L’Editoriale di Rocco Palombella

Care lavoratrici e cari lavoratori,

nonostante il miglioramento del clima, l’infezione pandemica non accenna ad attenuarsi. Continua a diminuire la capacità distruttiva del virus, ma il numero delle infezioni resta ancora elevato complici anche le riaperture.

Intanto la Guerra, provocata dalla Russia nei confronti del popolo ucraino, dopo due mesi continua incessantemente ad uccidere vite umane e a radere al suolo intere città.

Dico in premessa che i due temi rivestono una grande rilevanza sociale, tutto il mondo continua a rimanere esterrefatto per la brutalità di un conflitto che non accenna a finire. Purtroppo, ogni giorno che passa si ha la percezione di un allargamento del conflitto. In ordine di tempo, proprio le dichiarate volontà di adesione alla NATO da parte di Finlandia e Svezia hanno creato ulteriori tensioni e divisioni e vedono anche il presidente turco Erdogan contrario a questa scelta. 

Noi sin dall’inizio abbiamo espresso chiaramente critiche sui tempi lunghi di un conflitto così atroce che rischia di peggiorare ulteriormente la situazione già di per sé delicata. In questo preciso momento non si riesce a capire realmente chi sono i Leader mondiali più rappresentativi che possono intercedere con Putin e negoziare la fine del conflitto.

Il nostro Presidente del Consiglio è tornato da pochi giorni dagli Stati Uniti, dove ha incontrato il Presidente Biden, ma non si riescono a comprendere bene quali siano stati gli scambi e gli accordi fatti tra i due. Sicuramente sono stati rafforzati i rapporti che il nostro Paese ha avuto negli anni con gli USA, ma non è emerso altro dato significativo.

Dopo gli incontri del Governo con Cgil Cisl e Uil sulle misure previste nel Def non vi sono stati ulteriori passi in avanti se non le decisioni del Governo di varare alcune misure, tra cui i 200 euro per i lavoratori che hanno un reddito inferiore a 35mila euro lordi. Per il resto tutto tace, nessun altro incontro è stato calendarizzato.

Non ci stancheremo mai di sollecitare il ministro dello Sviluppo economico, quello del Lavoro e gli altri ministri competenti a interessarsi dei problemi che rischiano, se non affrontati, di far arretrare ulteriormente la nostra economia. Anche con quei provvedimenti annunciati, i prezzi non sono diminuiti e l’inflazione ha continuato a correre.

Mai come in questo momento la salvaguardia dei posti di lavoro e il mantenimento del reddito pro capite e familiare diventano un elemento imprescindibile.

A fronte delle nostre richieste alcune aziende in ambito nazionale hanno deciso di erogare, per tutti i propri dipendenti, una somma una tantum per poter favorire gli acquisti e per poter attenuare gli effetti devastanti di questa maledetta inflazione.

L’aumento delle tariffe che negli anni scorsi erano sotto il rigoroso controllo del Governo, ormai da tempo sono state liberalizzate e il Governo stesso non è stato in grado di intervenire per evitare danni irreparabili sul piano sociale.

Sotto l’aspetto invece occupazionale, o delle crisi industriali, continuiamo a registrare una mancanza di volontà da parte del Governo di intervenire con tutta la sua determinazione per evitare che si instauri un clima di tensione.

Siamo molto preoccupati per tutto il settore dell’automotive, siamo preoccupati di come si sta gestendo la crisi del settore siderurgico, a partire dalla vertenza su Acciaierie d’Italia, siamo preoccupati delle dichiarazioni che la Whirlpool ha fatto circa la necessità di considerare il mercato Europeo sempre meno importante con l’eventuale prospettiva di un forte ridimensionamento o addirittura di una vendita degli stabilimenti italiani ed europei.

Sarebbero drammatiche le ripercussioni per il nostro Paese considerando che circa 5mila dipendenti diretti lavorano per Whirlpool. Purtroppo, da diversi anni registriamo un comportamento del colosso americano quantomeno poco responsabile e disinteressato nella gestione degli investimenti sugli stabilimenti italiani.

Nonostante tutto, non ci stancheremo mai di rincorrere il Governo affinché intervenga immediatamente e consideri prioritario il tema industriale che non può, per nessuna ragione, essere lasciato alla deriva.

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