A Matera per “La nostra Europa”

“Costringeteci ad essere unitari”. Così il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha concluso il suo intervento dal palco di Matera, rivolgendosi agli oltre 700 attivisti di Cgil, Cisl, Uil, convenuti nella città lucana il 6 e 7 maggio scorsi per discutere di Europa, Mezzogiorno, lavoro e cultura. Tra gli ospiti anche il Segretario generale della Uilm, Rocco Palombella.
“Per realizzare l’unità sindacale – ha sottolineato Barbagallo – non dobbiamo più parlarne, ma dobbiamo agire, iniziando a darci delle regole. Alle categorie, ai territori, a voi tutti chiediamo di darci una mano per accelerare questo percorso che, altrimenti, rischia di non essere mai compiuto”.

L’EUROPA  AL CENTRO
L’evento di Matera è stato da molti definito come una sorta di “prova generale del sindacato unico”, in realtà in una cittadina piena di bandiere europee, le due giornate di convegno hanno messo l’argomento dell’unità in secondo piano. Su questo tema, nei giorni precedenti era intervenuto anche Palombella ribadendo che “non sappiamo nemmeno se riusciremo a fare una piattaforma comune per il prossimo rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Insomma, la vedo complicata”.
A Matera, però, si è parlato soprattutto di Europa e non poteva esserci posto migliore della Capitale europea della cultura. Da qui Cgil Cisl e Uil hanno rilanciato le numerose mobilitazioni che coinvolgeranno tantissime categorie, tra cui quella dei metalmeccanici il 14 giugno, fino alla grande manifestazione unitaria del 22 giugno a Reggio Calabria per sostenere il rilancio del Mezzogiorno. 

GLI ALTRI TEMI
Numerosi gli spunti per il dibattito. Barbagallo ha rimarcato, ad esempio, la necessità di avviare nel nostro Paese una “grande vertenza fiscale: anche l’Europa – ha detto – deve fare la sua parte per un fisco più chiaro e per evitare, in tutta l’Unione, evasioni mastodontiche come quelle verificatesi per l’Iva. In Italia – ha proseguito – i lavoratori e i pensionati pagano tasse più alte della media europea e contribuiscono al gettito fiscale per l’85%: questo non è più accettabile. Inoltre, bisogna creare lavoro attraverso investimenti pubblici e privati in infrastrutture materiali e immateriali, indispensabili proprio per il rilancio del Mezzogiorno e, quindi, del Paese. In questo quadro, serve un’Europa più virtuosa che possa esserci d’aiuto ma, al contempo, è indispensabile che le nostre Regioni spendano tutte le risorse europee, altrimenti bisognerà commissariarle ad acta. D’altro canto – ha concluso Barbagallo – si devono creare le condizioni per rendere raggiungibili e fruibili, dal punto di vista turistico, queste belle città del Sud, questi luoghi della cultura: creare filiere, realizzare infrastrutture devono diventare le nostre priorità”.

ROMANO PRODI SUL PALCO
Sul palco, alla fine della seconda giornata, è arrivato anche Romano Prodi: “Sul divario Nord-Sud c’è da fare tantissimo, anzi di più perché è aumentato”. L’ex presidente del Consiglio ha poi ribadito: “L’Italia non è stata mai leader ma è sempre stata il collante dell’Ue, ora abbiamo un governo che litiga con tutti, non sono mai stato nazionalista, ma abbiamo perso questo ruolo importantissimo anche se non trainante e il problema è grave”.

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