Coronavirus: cosa accade nei territori

Dopo due settimane dal riavvio produttivo e la fine del lockdown, abbiamo una situazione produttiva della manifattura italiana a macchia di leopardo, con alcune realtà che non si sono mai fermate, seppur rallentando le attività, chi sta riprendendo lentamente e chi ancora si trova in una situazione di estrema difficoltà, con rischi occupazionali per migliaia di lavoratori. Grazie ai resoconti dei nostri Coordinatori regionali, andiamo a vedere le condizioni e le specificità di alcuni territori italiani.

RIPRESA PRODUTTIVA
La ripartenza avvenuta dal 4 maggio ha interessato la maggior parte delle aziende metalmeccaniche, seppur con differenze settoriali e territoriali.

In Toscana monte aziende stanno lavorando normalmente, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, garantite anche dal rigoroso controllo delle Rsu.

Nello stabilimento Hitachi di Pistoia in quest’ultima settimana si è raggiunto il massimo livello delle presenze in fabbrica, mentre in altre realtà industriali toscane si stanno riavviando le produzioni e si stanno predisponendo tutte le misure di sanificazione e igienizzazione costante dei luoghi comuni e delle mense.

Per le aziende medio-piccole del Lazio il 4 maggio non ha rappresentato la data della ripartenza ma della continuità del regime di cassa integrazione causa carenza di ordini.
Per le grandi aziende si è riavviata gradualmente la produzione nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza stipulati a livello nazionale e aziendale.

In Emilia-Romagna c’è una situazione variegata nelle diverse province. A Parma le condizioni sono migliorate rispetto alle settimane precedenti, con una graduale ripartenza del comparto dell’artigianato. Per quanto riguarda l’industria sono fortemente diminuite le richieste della cigo, pur rimanendo molte richieste di proroga. A Piacenza si è registrato un riavvio produttivo con un aumento del personale impiegato, una tendenza positiva che potrebbe arrivare nel breve periodo al pieno organico.

A Ravenna permangono le difficoltà di alcune aziende nel mettere in pratica quanto condiviso preventivamente al tavolo col comitato di sorveglianza previsto dal protocollo e questo sta creando dei problemi soprattutto per quanto riguarda la regolamentazione delle aree comuni, degli spogliatoi, unite al fatto che lavorare otto ore con la mascherina è complicato. Nel ravennate ci sono aziende che stanno riorganizzando i turni, prevedendo una diminuzione dell’orario di lavoro e del ciclo produttivo in generale.

A Modena molte aziende non sono ripartite a pieno regime, continuando ad utilizzare la cigo per una buona parte dei lavoratori.

Infine a Forlì si registra una ripartenza totale di Electrolux e Bonfiglioli, mentre è stata prorogata la cigo per 436 di Marcegaglia Specialties.

“In questa situazione emergenziale non accetteremo decisioni unilaterali delle aziende che, strumentalizzando la pandemia e non per questioni di mercato, mettessero a rischio migliaia di posti di lavoro tramite licenziamenti collettivi o forti ridimensionamenti occupazionali” ha dichiarato Rocco Palombella, Segretario generale Uilm.

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