Leonardo Elettronica per la Difesa: un piano ambizioso che si fatica a comprendere

di Bruno Cantonetti

A breve distanza dall’annuncio del piano di ottimizzazione che interesserà la Divisione  Elettronica proviamo a rimettere insieme tutti gli elementi di un puzzle che, custoditi in un cassetto dal 2014 e ripescati di recente, sono diventati il fulcro di un piano di riassetto delle attività italiane che si intersecano con quelle europee.

OBIETTIVO DICHIARATO
L’ad di Leonardo in occasione dell’incontro nell’ambito dell’Osservatorio strategico ha tratteggiato i contorni di un piano di investimenti finalizzato a far diventare il Gruppo leader europeo di riferimento per l’Elettronica della Difesa. Una dichiarazione forte se consideriamo che ci si confronta in un contesto europeo allargato in cui operano competitor “pesanti” come i francesi di Thales, gli inglesi di BAE o i tedeschi della Hensoldt agganciati attraverso una partecipazione azionaria importante.
Il piano illustrato durante l’incontro del 29 marzo ha segnato i capisaldi del percorso di crescita, un miliardo di euro di investimenti in cinque anni, sviluppo di nuovi prodotti, miglioramento dei processi e dei flussi produttivi in tutte le fasi di vita del prodotto; polarizzazione delle attività con la creazione di centri di eccellenza su 18 siti rafforzando le collaborazioni con università e centri di ricerca per creare le condizioni utili al miglioramento della competitività industriale. Questa è la base infrastrutturale positiva su cui si vuole poggiare la crescita di questo settore.
L’investimento consentirà infatti a Leonardo di accrescere in primo luogo una presenza strategica di lungo periodo nel mercato della difesa, in rapida crescita; ma anche di rafforzare strutturalmente le partnership avviate a livello europeo con  i tedeschi della Hensoldt attraverso la definizione di iniziative di collaborazione per lo sviluppo di opportunità congiunte in grado di soddisfare i più avanzati requisiti dei clienti domestici e internazionali nei domini aereo, terrestre e navale, facendo leva su una forte complementarità tra le società in termini geografici, di portafoglio prodotti, mercati, clienti e fornitori.

LE RICADUTE E LE PERPLESSITÀ
Abbiamo tutti potuto ascoltare che il Gruppo Leonardo con questa operazione intende concentrare le proprie energie per puntare a un incremento importante del business in un contesto sempre più connotato dalle iniziative e da programmi di sviluppo europei. Aver preso coscienza che si dovesse investire è stato un passaggio fondamentale, la consapevolezza che il tempo non sia una variabile indipendente è un altro acceleratore del percorso che se ignorato potrebbe pregiudicare i risultati, ed è un rischio che non possiamo sostenere poiché ci si giocherà la possibilità di diventare leader in ognuno dei programmi europei della Difesa. Salita produttiva e crescita occupazionale rappresentano un binomio industriale vincente che applicato a un ambito industriale di qualità come quello in cui Leonardo opera sono un acceleratore prezioso per lo sviluppo del Paese.
Ancora una volta però ciò che stride con la positività del contesto generale è la volontà di seguire un percorso che prevede la cancellazione di siti importanti che nel tempo hanno creato valore e sono stati protagonisti nella fase di rimappatura operativa, a partire dal 2014 con la Selex-ES che consentì la ripartenza di tutto il settore della Elettronica.

IL RUOLO SUL TERRITORIO
La questione non è solo industriale, ma investe anche il ruolo che un’azienda come Leonardo svolge sul territorio dove insiste, la capacità di generare valore aggiunto e costituire polo di aggregazione e sviluppo di una filiera produttiva, questo elemento non può essere ignorato.
Il lavoro e le attività qualificate che il Gruppo sviluppa costituiscono per i territori una linfa vitale che alimenta positivamente la crescita non solo dell’indotto coinvolto ma anche una migliore qualità per i territori stessi. La questione da valutare, quindi, è il prezzo che viene chiesto di pagare per questo piano di crescita
Questo è il rovescio della medaglia che dovremo esaminare con attenzione maniacale: governare una fase delicata di transizione che se non condivisa lascerà parecchie scorie sul terreno sminuendo notevolmente gli effetti positivi di questa operazione. Sarà fondamentale non interrompere il confronto individuando ogni possibile soluzione che possa mitigare disagi logistici ed economici che, insieme alle condizioni di contesto territoriale e di missione dei siti, saranno l’unica strada percorribile per costruire il futuro.
Questa vertenza che arriva dopo quella di Aerostrutture sarà una ulteriore prova che se superata potrà confermare il nuovo modello di relazioni industriali in Leonardo.
Noi della Uilm, da sempre siamo consapevoli che la crescita industriale passa necessariamente anche attraverso delle scelte, siamo però fortemente convinti che le decisioni che hanno un impatto sul futuro industriale del più grande gruppo italiano devono essere condivise! Con questo spirito ci approcceremo a questa operazione, avendo a cuore il futuro dei lavoratori e la crescita industriale delle aziende italiane.

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