Uilm Catania, parola d’ordine: accelerare

di Giuseppe Caramanna

Ormai da anni assistiamo nel nostro territorio a una desertificazione industriale accelerata dalla pandemia e che rischia di fare entrare in crisi anche aziende che oggi hanno creato occupazione in Sicilia e soprattutto a Catania. Solo per fare alcuni esempi aziende come la Leonardo di Catania occupa 108 dipendenti.

Quello di Catania è un sito multi-divisionale. Operano infatti due Divisioni:

  1. Elettronica che impiega 65% dei lavoratori
  2. Cyber che impiega 35% dei lavoratori e 12 off-load

Tra le attività che ad oggi vengono portate avanti nel sito di Catania dalle due Divisioni possiamo segnalare:

  • Divisione Cyber: i lavoratori del sito sono tra i principali esperti nei settori Big Data, Machine Learning, Business Intelligence, Hybrid Cloud Computing, IOT ed Intelligenza Artificiale. Questo sta portando alla stabilizzazione non solo dei lavoratori off-load, ma anche all’assunzione di nuove risorse aventi skills particolari necessari per portare le attività.
  • Divisione Elettronica: sono presenti a Catania attività ritenute importanti per la Divisione (Sviluppo di Sistemi Satellitari, Safety Management, INFOSEC) e che in Leonardo dovrebbero portare il sito a diventarne centro di eccellenza.

La Divisione Elettronica di Leonardo ha appena preannunciato investimenti per 300 milioni di euro annui per i prossimi cinque anni in Italia, per conquistare la leadership in Europa nel campo dell’Elettronica per la Difesa. Non si capisce però come questo possa portare benefici alle attività di Catania, visto che il sito è pure prossimo a trasferirsi in un nuovo stabilimento, di dimensioni ridotte rispetto a quello attuale. Secondo le dichiarazioni di Leonardo, l’utilizzo dello strumento dello smart working e la riduzione dei costi renderanno lo stabilimento di Catania più sostenibile e senza pregiudicarne lo svolgimento delle attività.
Tutto questo però sta creando timori e incertezze nei lavoratori di Catania, che vedono in questo ridimensionamento una spia d’allarme che si accende sul sito, perché al momento i passi fatti da Leonardo non sembrano andare nella direzione di supportare appieno le attività del sito.

ACCIAIERIE
Problemi si incominciano a vedere anche in Acciaierie di Sicilia, dove a causa del caro energia l’azienda ha sospeso alcuni turni di lavoro. Attendiamo con ansia il decreto sul caro-energia e ci auguriamo non venga ancora una volta ignorata la drammatica condizione di imprese come Acciaierie di Sicilia, che da sempre è penalizzata da un costo della bolletta elettrica, più alto a Catania e nella nostra isola rispetto ad altre aree del Paese. Ora più che mai, quindi, è maggiormente esposta al rischio di ulteriori tagli nella produzione, oltre quelli già effettuati nei giorni scorsi.

REITANO SRL NTET
Si incominciano a intravedere problemi in aziende come NTET di Belpasso e Reitano SRL. Si tratta di grandi realtà che per causa della guerra stanno entrando in sofferenza per l’aumento della materia prima.

SIRTI
In Sirti Belpasso, dove registriamo da anni il calo delle commesse, abbiamo dovuto attivare contratti di solidarietà (cds). La Uilm di Catania ha denunciato più volte anche l’uso eccessivo di aziende in subappalto che scaricano i lavoratori di lavoro utilizzando quindi percentuali più alte di cds.

STMicroelectronics
In controtendenza STMicroelectronics che continua a investire a Catania, infatti è in corso la costruzione di un FAB per la produzione del carburo di silicio, semiconduttore usato nelle macchine elettriche.
Tuttavia, al momento l’azienda ha comunicato che sono stati accettati solo i finanziamenti per una mini-linea pilota, e ulteriori investimenti dipendono dai finanziamenti europei.
Abbiamo già lanciato un grido di allarme, perché sappiamo benissimo che il mercato del semiconduttore è un mercato troppo dinamico e quindi non possiamo perdere tempo. La nostra parola d’ordine è solo una: accelerare.

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