Parte da Melfi il confronto con Stellantis sul nuovo piano industriale

di Gianluca Ficco 

Sventati i timori di un drastico ridimensionamento dopo mesi di discussioni molto tese, per Melfi è stato finalmente presentato da Stellantis un piano di efficientamento che abbatte i costi ma lascia inalterata la capacità produttiva, concentrando la produzione su una sola linea potenziata, risultato della integrazione delle due attualmente in uso. Ma c’è di più: la assegnazione di 4 nuove vetture elettriche del segmento medio, la cui produzione partirà nel 2024 ma per cui l’avvio degli investimenti è previsto già il prossimo anno.

PRIMA ASSEGNAZIONE PRODUTTIVA
Si tratta evidentemente della prima assegnazione produttiva del nuovo piano industriale post 2022 ed è per questo che l’incontro del 15 giugno, svolto in sede istituzionale su convocazione dei Ministri Giorgetti e Orlando, acquista un valore ulteriore e rappresenta un punto di partenza di una discussione più ampia. Per lo meno questo è l’obiettivo della Uilm: un grande patto con Stellantis, che escluda esplicitamente la possibilità di chiusure e di licenziamenti, che sostenga il reddito dei lavoratori e che dia missioni produttive a tutti gli stabilimenti di montaggio e di meccanica, nonché ai numerosi enti di ricerca e di staff.

MELFI
Il primo passo dovrà essere svolto a Melfi, dove è iniziato subito il confronto sui dettagli del piano di riorganizzazione. L’efficientamento comporta difatti un costo occupazionale, poiché con il nuovo layout a parità di vetture prodotte saranno impiegate 700 persone in meno, di cui peraltro 300 già in missione presso altri stabilimenti. Le richieste sindacali sono già state esplicitate: nessuna dichiarazione di esuberi ma utilizzo esclusivo di ammortizzatori sociali conservativi; un piano di uscite volontarie, i cui incentivi pensiamo che debbano essere incrementati; un sostegno al reddito dei lavoratori attraverso la garanzia della maturazione dei ratei; rispetto anche sulla nuova linea delle regole contrattuali sul calcolo dei tempi di lavoro, nonché sull’attenzione agli aspetti ergonomici. Infine chiederemo responsabilità sociale verso l’indotto.

TAVOLO PERMANENTE
Al contempo, però, chiediamo di aggiornare quanto prima il tavolo governativo, affinché diventi una sorta di tavolo permanente, che offra prospettive e tutele a tutti i lavoratori italiani. E pensiamo che il Governo possa aiutare i lavoratori e l’intero Paese in due modi: incentivando gli investimenti che serviranno a riconvertire soprattutto l’indotto verso le nuove tecnologie; varando ammortizzatori sociali più adatti a sostenere la ripresa e magari strumenti più equi di aggancio alla pensione e di ricambio generazionale.
L’industria dell’auto italiana sta affrontando due grandi sfide contemporaneamente, vale a dire l’integrazione fra FCA e PSA e il passaggio all’elettrico. Già solo l’elettrificazione comporta un minor impiego di manodopera a parità di vetture prodotte e la obsolescenza di molte attività connesse alla motorizzazione tradizionale. Le fusioni e le integrazioni, dal canto loro, hanno sempre comportato rischi insiti nel concetto stesso di sinergie e di taglio dei doppioni. L’Italia dovrà fare sistema per salvaguardare la propria industria in un contesto così difficile. A noi il compito di portare con forza la voce dei lavoratori, sia nei confronti di Stellantis sia nei confronti delle Istituzioni.

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