L’Editoriale

Care lavoratrici e cari lavoratori,

ci giungono notizie drammatiche dai territori colpiti dall’ondata di piogge di questi ultimi giorni, in particolare in Emilia-Romagna, che stanno provocando grossi allagamenti. I numeri sono impressionanti si parla già di 14 vittime, 21 fiumi esondati e 23 corsi d’acqua hanno superato il livello di allarme, 37 comuni allagati con situazioni gravi a Cesena, Forlì, Bologna, Imola, Rimini, Riccione e Castel Bolognese, 300 millimetri di pioggia e 1.100 volontari a lavoro.

Una catastrofe che una volta avremmo definito “senza precedenti”, ma purtroppo non è così. Sempre più spesso, infatti, assistiamo nel nostro Paese a fenomeni avversi eccezionali.
In Italia secondo alcuni studi, negli ultimi dieci anni sono stati registrati oltre mille eventi meteorologici estremi. Fenomeni con i quali, purtroppo, dovremo imparare a fare i conti soprattutto se non ci decidiamo a mettere in sicurezza il nostro Paese.

Oggi l’emergenza è in Emilia-Romagna, per questo abbiamo chiesto al Governo di intervenire immediatamente e di dichiarare lo stato di calamità. Abbiamo chiesto di disporre la fermata temporanea delle attività produttive inagibili e irraggiungibili, con la copertura di una cassa integrazione “speciale” per consentire di salvaguardare la sicurezza delle persone che lavorano.
Speriamo che tutto questo passi presto, siamo certi che i cittadini di quei territori sapranno rialzarsi e trovare la forza di ricostruire ciò che è stato distrutto. Questo è un grande pregio di noi italiani.

In questi ultimi giorni ovviamente siamo stati impegnati sul fronte sindacale, in particolare solo qualche ora fa è giunta la notizia che Acciaierie d’Italia, nonostante il riavvio dell’altoforno numero due, abbia aumentato il numero di lavoratori in cassa integrazione straordinaria. Di fatto si stanno avverando tutti nostri pronostici. Come avevamo denunciato lo scorso marzo, quando altre organizzazioni sindacali hanno deciso di firmare la cigs, si porta a compimento una gestione dello stabilimento che non mira a salvaguardare l’occupazione. L’ennesima beffa per la quale abbiamo chiesto al Governo, ancora una volta, di prendere in mano la situazione e fare una scelta chiara.

Noi non ci siamo mai fermati, verificheremo e adotteremo tutte le azioni da mettere in campo che si renderanno necessarie.

Giovedì 18 maggio è stata inoltre una giornata importante, poiché abbiamo presentato ufficialmente alla direzione di Leonardo presso la sede di Unindustria, a Roma, la piattaforma per il rinnovo del Contratto integrativo di Gruppo. Il bisogno di procedere al rinnovo dell’integrativo deriva dal dinamismo organizzativo che caratterizza Leonardo che sta perfezionando un assetto industriale che presumo e mi auguro continuerà nel segno dello sviluppo.

I nodi da sciogliere sono ancora diversi, e gli intrecci non passano esclusivamente dal contesto nazionale ma anche da quello europeo che, in virtù delle accelerazioni generate dal conflitto russo-ucraino, non potrà tergiversare molto a lungo sulla definizione dei programmi che riguardano la Difesa Comune e la Leonardo ha tutte le carte in regola per poter ambire a un ruolo di spicco in questo contesto.

Tutto ciò deve avvenire anche con un nuovo protagonismo del Governo attraverso scelte chiare di politica industriale coordinate e sostenute dai vari Ministeri interessati.

Questa necessità è fondamentale nel processo sempre più ineludibile di una politica industriale dell’Aerospazio, dell’Elettronica della Difesa e delle Reti, che genererà accorpamenti, fusioni e programmi comuni sia in una logica di efficienza degli investimenti comunitari, che per mantenere la prevalenza tecnologica nel mercato internazionale, sempre più competitivo ma più ampio, vista la velocità di crescita di importanti aree del mondo.

Oltre le giuste rivendicazioni economico e normative che con questa piattaforma rivendichiamo per fronteggiare la spinta inflattiva non possiamo ignorare che ci sia il bisogno di avviare un confronto su alcuni temi legati proprio alla evoluzione societaria, al bisogno manifestato in modo importante dai tanti giovani che si affacciano al mondo del lavoro e che si avvicinano alla Leonardo, un equilibrio diverso fra lavoro e vita privata, e noi aggiungiamo anche, un maggior coinvolgimento nel modello di governo aziendale.

Questi temi stanno assumendo invece sempre maggior rilevanza all’interno delle aspettative che vengono avanzate da chi approccia il mondo del lavoro. Una grande realtà come la Leonardo potrebbe fare da apripista e trovare soluzioni che potranno costituire ulteriore appeal aziendale senza sottrarsi all’obbligo della Responsabilità Sociale cui è chiamata.

Questo è il motivo per cui riteniamo che all’interno di questo percorso si debba affrontare senza timore il tema della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Certo, con la giusta cautela, ma con tutta la determinazione proprio contando sulla forza che deriva dal modello di relazioni industriali che abbiamo costruito.

Domani, sabato 20 maggio, sarò a Napoli dove si svolgerà l’ultima delle tre manifestazioni unitarie di Cgil Cisl e Uil per una nuova stagione dei diritti e del lavoro.

Non mi resta che augurarvi buona lettura…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *