IndustriALL: i sindacati europei lavorano al nuovo Steel Action Plan

di Guglielmo Gambardella

Lavoreremo per costruire un Piano d’azione per la siderurgia europea da presentare al Parlamento europeo e alla nuova Commissione per garantire in questa fase di transizione energetica ed ambientale una prospettiva di lungo respiro al settore”.

È la sintesi della riunione tenutasi il 24 ottobre scorso a Düsseldorf a cui hanno partecipato i rappresentanti dei sindacati metalmeccanici di Francia, Regno Unito, Austria, Spagna, Repubblica Ceca, Svezia, Norvegia, Slovacchia e Germania.

Il meeting, svolto al Lindner Hotel Airport della cittadina teutonica, è stata una importante occasione per fare il punto della situazione sull’andamento del settore dei metalli di base, in particolare acciaio ed alluminio, nei diversi Paesi europei.

CRISI SIDERURGIA IN ITALIA

La Uilm, per l’Italia, ha descritto nel confronto con gli altri delegati sindacali le difficoltà che sta attraversando la nostra industria dell’acciaio rappresentando, in particolare, la grave situazione dell’ex ILVA, oggi ArcelorMittal Italia, determinata dalla crisi di mercato ma soprattutto dall’incertezza creatasi a seguito dell’ultimo provvedimento governativo che ha modificato, ancora una volta, le “tutele legali” previste per i manager e responsabili aziendali dello stabilimento di Taranto ai fini dell’attuazione del Piano Ambientale. Abbiamo quindi chiosato che non è da escludere la possibilità che i vertici della multinazionale dell’acciaio, con sede a Lussemburgo, possano chiedere una modifica dell’accordo del 6 settembre 2018, sottoscritto presso il Ministero dello Sviluppo Economico con le organizzazioni sindacali e il Governo italiano, ridisegnando (ridimensionando) il piano industriale, sia in termini di obiettivi produttivi che occupazionali; una possibilità che, se realizzata, determinerebbe anche un diverso equilibrio produttivo nelle altre unità produttive di ArcelorMittal in Europa.

Abbiamo però evidenziato che oltre a quelle dell’ex ILVA, le difficoltà interessano anche altre realtà siderurgiche importanti come quella di Acciai Speciali Terni, il gruppo Riva Acciai ed Acciai Speciali Cogne (solo per citarne alcuni) che, al momento, sono gestite con riduzione oraria o con cassa integrazione.

Situazioni analoghe a quella italiana sono state evidenziate da tutti i rappresentanti sindacali degli altri Paesi.

Dal rapporto sullo stato del settore, presentato da IndustriAll nel corso della riunione, la crisi continua ad essere riconducibile, in particolare, all’aumento delle materie prime, alla riduzione del prezzo dell’acciaio e alla concorrenza sleale dei Paesi produttori extra europei che beneficiano del dumping sociale ed ambientale rispetto ai competitor continentali, Cina in primis.

IndustriAll Europe e i sindacati partecipanti al meeting si sono impegnati a strutturare un nuovo Steel Action Plan per chiedere alla Commissione europea che nella nuova Strategia Industriale annunciata dalla neo eletta Presidente, Ursula van den Leyen, sia riconfermata l’industria dell’acciaio come asset fondamentale del sistema economico europeo, anche nei prossimi anni, in linea con gli obiettivi di sostenibilità energetica ed ambientale.

I PUNTI DEL DOCUMENTO

Nel corso della medesima riunione nella capitale del Land Renania Settentrionale – Vestfalia sono stati già individuati i capitoli su cui sviluppare il documento da presentare alle istituzioni europee.

Politica industriale a sostegno della siderurgia, sovraccapacità produttiva, quote d’importazioni, energia, investimenti, decarbonizzazione, ricerca e sviluppo e dialogo sociale saranno alcuni dei temi che il piano d’azione dell’acciaio vorrà porre prioritariamente all’attenzione dell’agenda dell’Esecutivo europeo.

La Uilm ha espresso forte preoccupazione per i rischi occupazionali che si potrebbero verificare in questa fase di contestuale persistenza della crisi di mercato dell’acciaio e l’avvio delle imminenti iniziative e interventi di gestione della transizione energetica e ambientale per raggiungere entro il 2050 l’ambizioso obiettivo di rendere l’Europa il primo continente a impatto “zero”.

Sarà quindi necessario prevedere urgenti ed efficaci “azioni” a partire da questo tema.

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