Ex Ilva: tra scelte incomprensibili e futuro preoccupante

Una crisi nella crisi, un’emergenza che peggiora la situazione già estremamente complicata: questa è la fotografia della vertenza dell’ex Ilva, con il Coronavirus che ha reso ancor più drammatiche le condizioni e le prospettive occupazionali di migliaia di lavoratori della più grande acciaieria europea.

CALO PRODUTTIVO E CIG
“Taranto non ha mai prodotto così poco da quando esiste lo stabilimento” ha dichiarato Rocco Palombella, Segretario generale Uilm. “L’azienda sostiene che il calo della produzione si sia reso necessario a causa della crisi internazionale” sottolinea il leader Uil, aggiungendo che “è chiaro che in questa situazione possono raccontarti ciò che vogliono usando l’alibi del Coronavirus”. Lo stabilimento tarantino, prosegue Palombella, “ha cinquemila lavoratori in cassa integrazione e non siamo disponibili a firmare accordi che li sacrificano”. Una situazione di preoccupazione la stanno vivendo anche i lavoratori di Genova e Novi Ligure dopo la decisione di ArcelorMittal di chiudere un altoforno e diverse cokerie nello stabilimento di Fos-Sur-Mer, nei pressi di Marsiglia le cui produzioni sono destinate in parte all’Italia e in particolare ai due siti del Nord Italia.
Nel frattempo il 5 maggio la multinazionale franco-indiana ha annunciato la ripartenza degli impianti laminatoio a freddo e treno lamiere, grazie a vecchi ordini che erano stati sospesi per il Coronavirus, in particolare si tratta di forniture ai gruppi Marcegaglia e Arvedi. Grazie al riavvio di questi impianti torneranno a lavoro di lavoratori attualmente in cig.

CAOS TEST SIEROLOGICI
Una decisione incomprensibile e un cortocircuito istituzionale che solo nelle ultime ore sembra tornato nella normalità. Nella serata del primo maggio l’Asl di Taranto, spiega Palombella, “ha intimato ad ArcelorMittal di bloccare i test sierologici sui dipendenti”. Nei giorni precedenti, prosegue il leader dei metalmeccanici Uil, “era arrivata una prima lettera con la quale si sconsigliava l’utilizzo dei test sierologici perché, contrariamente ai tamponi, non consentirebbero di fare diagnosi di malattia”. Una decisione che Palombella definisce “incomprensibile” e “che va in contrasto con quanto disposto e comunicato positivamente dalla ASL di Genova per i lavoratori ex Ilva”. “Ci troviamo di fronte a una situazione assurda e a subire le conseguenze saranno i lavoratori, privati di un esame importante in questa situazione drammatica” ha aggiunto Palombella che aveva invitato il Prefetto a intervenire sull’azienda sanitaria locale e dar la possibilità a centinaia di lavoratori di avere a disposizione un controllo rilevante. Il 5 maggio Asl Taranto e ArcelorMittal hanno redatto un protocollo operativo per la ripresa dei test sierologici al personale dipendente dello stabilimento siderurgico di Taranto risolvendo quella che sembrava sempre più una situazione assurda.

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