Wartsila: continuità e reindustrializzazione, un futuro tutto da costruire

di Guglielmo Gambardella

Con l’accordo del 29 novembre 2022 presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy sono state poste le basi di un difficile percorso per assicurare la continuità occupazionale di Wartsila Italia e quella della futura reindustrializzazione dell’area produttiva che la multinazionale finlandese ha deciso di chiudere comunicandolo il 14 luglio scorso. Annuncio fatto contestualmente all’avvio della procedura di licenziamento di 450 addetti alla produzione dei motori del sito di Trieste.

INCONTRO AL MIMIT
L’incontro del 1° febbraio di quest’anno al Mimit, in cui è stato presentato un piano industriale da parte del management italiano, non ha fugato i dubbi della Uilm sulle reali intenzioni di Wartsila Corporate di voler rimanere sul nostro territorio nazionale con le altre linee di business. Certo il piano presentato può essere una base di discussione, ma è necessario approfondire la proposta per capire innanzitutto se gli investimenti previsti saranno sufficienti a sostenere il piano oltre il triennio 2023-25. Al momento, come già evidenziato dalla delegazione Uilm in occasione del suddetto incontro, non sono previsti investimenti su tutte le linee di business.
Occorre invece, come già richiesto, la presentazione di un business plan, oltre al piano industriale, che chiarisca la sostenibilità economica e finanziaria; è inoltre necessario che le rimanenti attività di Wartsila Italia siano di qualità e che producano un elevato valore aggiunto; occorre prevedere, all’interno dello stesso piano, la possibilità di introdurre anche nuove attività.

IL CENTRO RICERCA&SVILUPPO
La Uilm auspica che Wartsila Italia possa avere, nonostante la dismissione delle attività produttive, uno sviluppo come centro di Ricerca & Sviluppo anche al servizio dell’intero sistema produttivo triestino e del contesto industriale italiano.
Siamo poi in attesa di capire se, nel previsto incontro della prima settimana di marzo presso l’ex dicastero dello Sviluppo Economico, le proposte finalizzate alla continuità produttiva potranno dare certezze rispetto al futuro della parte interessata alla riqualificazione industriale dell’area produttiva. Dunque, un futuro tutto da costruire con la variabile tempo tutt’altro che indipendente in questo processo in ragione del 30 settembre prossimo, data in cui cesseranno le attività di produzione. Abbiamo sollecitato l’azienda, ma anche le stesse Istituzioni che dovranno essere garanti del percorso, a procedere celermente con l’acquisizione delle manifestazioni d’interesse da parte dei soggetti interessati a insediarsi sull’area produttiva in dismissione per evitare che le competenze e le professionalità, oggi presenti in azienda, procedano in esodo verso altre realtà industriali alla ricerca di una alternativa occupazionale “certa”. Occorre che in tempi brevi ci sia un progetto serio e di lunga prospettiva.

UNA SOLUZIONE PER TUTTI
Per la Uilm, come abbiamo già avuto modo di dichiarare in occasione dell’incontro del 1° febbraio, i processi di verifica di sostenibilità del piano industriale e della reindustrializzazione dovranno camminare di pari passo, come un binario: nessun lavoratore dovrà rimanere senza una soluzione di prospettiva certa. La Uilm continuerà a seguire con attenzione la vertenza, in tutte le sedi preposte, per costruire un “diverso” futuro industriale al sito triestino.

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