Acciaierie d’Italia: risposte o mobilitazione

Il 15 giugno si è svolto a Taranto il Coordinamento Fim Fiom Uilm di Acciaierie d’Italia, alla presenza dei tre Segretari generali. Al centro del Coordinamento l’analisi della situazione in cui versa l’ex Ilva anche in vista dell’incontro convocato al ministero dello Sviluppo economico il 22 giugno prossimo. “L’ennesimo accordo intervenuto recentemente, annunciato dagli azionisti pubblico-privato, che ha prorogato i termini della conclusione del percorso d’acquisizione dei rami d’azienda Ex Ilva, dal 31.05.2022 al 31.05.2024, in assenza della risoluzione delle clausole sospensive a partire dal dissequestro degli impianti, rappresenta un ulteriore elemento di preoccupazione e di incertezza per le prospettive dell’insieme del Gruppo Acciaierie d’Italia”, si legge nella nota unitaria rilasciata a margine dell’iniziativa. “La decisione del rinvio è maturata per altro, ancora una volta, senza alcun confronto con le Rsu e le Organizzazioni sindacali al tavolo istituzionale delle crisi aziendali del MiSE e soltanto l’iniziativa nei diversi stabilimenti, culminata con la mobilitazione e gli scioperi a Genova e a Taranto e negli altri siti, hanno sostenuto e difeso le ragioni del lavoro e costretto il governo a pianificare la convocazione di un incontro per il 22 giugno prossimo al Ministero dello Sviluppo Economico da cui ci attendiamo una chiara prospettiva di sviluppo di questo strategico asset industriale e dell’importantissimo sistema dell’indotto”.

NON PIU’ RINVIABILE IL CONFRONTO
Il Coordinamento nazionale delle Rsu di Acciaierie d’Italia e Fim Fiom Uilm ritengono non più rinviabile un confronto di merito sul piano industriale e ambientale per conoscere i tempi degli investimenti, sul processo di risanamento ambientale, sull’introduzione dell’innovazione tecnologica in attuazione dell’Accordo del 6 settembre 2018, a partire dalla clausola di salvaguardia occupazionale per i lavoratori di Ilva in A.S.
“Non possiamo accettare – ha sottolineato il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella – che il Governo e l’azienda prendano tempo ulteriore per farci conoscere le loro reali intenzioni sul futuro occupazionale e produttivo della più grande acciaieria europea. Non vediamo alcun piano industriale credibile, alcuna strategia industriale né interessamento concreto del Governo al di là di qualche dichiarazione alla stampa”.
Il leader dei metalmeccanici della Uil ha ricordato che nel marzo scorso “ci siamo rifiutati di firmare l’accordo sulla cassa integrazione perché avrebbe significato la cancellazione dell’accordo del 6 settembre 2018, il licenziamento di 3mila persone, oltre al mancato rientro a lavoro dei 1.700 lavoratori in Amministrazione straordinaria”. È seguito uno sciopero di Gruppo che ha visto la partecipazione e l’adesione di migliaia lavoratori, ma non ci sono state risposte.

PROGRAMMA DI INVESTIMENTI
Fim Fiom Uilm si aspettando ora la definizione di un programma di investimenti per la manutenzione ordinaria e straordinaria in tutti i siti e l’apertura di un tavolo di confronto sulla gestione della cassa integrazione, della risalita produttiva, dei futuri assetti di marcia, della difficile fase che vivono i lavoratori degli appalti, della contrattazione integrativa e della salute e sicurezza dei lavoratori.

SUL TEMA DEGLI APPALTI
Il Coordinamento ha definito inaccettabile che le difficoltà di liquidità della committente abbiano già prodotto la sistematica distruzione del tessuto dell’indotto e continuino a  produrre una situazione di assoluta criticità per i lavoratori del sistema degli appalti che ogni mese, se non rischiano il posto di lavoro, si ritrovano il problema del pagamento degli stipendi, l’incertezza della continuità lavorativa e un arretramento in termini di condizioni di lavoro garantite dall’applicazione dei contratti nazionali di riferimento.
“Dal Governo – ha aggiunto Palombella – al di là di dichiarazioni mediatiche, non abbiamo ricevuto risposte nemmeno dopo la proroga di due anni del contratto e il rigetto del dissequestro dell’area a caldo di Taranto. Continuiamo a registrare una situazione drammatica, con l’ennesimo incidente nei giorni scorsi, fortunatamente senza feriti, problemi nell’attività degli impianti, produzione al minimo, migliaia di lavoratori in cassa integrazione, difficoltà economiche della società e insufficienza di materie prime”. “Nell’incontro del 22 giugno al Mise – ha continuato – ci aspettiamo risposte concrete e scelte responsabili dal Governo e dal Ministro Giorgetti, partendo da un piano industriale mai presentato finora in maniera dettagliata, dall’attuazione e completamento del piano ambientale e dalle garanzie occupazionali dirette, indirette e dei lavoratori in Ilva As. Se non sarà così – ha concluso – siamo pronti a continuare la mobilitazione, con nuove e più determinate forme di lotta. Non possiamo abbandonare i lavoratori, non possiamo lasciare che questa situazione degeneri e abbia conseguenze drammatiche.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *