Doccia fredda per i lavoratori di Gianetti Ruote

Il 12 ottobre per i lavoratori di Gianetti Ruote è arrivata una doccia fredda: il tribunale di Monza ha respinto il ricorso ex art. 28 dello Statuto dei Lavoratori contro la procedura di licenziamento per la chiusura del sito brianzolo. Una doccia ghiacciata, a dirla tutta, se pensiamo alla Gkn di Campi Bisenzio dove solo pochi giorni prima i lavoratori di quello stabilimento avevano festeggiato per il motivo opposto. “Con grande rammarico e con amara sorpresa apprendiamo questa notizia”, hanno dichiarato Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, e Vittorio Sarti, segretario della Uilm di Milano. “La pronuncia giudiziaria – proseguono Ficco e Sarti – purtroppo colpisce centocinquanta lavoratori, precipitandoli nella disperazione e condannandoli a un licenziamento che noi continuiamo a reputare ingiusto.”

IL FONDO
Ma come siamo arrivati fino a qui? Nell’estate 2018 Accuride Corporation, multinazionale statunitense allora proprietaria di Gianetti, decide di sganciarsi dallo stabilimento brianzolo per poter acquisire Mefro Wheels GmbH, altra azienda produttrice di ruote in acciaio. Costretta a disfarsi della proprietà, Accuride cede la propria partecipazione in Gianetti al fondo d’investimenti tedesco Quantum Capital Partners. Il problema è che Quantum non si presenta con un piano industriale, ma con semplici linee guida che consistono in tagli in busta paga e ridimensionamenti. Secondo alcune fonti interne, la fine era prevedibile e il 5 luglio l’azienda annuncia l’avvio della procedura di licenziamento.
La mobilitazione dei lavoratori è stata immediata e il 4 ottobre scorso, in attesa della sentenza, Fim Fiom Uilm hanno indetto uno sciopero di 4 ore con manifestazione a Carpenedolo, nel bresciano, dove si trova una delle sedi della Gianetti Ruote.
La manifestazione unitaria, sotto lo slogan “Difendiamo il lavoro”, è stata indetta per chiedere il ritiro dei licenziamenti – che riguardano anche le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento di Carpenedolo, in provincia di Brescia – la reindustrializzazione del sito Ceriano Laghetto, oltre che un programma di investimenti per lo stabilimento bresciano. Purtroppo, non c’è stato nulla da fare.

STOP ATTEGGIAMENTO PREDATORIO
“Noi ci riserviamo di impugnare la sentenza, dopo averne accuratamente analizzato le motivazioni con i nostri legali. Ma di certo, in ogni sede giudiziaria o sindacale o istituzionale che sia, proseguirà la nostra battaglia per fermare l’atteggiamento predatorio di quelle imprese che si dimostrano prive di ogni responsabilità sociale”.

 

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