Piombino: dal 2009 solo belle parole, ma servono azioni concrete 

di Lorenzo Fusco

Sembra una storia infinita quella dell’acciaieria di Piombino, che ha iniziato il suo progressivo e lento declino con la privatizzazione voluta nei primi anni 90, quando lo storico stabilimento fu scorporato dall’Ilva e acquistato dal Gruppo bresciano dei Lucchini, per poi finire successivamente sotto la gestione dei magnati russi dell’acciaio della Severstal. Da allora si è susseguito un Commissariamento nel 2012, il Gruppo algerino Cevital nel 2015 ed infine, è storia di oggi, il passaggio nel 2018 al Gruppo indiano Jsw.

FIUMI DI PAROLE
In tutti questi anni si sono susseguiti Governi di diversi colori politici, sono stati firmati vari Accordi di Programma, sono stati spesi fiumi di parole e di impegni per rilanciare Piombino, ma il fallimento dell’intera classe politica è sotto gli occhi di chiunque.
Dopo la fermata dell’Area e caldo e dell’altoforno nell’Aprile 2014, sono stati annunciati piani industriali per tornare a produrre acciaio con forni elettrici (all’inizio due con opzione per il terzo, poi uno, poi si vedrà..), per laminare prodotti lunghi e piani, per impianti di Corex e Preridotto ma la sola cosa che c’è stata a Piombino è stata una lenta agonia con migliaia di lavoratori in cassa integrazione.
Dopo oltre un anno di silenzio sulla vertenza piombinese da parte della politica, l’azione della UILM e la minaccia di un’iniziativa sotto i palazzi romani, ha portato a una convocazione presso il MiMIT lo scorso 27 Aprile presieduta dalla sottosegretaria Fausta Bergamotto e dal consigliere Giampietro Castano.

UNA RIUNIONE SURREALE
Un’altra riunione surreale in cui il Gruppo Jsw, che era rappresentato dal vicepresidente Marco Carrai, in maniera provocatoria ha accennato verbalmente a un ennesimo piano industriale in cui venivano richieste quasi esclusivamente risorse pubbliche per l’eventuale sua realizzazione, di fatto eliminando intanto dalla discussione l’impianto di laminazione del Treno Vergella in cui operano un paio di centinaia di lavoratori.
La UILM con Guglielmo Gambardella della Segreteria nazionale ha ribadito che si tratta di un Gruppo che dal suo arrivo nel 2018 ha continuato a chiedere senza mai fare investimenti, ha acquisito una commessa miliardaria di rotaie ma che gli impianti continuano a produrre a singhiozzo e la loro inadempienza e inaffidabilità ha prodotto solo ulteriore cassa integrazione e che oramai non hanno più nessuna credibilità né tra i lavoratori né nell’intero Territorio.

IL POTERE DELLA GOLDEN POWER
La UILM di fatto si rivolge al Governo e al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per capire se, visto anche le ingenti risorse previste dal PNRR per i trasporti su rotaie, considera strategico il sito di Piombino che è l’unico stabilimento che produce rotaie in Italia e propone di valutare di esercitare il potere della Golden Power (come sta avvenendo in queste ore per altre realtà) per tutelare e salvaguardare i livelli occupazionali ed il patrimonio tecnologico.
Sicuramente forti e nette le conclusioni della sottosegretaria Bergamotto che, ripartendo dal non rispetto della proprietà indiana dell’attuale Accordo di Programma, considera il comportamento del Gruppo indegno e totalmente inadempiente, conferma che l’assegnazione dell’83% della commessa miliardaria di rotaie è vincolato alla firma di un nuovo Accordo di Programma che dovrà recepire un piano industriale che per il Governo deve contenere il forno elettrico e non la sola laminazione.

PIANO SIDERURGICO NAZIONALE?
La Sottosegretaria conferma che Piombino, così come Taranto e Terni, è nel progetto del Governo Meloni del Piano Siderurgico Nazionale, un piano che continua a essere annunciato a parole da tutti i Governi che si susseguono, ma che nessuno conosce e sa cosa davvero comporti.
Un Territorio come Piombino, che è stato considerato strategico per l’Italia e che in un anno si è visto piazzare per decreto un rigassificatore nel proprio porto per poter rendere il nostro Paese autonomo dal gas russo, ha il diritto di essere seguito dal Governo con un’attenzione che non c’è mai stata finora.

L’AUSPICIO DELLA UILM
Il prossimo incontro per la vertenza Jsw è stato annunciato da Castano entro giugno dato che dovranno tenersi una serie di incontri bilaterali per capire se ci sono le condizioni per un piano industriale condiviso che permetta la sigla del nuovo Accordo di Programma.
L’auspicio come UILM è che queste settimane non trascorrano inutilmente e anzi chiediamo al ministro Ursoe alla sottosegretaria Bergamotto di attivarsi direttamente per valutare un’alternativa al Gruppo indiano, partendo con il contattare quei gruppi siderurgici italiani che hanno manifestato recentemente un interesse per Piombino, che ha prodotto un’attenta Due Diligence, che sembra puntassero alla costruzione di un forno elettrico, ad un impianto di piani e ad investire nel treno rotaie. È il momento di passare dalle parole ad atti concreti per rilanciare l’intera siderurgia piombinese e l’economia di un Comprensorio sempre più in sofferenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *