economiche e settoriali italiane. A tal proposito, il Segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, ha evidenziato come, nonostante la difficile situazione, abbiamo continuato a svolgere iniziative che hanno sempre posto al centro il lavoro. Ha inoltre espresso preoccupazione sul fatto che il ministro dello Sviluppo economico ha dichiarato che non ci sarà la proroga del blocco di licenziamenti a partire da dicembre: decreto legislativo che per ora sta arginando le ricadute occupazionali di questa crisi pandemica. A livello settoriale, per quanto riguarda la siderurgia, non si riescono ancora a capire le intenzioni di ArcelorMittal che ha ridotto la produzione di acciaio in Italia di oltre 3 milioni di tonnellate: situazione che trascina anche gli altri stabilimenti italiani.
Per quanto riguarda gli elettrodomestici, pur non avendo avuto grosse ricadute, la Whirlpool ha deciso di chiudere lo stabilimento campano di 350 dipendenti. Lo sciopero unitario di 24 ore avvenuto il 22 ottobre si aggiunge ai numerosi altri scioperi svoltisi quest’ano per questo stabilimento.
Per l’automotive, in Italia ci sono piccoli segnali di ripresa, in particolare registratisi ad agosto e a settembre. Attualmente vi è in atto una fusione tra Fca e Psa per la quale, però i sindacati non sono stati coinvolti.
Ha fatto molto discutere la scelta di designare un componente esterno nel Cda che, inizialmente, avrebbe dovuto invece essere un rappresentante dei lavoratori.
Per quanto riguarda invece Boeing, in Italia avviene la produzione di 2 pezzi di fusoliere. Il crollo del rating è passato da 14 a 6 fusoliere al mese e nei 2 stabilimenti italiani (di Taranto e di Pomigliano) le ricadute sono molto pesanti.
Infine, il Segretario generale della Uilm ha sottolineato come la già pesante situazione economica italiana sia stata ulteriormente aggravata da quando, il 7 ottobre, sono state rotte le trattative con Federmeccanica, la quale intendeva “aumentare” i salari legandoli ai soli indici Ipca. Ha quindi illustrato al sindacato industriale europeo le iniziative di lotta che abbiamo messo in campo: 6 ore di sciopero il 7 ottobre stesso e lo sciopero generale il 5 novembre.

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