L’Editoriale

Care lavoratrici e cari lavoratori,

il 19 aprile 2023, a Roma, si è riunito l’Esecutivo nazionale Uilm con all’ordine del giorno l’approvazione del consuntivo 2022, il preventivo 2023 e la valutazione sulla situazione politica, economica e sociale del settore metalmeccanico e dell’installazione di impianti. L’obiettivo era anche definire insieme l’azione sindacale da svolgere nei prossimi mesi.

L’Esecutivo ha in primo luogo approvato all’unanimità il rendiconto 2022 e il preventivo 2023 che garantiscono comunque la sostenibilità dell’Organizzazione anche laddove nei prossimi anni si realizzassero gli scenari peggiori; nel 2022 gli iscritti alla Uilm sono aumentati del 7%, un dato incoraggiante che però ci deve spingere a fare sempre e molto di più. Deve proseguire l’impegno di tutti noi sul tema della rappresentanza, perché l’Organizzazione deve valorizzate il proprio impegno e il proprio ruolo nella contrattazione nazionale e aziendale.

Abbiamo avuto modo di parlare di persona e affrontare diversi argomenti che ci vedono coinvolti. Intanto ci preoccupa la dinamica dell’inflazione che troverà una prima, seppur parziale, risposta nell’applicazione della “clausola di salvaguardia” prevista dal CCNL Federmeccanica-Assistal. Tuttavia, sarà importante mantenerla e completare questo percorso con il rinnovo del 2024, che dovrà prevedere incrementi salariali e riduzioni dell’orario di lavoro tra i punti imprescindibili.

Nel frattempo, occorre affrontare il tema delle politiche industriali, sia per far fronte alle gravi crisi occupazionali, sia per accompagnare il processo di transizione ecologica e ambientale che sta attraversando l’intera economia, ma che rischia di mettere in discussione il settore dell’automotive, che per l’economia e l’industria italiana è molto rilevante. A tal proposito ne ho parlato nel corso di un incontro organizzato dall’intergruppo parlamentare Amici dei Motori, di cui troverete un dettagliato resoconto all’interno di questo numero di Fabbrica società.

Si stanno avvicinando due date molto importanti: il 25 aprile e il 1° maggio. La prima, come sapete è un anniversario molto significativo nella storia italiana perché commemora la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, con la fine dell’occupazione nazista e la caduta del fascismo. È una festa nazionale, simbolo della Resistenza, della lotta partigiana condotta dall’8 settembre 1943 (il giorno in cui gli italiani seppero della firma dell’armistizio a Cassibile). Questo è un giorno simbolico, scelto perché in questa data cominciò la ritirata dei tedeschi e dei soldati della Repubblica di Salò da Milano e Torino, in seguito allo sfondamento della Linea Gotica da parte degli alleati e all’azione della Resistenza.

Per quanto riguarda invece il 1° maggio e la Festa del Lavoro, Cgil Cisl e Uil hanno scelto Potenza, in Basilicata, come luogo in cui si svolgerà la manifestazione nazionale dedicata quest’anno al 75° anniversario della Costituzione della Repubblica Italiana. Io personalmente sarà a Monfalcone, in Friuli-Venezia Giulia. Sarà un onore incontrare cittadini e lavoratori e discutere di tematiche fondamentali e cari al sindacato e non solo.

Subito dopo daremo il nostro pieno sostegno alle iniziative che le Confederazioni hanno definito su fisco, pensioni, mercato del lavoro, temi che sono importantissimi per i lavoratori e le lavoratrici metalmeccanici, la loro vita e quelle delle loro famiglie. Le tre manifestazioni organizzate da Cgil Cisl e Uil si svolgeranno il 6, 13 e 20 maggio a Bologna, Milano e Napoli; a queste si aggiungeranno le nostre iniziative regionali e territoriali.

Per concludere questo mio editoriale non posso esimermi dal parlare di una vertenza che da anni tiene con il fiato sospeso migliaia di lavoratori, soprattutto a Taranto: quella dell’ex Ilva.
Dopo la lettera di denuncia inviata alla stessa Meloni e a diversi esponenti del Governo, e a fronte di una mancata risposta, ho deciso di incalzare nuovamente tutti i destinatari, in modo particolare Invitalia, per compiere quella che solitamente si dice “operazione verità”. Ho posto al socio pubblico poche ma specifiche domande sullo stato finanziario, occupazionale e industriale di Acciaierie d’Italia. Domande alle quali speriamo di avere al più presto risposte certe, vere e trasparenti.

Nel frattempo noi non molliamo, andiamo avanti a testa alta e pronti a fare tutto quello che è necessario per difendere tutti i lavoratori.

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