Ge Avio scalda (ma non troppo) i motori in attesa della piena ripresa

di Guglielmo Gambardella

Con i progressi nella lotta alla pandemia si registrano timidi segnali di ripresa del traffico aereo civile. Il quadro complessivo del settore resta ancora molto difficile e con situazioni diverse fra Paese e aree geografiche. Le attuali previsioni indicano un recupero ai livelli pre-Covid nei prossimi due o tre anni. All’incertezza legata all’evoluzione della situazione pandemica si inserisce l’incognita delle tecnologie che i costruttori di aeromobili e dei produttori di motori aerei dovranno adottare, nel prossimo futuro, per la riduzione delle emissioni in funzione degli obiettivi imposti dagli accordi globali per la tutela ambientale.
E quindi ci si chiede, come sarà la mobilità del futuro? Con quali materiali saranno costruiti gli aerei del futuro? Come saranno alimentati i propulsori del futuro?

NUOVI PROCESSI DI INNOVAZIONE

Oltre a questi importantissimi punti di domanda occorre considerare l’ulteriore elemento di incertezza, che si aggiunge al quadro già delineato, rispetto alla necessità da parte dell’industria aeronautica dell’avvio di nuovi processi di innovazione della manifattura e la digitalizzazione dei processi produttivi per affrontare l’elevata competizione nel settore di riferimento anche a fronte dell’ingresso di un nuovo ed agguerrito competitor: la Cina.
Crediamo dunque che proprio nell’ottica del rafforzamento della cosiddetta industria “occidentale” aerospaziale sia stato raggiunto l’accordo fra l’Unione europea e gli Stati Uniti per risolvere la disputa sulle sovvenzioni aeree che coinvolge i rispettivi produttori Airbus e Boeing che si trascinava ormai da oltre quindici anni. Washington e Bruxelles, rispetto ad altre produzioni, si sono poste anticipatamente il tema della concorrenza sleale da parte dell’industria aeronautica cinese, sovvenzionata dal governo del partito comunista, che fra qualche anno potrebbe insidiare il primato USA-EU nel mercato degli aeromobili civili. 

INVESTIMENTI IN RICERCA E SVILUPPO
E quindi, ci si pone ancora un’altra domanda: dove saranno indirizzati i futuri e consistenti investimenti in ricerca e sviluppo per “ambientalizzare” i sistemi di propulsione aeronautica? Anche per gli aerei l’idrogeno sarà la tecnologia del futuro?
In questo complesso contesto si inserisce la realtà di Ge Avio che, dopo aver affrontato il difficile anno 2020 ed il primo semestre del 2021, prova a guardare con cauto ottimismo i primi segnali di ripresa e analizzare la propria organizzazione per adattarla al futuro scenario.
Del resto, i più prossimi competitor di Ge Avio, come Safran, Rolls Royce e Pratt & Whitney, hanno già avviato processi di riorganizzazione e ristrutturazione delle loro aziende.
Con lo scoppio della pandemia e la conseguente crisi del settore, in tutti i siti del gruppo motoristico italiano controllato dalla General Electric si è fatto ricorso alla cassa integrazione per la gestione degli scarichi di lavoro. I soli programmi militari, in particolare per il sito di Brindisi, non hanno sofferto di cali produttivi e le aree interessate hanno prodotto in continuità con il periodo pre-Covid.

GESTIONE DELLE CRITICITÀ
Nell’incontro del 17 giugno scorso, l’azienda ha presentato alle organizzazioni sindacali la sua proposta per la gestione delle criticità per i singoli siti italiani che, come veniva detto precedentemente, si differenziano per missioni produttive, attività e programmi.
L’azienda ha dichiarato che se per le realtà di Brindisi e Pomigliano d’Arco, con la prevista risalita dei volumi produttivi e l’avvio dei corsi di formazione Anpal (Fondo Nuove Competenze), non ci sarebbe la necessità di ricorrere ulteriormente ad ammortizzatori sociali, per i siti piemontesi di Cameri, Rivalta, Borgaretto e Sangone ce ne sarebbe purtroppo ancora bisogno.
Secondo le prime dichiarazioni aziendali, le criticità più rilevanti persisterebbero sul sito di Rivalta di Torino (oltre 2.000 dipendenti) concepito e strutturato, nel precedente piano industriale, per essere la testa e il cuore di un gruppo industriale destinato al raddoppio dei volumi di attività: obiettivo che si sarebbe raggiunto nei prossimi anni se non fosse subentrata la crisi pandemica. Appuntamento rinviato?

MOMENTI DI APPROFONDIMENTO
Con il suddetto incontro del 17 giugno si è avviata di fatto una fase di discussione complessiva tra azienda e sindacato con un percorso che prevederebbe dei momenti di approfondimento da tenersi a livello territoriale nei prossimi giorni, e un ulteriore successivo confronto a livello nazionale per verificare la sussistenza delle condizioni per poter raggiungere un accordo di gestione 2021-2022.
Sarà necessario verificare, per i singoli siti, i carichi di lavoro, le dichiarate insaturazioni e determinare le relative riduzioni di orario di lavoro per un utilizzo dei contratti di solidarietà più equo possibile, senza escludere eventuali esodi incentivati ed eventuali trasferimenti volontari di lavoratori dai siti meno saturi verso quelli con maggiori carichi di lavoro.
La Uilm, nazionale e territoriale, con le rsu e gli esperti seguirà con la massima attenzione questa delicata fase di verifica della situazione aziendale con l’obiettivo di condividere le modalità di utilizzo dell’ammortizzatore sociale per la salvaguardia occupazionale e industriale di Ge Avio.

SOLIDA REALTÀ INDUSTRIALE
Ge Avio, nonostante le difficoltà di settore, dimostra di essere una solida realtà industriale nell’ambito della manifattura italiana in virtù di importanti investimenti effettuati negli scorsi anni pretesi da Uilm con Fim e Fiom, con il vigente accordo integrativo del 2016, per assicurare una prospettiva di crescita e sviluppo dell’intera azienda.
La conferma dello stato di salute dell’azienda è attestato anche dal raggiungimento degli obiettivi economici e del mantenimento del livello di efficienza conseguiti nel 2020, nonostante la crisi pandemica, grazie al contributo degli oltre 4.000 dipendenti di Ge Avio a cui verrà riconosciuto nel mese di luglio, per il raggiungimento di tali obiettivi, un Premio di risultato del valore medio di 3.600 euro.
Questo risultato rappresenta il valore dei buoni accordi, delle iniziative e del ruolo che il sindacato riesce ancora a esprimere quando contratta con le aziende condizioni di miglior favore oltre il CCNL.   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *