Transizione ecologica: rischi o opportunità. La tavola rotonda al Congresso della Uilm

I rischi e le opportunità del processo epocale rappresentato dalla transizione ecologica nel settore metalmeccanico. La sfida ineludibile per arrestare il cambiamento climatico e le conseguenze catastrofiche che potrebbero abbattersi sul nostro Pianeta. Trovare tutte le soluzioni possibili prima che si arrivi a un punto di non ritorno. Da queste considerazioni, basate su importanti studi scientifici a livello mondiale, si snoda la ricerca commissionata dalla Uilm nazionale a EStà, ente non profit che si occupa di economia e sostenibilità. Seguendo un approccio scientifico e comparativo, lo studio fotografa l’attuale situazione e individua i settori produttivi e di consumo che hanno le maggiori responsabilità emissive di gas climalteranti.

I RELATORI DEL DIBATTITO
La tavola rotonda prevista per il 5 ottobre dalle ore 11 alle ore 13 dal titolo “Transizione ecologica: rischi o opportunità?” sarà moderata da Angelo Mellone, vice direttore Rai Daytime, e vedrà la partecipazione di Davide Mele, Senior Vice President Corporate Affairs Stellantis Italia, Franco Bernabè, Presidente di Acciaierie d’Italia, Leonardo Becchetti, docente di Economia Politica all’Università Tor Vergata di Roma, Pierpaolo Bombardieri, Segretario generale Uil e Rocco Palombella, Segretario generale Uilm.

IL COMMENTO DI PALOMBELLA
Secondo il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella, “la transizione ecologica rappresenta una sfida storica e non rinviabile. Siamo consapevoli delle opportunità ma allo stesso tempo siamo preoccupati dalla mancanza di determinazione e consapevolezza dei Governi italiani che si sono avvicendati negli ultimi anni. La transizione ecologica non si fa dall’oggi al domani e non sarà indolore”. I fondi messi a disposizione probabilmente non saranno sufficienti e occorrerà ripensare il nostro modo di vivere, di lavorare e di produrre.
La Uilm da tempo chiede, inoltre, di aprire un dibattito serio sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. “Questa è una vera proposta di politica attiva del lavoro, che disincentiva il meccanismo dell’assistenza – conclude Palombella – e può diventare uno degli strumenti, insieme alla formazione e riqualificazione professionale, per far fronte alle inevitabili conseguenze occupazionali della transizione ecologica”.

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