Auto: serve supporto del governo per affrontare il futuro

Tre gruppi di lavoro che avranno il compito di approfondire gli aspetti relativi al sostegno della domanda e dell’offerta di mobilità, il supporto delle infrastrutture, l’importanza degli investimenti in ricerca e sviluppo e la necessità di una formazione continua per i tecnici e i lavoratori del settore. Questo è quanto è stato deciso il 18 ottobre dopo il primo incontro sul settore automotive al ministero dello Sviluppo economico, presieduto da Stefano Patuanelli, cui hanno partecipato i rappresentanti di associazioni, aziende, organizzazioni sindacali, università ed enti di ricerca. Un’occasione per affrontare in maniera sistemica il processo di trasformazione dell’auto, primo settore manifatturiero in Italia, e il supporto da offrire all’industria per affrontare e vincere le sfide del futuro “senza limitarsi alla mera retorica ambientalista – dichiara Gianluca Ficco, Segretario nazionale Uilm e responsabile settore automotive – ma puntando su un’azione di merito sia in tema ambientale sia in materia industriale”.

IL SETTORE IN NUMERI
Secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero dei Trasporti, a settembre si è registrata una crescita a doppia cifra per le immatricolazioni: un aumento del 13,22% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un dato positivo, ma che va contestualizzato perché il settembre 2018 fu un mese fortemente penalizzato dalle criticità legate all’introduzione delle nuove norme di omologazione Wltp, facendo rilevare un crollo del 25%.
A ogni modo un segnale di ripresa del settore automotive dopo mesi di dati negativi che pertanto non è sufficiente a invertire un trend che vede il consuntivo dei primi nove mesi del 2019 presentare una leggera flessione dell’1,61%, con 1.467.668 unità immatricolate.

Tra i gruppi, una delle migliori performance l’ha avuta la Fiat Chrysler Automobiles con 31.611 immatricolazioni, ponendo fine a una lunga serie di dati con segno meno, mettendo a segno una crescita del 10,98%. Quasi tutti i marchi del gruppo mostrano un segno più: la Fiat cresce del 3,43%, la Jeep del 27,73%, la Lancia del 23,51% e l’Alfa Romeo del 33,93% . L’unica eccezione è la Maserati, con un calo del 40,68%.

IL RUOLO DEL GOVERNO
“Il governo supporti l’industria ad affrontare la trasformazione del settore” dichiarano Tiziana Bocchi, segretaria nazionale Uil con delega all’industria, e Gianluca Ficco. “Dobbiamo dedicare una particolare attenzione – spiegano – ai problemi legati alla transizione dalla propulsione tradizionale a quella elettrica, poiché se non accompagneremo il processo di riconversione industriale avremo un impatto occupazionale molto pesante, come dimostra il caso della Bosch di Bari colpita dalla crisi del diesel e per cui è aperta una vertenza proprio al MiSe”. “Inoltre – proseguono Bocchi e Ficco – sarebbe paradossale se i bonus per l’acquisto delle auto elettriche, che fino ad ora hanno favorito la produzione straniera, non fossero rifinanziati dopo il 2021, anno in cui la produzione nazionale di vetture elettriche o ibride partirà in tutti gli stabilimenti FCA di Italia”. “L’Italia in passato – concludono – non ha saputo difendere la sua industria e i suoi legittimi interessi nazionali, è arrivato il momento di farlo a viso aperto e con politiche di lungo respiro. Concordiamo quindi con la proposta del Ministro di proseguire il lavoro oggi intrapreso con la suddivisione del tavolo in gruppi di lavoro più ristretti e operativi”.

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