Marelli: sventata chiusura di Crevalcore grazie alle lotte dei lavoratori e al supporto delle Istituzioni

Grazie alle due proposte di acquisizione e di riconversione dello stabilimento Marelli di Crevalcore da parte di Tecnomeccanica di Niche Fusina, si è oramai vicini a un accordo che sventi il rischio di chiusura della fabbrica emiliana e che offra una soluzione a tutti i 230 lavoratori coinvolti. Questo importante risultato è stato reso possibile dalle lotte dei lavoratori e dalla collaborazione fra Sindacato, Impresa e Istituzioni. “Governo e Regione Emilia-Romagna stanno offrendo un grande supporto alla vertenza”, spiega infatti Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore automotive.

INVESTITORI CREDIBILI
“Entrambe le proposte di riconversione – argomenta Ficco – provengono da investitori che paiono credibili e prevedono il riassorbimento di 150 lavoratori su 228. Per colmare il differenziale di 80 persone chiediamo di discutere anche degli incentivi da riconoscere a chi vorrà cogliere l’opportunità di un trasferimento in altra sede di Marelli in Italia o di una uscita incentivata volontaria finalizzata o meno alla pensione. Infine, non vogliamo rinunciare ai posti di lavoro disponibili a Bologna, che anzi vorremmo incrementare. Sarebbe improprio e profondamente ingiusto lasciare che il futuro investitore si scelga a proprio piacimento quale lavoratore prendere e quale lavoratore scartare; questo genererebbe indirettamente ma inevitabilmente degli esuberi, che invece noi dobbiamo scongiurare”.

ARRIVARE A UN ACCORDO
“Oggi ci sono i presupposti – conclude – per provare ad arrivare ad un accordo, ma occorre ancora stringere il negoziato con il futuro acquirente, per individuale quello più affidabile, per provare ad aumentare il numero dei lavoratori riassorbiti oltre i 150 oggi preventivati e per assicurare pieno rispetto dei trattamenti economici attuali. Infine, parallelamente è bene andare a definire gli strumenti di incentivazione in grado di colmare il differenziale con i 230 attuali occupati, strumenti di uscita o di trasferimento da basare esclusivamente sulla volontarietà”.

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