Fincantieri-Stx: game over. Naufragato l’accordo sui cantieri francesi

Era il 27 settembre 2017 quando a Lione, nel corso di un vertice franco-italiano, venne firmato l’accordo Fincantieri-Stx. L’amicizia tra Parigi e Roma arrivava dopo non poche difficoltà e sembrava aver imboccato la strada giusta: la nuova società era al 50% francese e al 50% italiana, ma la Francia si impegnava a prestare all’Italia l’1% decisivo per ottenere il controllo operativo. Tuttavia, da lì a poco, il destino dell’alleanza sarebbe stata nelle mani della Commissione europea, chiamata a pronunciarsi su eventuali danni alla concorrenza su segnalazione delle autorità antitrust di Francia e Germania. Un pronunciamento che non è però mai arrivato e il progetto che l’ad di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha auspicato per anni è giunto al capolinea mercoledì scorso, il 27 gennaio 2021.

TROPPE INCERTEZZE
Nonostante le difficoltà, le nozze tra Fincantieri e gli Chantiers de l’Atlantique sembravano l’occasione per creare un nuovo campione europeo dell’industria del settore. Ma in un comunicato del 27 gennaio diffuso congiuntamente dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e dal titolare dell’Economia francese, Bruno La Maire – a valle di un colloquio telefonico con Margrethe Vestager, la commissaria europea alla Concorrenza – si mette nero su bianco l’impossibilità di procedere a una nuova proroga dell’accordo firmato a febbraio 2018.
Sebbene l’annuncio non chiuda definitivamente le porte a un’intesa nel futuro, purtroppo in un contesto in cui la crisi da Covid-19 ha sparigliato tutte le carte Bruxelles non ha raggiunto una posizione finale sulla transizione. L’Antitrust europeo, infatti, aveva inviato una serie di quesiti alle parti proprio rispetto allo scenario del comparto in seguito alla pandemia. Domande a cui non sono mai arrivate risposte, anche per la difficoltà oggettiva a tracciare un quadro realistico in una fase così delicata e incerta per entrambi i Paesi.
Lo Stato francese resta ora il principale azionista degli Chantiers e dovrà trovare presto un partner industriale per la società che avrebbe tratto grande beneficio dall’arrivo di Fincantieri.

COSA PREVEDEVA IL PIANO
Il piano dell’unione Fincantieri-Chantiers de l’Atlantique prevedeva la conquista del primato europeo nella costruzione di navi militari e civili. La joint venture sarebbe stata naturalmente un elemento essenziale della nuova Fincantieri.
Purtroppo il sogno, che sembrava l’unico modo per sottrarre l’Europa dal rischio di essere surclassata dall’agguerrita concorrenza asiatica, è evaporato dopo esser rimasto chiuso per mesi in un cassetto del tavolo dell’Antitrust Ue prima che il Covid-19 infierisse il colpo di grazia.
Eppure, una volta tanto gli interessi sembravano coincidere: il cantiere francese è troppo piccolo per sopravvivere da solo, tanto è vero che prima era finito nel gruppo sud-coreano Stx e, dopo il suo fallimento, solo Fincantieri aveva manifestato interesse a rilevarlo.
“Fincantieri può sopravvivere anche senza i Chantiers de l’Atlantique – commenta il Segretario generale della Uilm, Rocco Palombella – ma continuerà a essere debole nel segmento delle super-navi”.
“Un’occasione sprecata – aggiunge il leader dei metalmeccanici – che purtroppo dimostra ancora una volta l’incapacità da una parte dell’Antitrust europeo che ha da subito rallentato il processo che avrebbe dovuto portare all’integrazione tra i due Gruppi, e dall’altra parte i governi italiano e francese che non si sono mossi di un millimetro senza prese di posizione chiare né assunzioni di responsabilità. Il rammarico – conclude – è che fine ci rimetterà tutta l’Europa perdendo l’occasione di presidiare il mercato internazionale con un campione europeo in grado di offrire tutta la tipologia delle navi da crociera, esattamente come fa Airbus nei velivoli passeggeri”.

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