IndustriAll, Aerospazio: la nuova mobilità sostenibile come opportunità per uscire dalla crisi

di Guglielmo Gambardella

La concomitanza della crisi pandemica con la conseguente difficoltà del settore dei trasporti aerei e l’avvio da parte dell’Unione europea del processo di transizione verso una mobilità “sostenibile” pone a tutti gli stakeholders grandi interrogativi. E’ stato questo il tema del meeting organizzato da IndustriAll Europe lo scorso 28 gennaio a cui hanno partecipato oltre 40 rappresentanti sindacali europei ed i rappresentanti del gruppo Airbus e Rolls-Royce. Tante le perplessità emerse, nel corso dell’incontro, da parte dei sindacalisti intervenuti e altrettanti scenari e proposte sul futuro del settore da parte dei manager delle due industrie europee.

OBIETTIVI UE 
Gli obiettivi posti dalla Ue di ridurre del 55% le emissioni al 2030 fino a raggiungere la neutralità nel 2050 sono stati valutati molto “ambiziosi” sia da parte sindacale che da quella aziendale.
Il Green Deal europeo, il pilastro della presidenza di Ursula von der Leyen, potrebbe essere, per alcuni aspetti, molto sbilanciato a favore degli interessi dei “consumatori” ed a sfavore dei lavoratori.
I sindacati europei sono preoccupati dell’impatto occupazionale che si potrebbe generare, in particolare sulla filiera di sub fornitura dell’industria di settore, a seguito del processo di transizione “ambientale e digitale” della mobilità e che si aggiungerebbe a quello che in parte si è già determinato, ma non ancora esaurito, conseguente alla riduzione del traffico aereo.

RISVOLTI OCCUPAZIONALI
Sarebbero circa 190mila, su una platea di circa 600mila, i posti di lavoro nel settore a rischio perdita o soggetti a reskilling nei prossimi anni: molti posti di lavoro scompariranno ed altri se ne creeranno sia nell’industria che nelle infrastrutture aeroportuali ed attività connesse ai trasporti. E quindi ci si chiede: quale sarà il saldo occupazionale? IndustriAll, dopo aver espresso una posizione a favore della decarbonizzazione richiesta dai cittadini europei, si chiede: come è possibile assumere nuovi modelli di business senza lasciare nessuno indietro?
La richiesta dei sindacati europei è quella di poter essere attore protagonista nel percorso decisionale e indirizzare le scelte verso la salvaguardia occupazionale. Anche perché in campo ci potrebbero essere diverse misure da assumere per raggiungere la decarbonizzazione.

NUOVE REGOLAMENTAZIONI
Le azioni prioritarie che si vorrebbero introdurre nel settore del trasporto aereo potrebbero riguardare, in particolare, i velivoli, gli aeroporti e nuove regolamentazioni sulle emissioni di CO2. Si renderà quindi necessario la sostituzione dei velivoli con aerei a basse o zero emissioni di CO2 con alimentazione a idrogeno o con carburanti sostenibili SAF (Sustainable Aviation Fuel) con la creazione delle dedicate infrastrutture.
Sarà necessario adeguare anche gli aeroporti per le emissioni zero, alimentati con energie rinnovabili e dotarli di nuovi sistemi di gestione ed ottimizzazione del traffico aereo.
Per Nathalie Errard, senior vice President Airbus, la decarbonizzazione può rappresentare una opportunità di ripresa e crescita del settore evidenziando la necessità dell’introduzione di incentivi per la sostituzione dei velivoli con altri di nuova generazione. Per la rappresentante del colosso europeo dell’aerospazio, per quanto concerne invece il tema dei bio carburanti, al momento non ci sarebbe tutta la disponibilità necessaria per l’alimentare l’intero parco velivoli esistente; l’obiettivo è quello di arrivare, entro il 2030, a utilizzare al 100% il carburante sostenibile, oggi miscelato in percentuale con quello convenzionale (kerosene). E’ questa, presumibilmente, la scelta che verrà realizzata nel medio periodo.

TRE TEMI
Concludendo, la manager di Airbus, ha posto tre temi: la necessità di difendere il livello tecnologico detenuto dall’industria aeronautica civile europea quale fattore “geopolitico”, l’attenzione dei costi della transizione e l’opportunità di avere una regolamentazione globale per non penalizzare i produttori europei rispetto agli altri competitor. Nei prossimi mesi il gruppo di lavoro di IndustriAll proseguirà nel lavoro di analisi degli impatti della transizione ambientale sul settore dei trasporti e sulle iniziative di lobbying presso le istituzioni europee.

     

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