Arvedi-Ast: parte il rilancio di Terni

di Guglielmo Gambardella

Con l’acquisizione da parte del gruppo Arvedi, si inizia a scrivere una nuova pagina della storia dello stabilimento di Acciai Speciali Terni. Una storia partita nel lontano 1884, fatta di successi e crisi, passaggi di proprietà pubblici e privati, sviluppo industriale e dolorose ristrutturazioni pur mantenendo sempre una dimensione strategica per il sistema manufatturiero italiano. 
La gestione di Thyssenkrupp, partita nel 1994, non ha fatto bene al sito di Terni con continue ristrutturazioni, insufficienti investimenti, ridimensionamenti, incertezza perenne legata alle decisioni di una multinazionale alle prese con difficoltà finanziarie non ancora risolte.

UN FUTURO DI SVILUPPO
La Uilm auspica che per i lavoratori ternani ci possa essere un nuovo futuro fatto di sviluppo, di crescita industriale e occupazionale, di miglioramento delle condizioni economiche e salariali.
Con il passaggio di proprietà del sito siderurgico, oggi AST è parte di un sistema siderurgico integrato, con il sito di Trieste e con quello di Cremona, che rappresenta il primo gruppo siderurgico italiano con una potenzialità di 4,5 tonnellate di prodotti finiti, un fatturato di oltre 7 miliardi di euro e circa 6.600 dipendenti in Italia, in grado di poter competere con gli altri produttori europei dell’inox.
Come abbiamo dichiarato a margine dell’incontro del 1° aprile scorso a Terni, in occasione della presentazione del piano industriale da parte di Giovanni Arvedi con gli altri vertici aziendali, Mario Caldonazzo, Gianpietro Castano e Dimitri Menicali, per la Uilm dopo anni di incertezza e di insoddisfacente gestione di Thyssenkrupp, il piano industriale presentato per il rilancio di Terni con un miliardo di euro di investimenti ha tutte le caratteristiche per avere successo. La Uilm vuole raccogliere la sfida del gruppo di Cremona per lo sviluppo industriale e occupazionale di AST, a cui deve però seguire la crescita del benessere complessivo dei lavoratori.

COGLIERE L’OPPORTUNITÀ
È proprio su quest’ultimo aspetto che la Uilm sarà particolarmente impegnata, contestualmente alla verifica della realizzazione del piano industriale, per poter cogliere l’opportunità della prevista crescita industriale e conseguire il miglioramento dei trattamenti economici integrativi aziendali che con l’accordo di ristrutturazione del 2014 furono rivisti per superare la crisi determinata dalla gestione della multinazionale tedesca.
Certo, nelle prossime settimane sarà necessario approfondire con il management del gruppo cremonese gli aspetti di dettaglio su nuovi assetti societari, investimenti, occupazione, organizzazione del lavoro, volumi produttivi per singolo impianto, già esistenti e di nuova costruzione, a partire da quelli destinati per il ritorno alla produzione del lamierino magnetico.
La Uilm, pur avendo accolto favorevolmente la dichiarata volontà di investire in maniera importante sul sito ternano, intende seguire con attenzione la realizzazione del piano industriale mettendo al centro la tutela dei lavoratori a partire dal mantenimento degli elevati standard di sicurezza nei luoghi di lavoro.

PRONTI ALLA SFIDA

La Uilm ha già dichiarato di voler raccogliere la sfida lanciata da Arvedi per lo sviluppo industriale di AST. Le istituzioni nazionali e locali saranno in grado di sostenere, al di là delle dichiarazioni di facciata, il progetto di rilancio?
Il Cavaliere ha già fatto pervenire il suo messaggio di avvertimento ai soggetti politici interessati a cui si è seguito quello della Uilm, che ha dichiarato a margine del succitato incontro come data la complessità degli investimenti e la realizzazione di determinate condizioni riteniamo che sia imprescindibile un fattivo e concreto impegno delle istituzioni locali e nazionali nella riduzione dei tempi degli iter amministrativi legati ad autorizzazioni delle opere necessarie, a partire dall’Accordo di Programma. Le istituzioni, a partire dal ministero dello Sviluppo economico, rispondano con i tempi che il mercato e l’economia richiedono.

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