Clausola di salvaguardia nei CCNL dei metalmeccanici: siamo stati previdenti ma non basta per i lavoratori e per il Paese

di Luca Maria Colonna

Il 5 febbraio del 2021, abbiamo sottoscritto l’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL con Federmeccanica e Assistal, in cui – tra l’altro – abbiamo voluto inserire la cosiddetta “clausola di salvaguardia” (riportata a pagina 186 del testo contrattuale), che prevede l’adeguamento degli importi degli aumenti concordati nel suddetto rinnovo, qualora l’indice “IPCA al netto degli energetici importati” producesse incrementi superiori. A quel tempo, qualcuno – ma non noi – ritenne la “clausola” un eccesso di prudenza. Successivamente, abbiamo inserito analoga clausola nei rinnovi del CCNL Unionmeccanica Confapi, delle Cooperative metalmeccaniche e nel CCNL dell’industria orafa, argentiera e del gioiello.
Nel rinnovo del CCNL Confimi Impresa Meccanica la formulazione è invece un rinvio alla contrattazione nazionale mentre la clausola – pur richiesta dalla Delegazione sindacale alle Associazioni artigiane non è stata ottenuto. C’è da dire però che il CCNL Confimi scadrà il 30 giugno 2023 e quello dell’Artigianato addirittura a fine 2022 e sarà nostro compito presentare le richieste in tempo utile per rinnovare il contratto, tenendo conto della ripresa inflazionistica.

IPCA 
Il 7 giugno 2022 l’Istat ha comunicato la percentuale dello 0,8% come consuntivo medio per l’anno 2021 dell’Indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA) al netto dei beni energetici importati. Questo a fronte di un IPCA complessivo medio 2021 del 2,6%. In sostanza, sostiene l’Istituto italiano di statistica, la spinta inflazionistica derivante dai beni energetici importati per il 2021 è stata circa dell’1,7% che ha scontato nel dato comunicato.
Applicato lo 0,8% sui minimi di ciascun CCNL e per ciascun livello e confrontati i valori ottenuti con gli incrementi contrattuali con decorrenza dal 1° giugno 2022, definiti nei rinnovi sopra ricordati, questi risultano inferiori e quindi la clausola di salvaguardia per quest’anno non sarà attivata e i nuovi minimi contrattuali sono esattamente uguali a quelli riportati nei testi del CCNL che è stato distribuito o è in corso di distribuzione.
Nelle previsioni per il futuro invece l’Istat prevede un IPCA al netto degli energetici del 4,7% per l’anno corrente, del 2,6 per il 2023 e dell’1,7% per il 2024, perché l’impulso inflazionistico avviato dei prodotti energetici si sta trasmettendo all’intera economia e questo significa che nei prossimi anni la clausola di salvaguardia sarà assai utile per la tutela delle retribuzioni.

CONTI VEROSIMILI 
Da un punto di vista esclusivamente tecnico, i conti dell’Istat sono credibili e verosimili: basta riguardare i grafici dei prezzi dei carburanti alla pompa dal 2019 a oggi.


Fonte Ministero dello Sviluppo Economico: prezzi settimanali carburanti.

Ma dal punto di vista sindacale, economico e politico, questi dati mettono in luce una serie di problemi, in primo luogo dimostrano che essere previdenti serve, ma non basta. Intanto perché con i rinnovi contrattuali del 2021 la Uilm ha inteso ottenere incrementi reali delle retribuzioni che invece sono stati “mangiati” dall’inflazione.

TUTELA DEL POTERE D’ACQUISTO
Questo evidenzia il problema di una tutela del potere d’acquisto delle retribuzioni ritardato e diluito nel tempo e – credo – si debba anche preoccuparci di chi non ha una clausola di salvaguardia e soprattutto di chi ha il CCNL scaduto: da tempo le Confederazioni, e la UIL in prima fila, stanno ponendo il problema della tutela dei salari anche in caso di shock da importazioni. Anche perché questa vicenda e le stesse previsioni dell’Istat, anche quelle riferite all’“IPCA al netto degli energetici” dimostrano al fatto che l’inflazione è “contagiosa” e che si diffonde comunque nell’intera economia. Per affrontarla, e per evitare che in questo Paese a pagare siano “i soliti noti” (lavoratori dipendenti e pensionati) servono politiche fiscali a beneficio del lavoro dipendente e progetti che facciano crescere l’economia e l’occupazione.

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