Leonardo, Divisione Elettronica: chiudere siti non aumenta fiducia fra lavoratori

Si è riunito il 15 marzo il coordinamento dei delegati Uilm della Divisione Elettronica di Leonardo, insieme alle segreterie territoriali interessate e al Segretario generale, Rocco Palombella, per valutare quanto emerso nell’incontro avuto il giorno precedente con la direzione aziendale.
Incontro che ha segnato uno spartiacque importante e che tutti i delegati hanno contrassegnato come la fine della fase pandemica e l’inizio di un percorso di difficoltà che è stato annunciato e presentato come un piano di crescita.
“Una Operazione – ha spiegato Bruno Cantonetti, Segretario nazionale Uilm – ben preparata per essere divulgata agli organi di stampa che concentrandosi sui titoli ad effetto hanno tralasciato tutti quegli elementi che hanno fatto la storia di questo gruppo e che soprattutto ne hanno segnato la crescita e che secondo noi si riassumono nelle identità di sito”.

RISULTATI 2021
I risultati del 2021 che solo qualche giorno fa sono stati esaltati, sono frutto anche del lavoro e della dedizione di tutte quelle lavoratrici e lavoratori a cui si sta prospettando uno stravolgimento radicale delle proprie abitudini di vita.
Il piano annunciato prefigura, secondo i sindacalisti, una agonia che potrebbe durare fino a tre anni a seconda dei siti e delle attività interessate, e questo percorso non offre oggi alcuna garanzia a nessuno, neppure a quei siti che apparentemente sembrerebbero avvantaggiarsi da questa operazione. “È industrialmente inaccettabile sentirsi dire che le ragioni di questa scelta nascono dal bisogno di evitare l’andirivieni di materiali fra un sito e l’altro o che la cancellazione di un sito farà aumentare i volumi di lavoro e l’efficienza dei siti che non verranno chiusi!”, aggiunge Cantonetti.

NODO DA SCIOGLIERE
Per la Uilm il nodo da sciogliere è ancora e sempre uno: occorre discutere in modo analitico delle reali motivazioni che in un contesto di positività spingono la Leonardo a intraprendere questa strada e soprattutto è necessario discutere del piano industriale che c’è alla base di questa scelta.
Non possiamo dimenticare che il recente passato è fitto di tentativi, poi abortiti, di scorporare o dismettere attività (es ATC o Automation).
La Uilm non è mai stata contraria a discutere di merito e anche nei momenti più difficili si è mostrata pronta ad assumersi responsabilità, ma al momento non si riescono a comprendere le ragioni di questa scelta.

 

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