Modello Genova: un ponte per il futuro, la sfida del lavoro per l’industria genovese 

Si intitola “Modello Genova, un ponte per il futuro” la tavola rotonda che si è tenuta venerdì 18 giugno proprio nel capoluogo ligure e alla quale hanno partecipato esponenti del mondo sindacale, industriale e politico. Il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella, in particolare ha portato il contributo dei metalmeccanici. 

LE POTENZIALITÀ DI GENOVA
A introdurre i lavori è stato Antonio Apa, Segretario della Uilm di Genova, che ha trattato nella sua relazione diversi temi importanti a partire dal Recovery Fund. “Questo è un territorio – ha ribadito – che ha visto nel corso dell’ultimo secolo radicarsi assieme allo sviluppo portuale i settori della cantieristica, della siderurgia, dell’impiantistica, dell’energetica e dell’elettronica. Genova – ha proseguito – presenta delle grandi potenzialità, un capitale umano in termini di scolarità e professionalità tra i più eccellenti in Italia, una struttura industriale nelle alte tecnologie, un territorio e un ambiente naturale di grandissimo pregio paesaggistico e climatico”.
E sono tante, infatti, le realtà che meritano di essere menzionate: Fincantieri, Ansaldo Energia, Siemens, Leonardo, Rina, Liguria Digitale, Piaggio, Hitachi, Esaote, Acciaerie d’Italia.

TAVOLA ROTONDA
La discussione, moderata dal direttore del Secolo XIX, Luca Badeschi, ha visto il coinvolgimento del sindaco di Genova, Marco Bucci, del presidente di Genova Industrie Navali, Marco Bisagno, dell’ad di Fincantieri, Giuseppe Bono, dell’ad di Ansaldo Energia, Giuseppe Marino, della presidente IV commissione Difesa, Roberta Pinotti, del responsabile Trasporti e Infrastrutture Lega Nord, Edoardo Rixi, del presidente e ad di Rina, Ugo Salerno, del presidente Porto Mar Ligure, Paolo Emilio Signorini e del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.

UN MODELLO DA CUI PARTIRE
“I tempi sono maturi, alla luce del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, perché il comparto dell’acciaio, specie a Genova, possa esprimere molte potenzialità e opportunità”, ha detto Rocco Palombella, a cui è stato affidato il compito di tirare le fila della tavola rotonda. “L’idea è quindi quella di proporre il modello Genova a questo settore”.
Facendo un excursus dell’anno appena trascorso, Palombella ha ricordato come da inizio pandemia sono state autorizzate 5,2 ore di cassa integrazione, pari a 2,6 milioni di lavoratori a tempo pieno a zero ore. Nel 2020 i lavoratori, a causa della cig, hanno perso reddito per 8,7 miliardi di euro netti.
Rispetto a febbraio 2020 (inizio pandemia) sono stati persi oltre 800mila posti di lavoro.

POLITICA INDUSTRIALE
Una situazione che non ha risparmiato nessuno, ma ora per ripartire il leader dei meccanici della Uil non ha dubbi: “Occorre una politica industriale seria e concreta che miri a difendere e tutelare il grande patrimonio industriale italiano. Sono convinto – ha aggiunto – che ci sono due grandi crisi da cui dipende il futuro del nostro Paese: Alitalia ed ex Ilva. Su quest’ultima in particolare ho più volte ribadito lo sconcerto di un governo che non prende decisioni e aspetta inerme la sentenza del Consiglio di Stato che deve esprimersi sulla chiusura dell’area a caldo dello stabilimento di Taranto”. Come è noto, da Taranto dipendono tutti gli altri stabilimenti del Gruppo.

GRANDI GRUPPI INDUSTRIALI
Allo stesso tempo però a Genova ci sono esperienze positive: “Il caso Fincantieri – dice Palombella – è sotto gli occhi di tutti, il coinvolgimento nella costruzione del ponte, le commesse militari, la tenuta sulle crociere ma anche il coinvolgimento del Gruppo nei progetti legati alla transizione energetica. Poi c’è Ansaldo Energia, azienda in fase di forte rilancio, e Leonardo dove dobbiamo ancora chiarire quale sarà il futuro dell’Automazione, saremo irremovibili sulla cessione della società che ha prodotto capacità tecnologiche e professionalità eccellenti”.

IL COSTO DELLE MATERIE PRIME
Palombella si è soffermato poi su alcuni temi di carattere generale come l’annoso problema del costo delle materie prime (crollato nei primi mesi della pandemia del 20-30% con la Cina che ne ha subito approfittato facendo scorte). Materie prime indispensabili per la transizione green: silicio, litio, nichel, stagno, zinco, rodio, oppure acciaio, rame, alluminio che oggi hanno raggiunto prezzi altissimi. “Dobbiamo prevedere una produzione nazionale dei semiconduttori. Nei giorni scorsi abbiamo avuto la buona notizia dell’accordo di collaborazione tra il Politecnico di Milano, STMicroelectronics e il sito di Agrate Brianza. Al centro dell’accordo la costituzione di un centro di ricerca congiunto sui materiali avanzati per sensori”.

GUARDARE AVANTI

“Sono questi – ha concluso Palombella – gli esempi positivi da seguire. Dal crollo del ponte Morandi oggi vogliamo guardare avanti. Abbiamo a disposizione ingenti risorse da investire, ma dobbiamo investirle bene. La sfida del lavoro per l’industria genovese, e non solo, sarà il nostro ponte per il futuro”.

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