Esecutivo e Consiglio nazionale Uil: definire un nuovo modello di sviluppo

Si sono svolti il 25 e il 26 gennaio rispettivamente l’Esecutivo nazionale e il Consiglio nazionale della Uil, entrambi in videoconferenza. Una due giorni intensa di dibattito che non poteva che partire dall’attuale situazione del Paese alla luce della crisi di governo che rischia di rallentare anche il percorso di collaborazione che le organizzazioni sindacali avevano avviato con il governo.
Il Segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha spiegato come nell’ultimo incontro siano stati condivisi gli obiettivi generali del Piano presentato dal governo e le missioni identificate. “Abbiamo chiesto il coinvolgimento delle parti sociali nella fase di predisposizione e implementazione del Piano – ha detto – attraverso dei tavoli di lavoro su ogni singola missione, allo scopo di definire un cronoprogramma degli impegni di spesa per monitorare l’efficace implementazione e gli impatti, soprattutto occupazionali”.
“Crediamo nell’assoluta necessità di sviluppare parallelamente investimenti e riforme”, ha aggiunto Bombardieri. “Ci preoccupano alcuni aspetti ancora non definiti della governance e soprattutto il possibile ritorno nel prossimo futuro delle regole del patto di stabilità, che chiediamo venga definitivamente superato e accompagnato da una nuova politica economica. Ribadiamo infine la necessità di chiedere all’Europa il rifinanziamento dello Sure”.

UNO STUDIO SULLA PANDEMIA
Nel corso dell’Esecutivo è stato illustrato uno studio sulle risorse impegnate dal governo per il rilancio e il sostegno dell’economia italiana colpita dalla pandemia di Covid-19 tra marzo 2020 e dicembre 2020.
Da questo studio è emerso che lo Stato italiano ha impegnato a debito 141 miliardi e 886 milioni per interventi a sostegno delle persone e dell’economia del Paese. Risorse allocate per il 67% (95 miliardi e 732 milioni) a imprese e lavoratori autonomi; il 26% (36 miliardi e 327 milioni) per cassa integrazione e sostegno al reddito dei lavoratori dipendenti; il resto per altre misure trasversali.
Il tema posto in prospettiva della ricostruzione economica e produttiva del Paese è quello di come si procederà al risanamento di questo debito. In tale direzione, un’equa riforma fiscale è lo strumento indispensabile. Bisogna assolutamente evitare che questo risanamento sia ancora una volta pagato dai lavoratori dipendenti e dai pensionati che sono i soggetti a più alta fedeltà fiscale.

L’INTERVENTO DI ROCCO PALOMBELLA
Nel suo intervento, il Segretario generale della Uilm Rocco Palombella ha sottolineato come “ci troviamo in una situazione drammatica, poiché è in gioco la credibilità della politica e delle Istituzioni che chiamano in soccorso il sindacato per poter invocare la coesione sociale del Paese”. “Noi – continua Palombella – dobbiamo continuare a essere equilibrati e a svolgere un ruolo determinante. Nelle situazioni di drammaticità dobbiamo fare la differenza. Temi che sembravano importanti e imminenti, come quello dei rinnovi contrattuali, rischiano di passare  in secondo piano perché la situazione è più grave di quello che appare. Noi abbiamo alle spalle solide organizzazioni in grado di poter intervenire e indicare la strada”.

APPROFONDIMENTO
Nel corso del Consiglio nazionale si è svolto inoltre un dibattito che ha visto il coinvolgimento di Elisa Giuliani, professoressa di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università di Pisa e Simone D’Alessandro, professore associato di Economia politica all’Università di Pisa.
L’obiettivo dell’approfondimento è stato quello di discutere idee e soluzioni per una economia più sostenibile dal punto di vista socio-ambientale. Siamo abituati a guardare alle questioni sociali e ambientali con la logica del trade-off: quel che fa bene alla società (ai lavoratori, alla comunità, ecc.) o all’ambiente fa male all’economia e viceversa. Questa logica è più che mai visibile in questo periodo di pandemia, in cui i governi si trovano a bilanciare il diritto alla salute con lo sviluppo economico, mostrando quanto sia complesso risolvere questa tensione e quanto i governi seguano priorità ed ideologie diverse per affrontare la crisi.
Nel loro intervento i docenti hanno cercato di offrire alcuni elementi per ripensare l’economia verso un modello che punti alla creazione di valore di lungo periodo, caratterizzato da imprese più sostenibili e da una più equa redistribuzione della ricchezza.
In questo contesto sono stati affrontati due temi principali: la grande impresa, la responsabilità sociale e la questione distributiva. Ripensare il capitalismo significa ripensare anche il ruolo che l’impresa riveste nella società; impatti delle transizioni digitali ed ecologiche sul mondo del lavoro. La digitalizzazione dell’economia e la transizione ecologica stanno avendo un impatto enorme sul mondo del lavoro. La riduzione dell’orario di lavoro può diventare l’elemento sul quale incentrare le politiche del lavoro.

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