La Honda compie 50 anni e guarda al futuro con maggiori certezze

di Francesco Flaminio

La Honda è nata in Val di Sangro nel 1971 sotto la denominazione di IAP (Industriale Automotoagricole Production), con l’unico scopo di assemblare le moto provenienti dal Giappone per essere immesse sul mercato italiano, ed è stata la prima fabbrica a insediarsi in questo territorio.
Nel 1976 inizia la produzione assemblando componenti prodotti in Italia e in Giappone.
Nel 1981 la casa madre decide di acquisire il controllo diretto delle attività produttive e commerciali, modificando la ragione sociale e divenendo ufficialmente Honda Italia Industriale S.p.A.
Le moto più blasonate quali la XL125, la NS125 e la NS125R, prodotte nello stabilimento di Atessa dal 1985 in poi, vengono esportate su tutto il mercato europeo.

I PRIMI SCOOTER 50CC
Con la crisi del settore delle 125cc degli anni 90 la Honda di Atessa, allo scopo di riconquistare le fette di mercato perse, inizia la produzione dei primi scooter 50cc quali il Vision e il Bali, unitamente ai best sellers Dominator 650 e CB 500.
Nel 1995 iniziano le produzioni dei motori rasaerba e di altre applicazioni, concentrando l’impegno delle linee per tali prodotti nei mesi invernali, da ottobre a febbraio, precedentemente poco saturate dalle “due ruote”.
In questi anni la Honda Italia diventa una grande azienda e dal 1996 ai primi anni del 2000 l’occupazione nello stabilimento cresce fino a 1000 addetti circa, generando occupazione anche nelle aziende dell’indotto di circa 2.500 addetti. Il contratto integrativo del 2001 concertato tra azienda e parti sociali ha consentito l’occupazione stabile della maggior parte dei lavoratori.

IL RADDOPPIO
Negli anni a seguire la Honda acquisisce lo stabilimento della ACM raddoppiando la superficie industriale, allestisce una seconda linea per la produzione dei motocicli, dando vita alla prima versione della fortunata serie SH 50cc e producendo nell’anno 1998 circa 160.000 pezzi tra motocicli, maximoto e scooter.
Alla fine degli anni 90 la Honda di Atessa con il Pantheon si prepara a cavalcare il grande successo Italiano ed Europeo degli scooter targati, allestisce la sala prova emissioni e poi produce in rapida successione i 125/150cc quali SH, Dylan, Panteon, SHi (primo veicolo al mondo euro 3) e Psi, tutti equipaggiati con propulsori 4 tempi raffreddati a liquido ad iniezione elettronica.
La Honda Italia è l’unica factory in Europa che può omologare veicoli euro 5 al proprio interno ed è già pronta per i veicoli euro 5+. 

RISPETTO DELL’AMBIENTE
Nei primi anni 2000 vengono trasferiti in Italia la Hornet 600cc, la CBF500/600cc con ABS e la 4 cilindri CBF1000.
Nel 2008 si tiene a battesimo la CB 1000R ideata, sviluppata e prodotta in Italia per l’Europa. La Honda Italia festeggia 2 milioni di motocicli, 4 milioni di motori Power Equipment e ottiene la certificazione EMAS, prima azienda metalmeccanica 2 ruote ad aver ottenuto la certificazione di produzione nel rispetto dell’ambiente.
La crisi mondiale del 2008 derivante dalla crisi delle banche americane, anche se con effetto ritardato colpisce l’Italia. La stagnazione economica e la contrazione del mercato di riferimento fanno registrare un calo delle immatricolazioni pari al -34,7%. I risultati del settore denunciano una situazione drammatica, le scelte di politica economica che incidono sul potere d’acquisto delle famiglie, la sofferenza del mercato del lavoro e le manovre finanziarie intaccano i redditi e portano l’indice di fiducia al minimo storico.
Il mercato Europeo fa registrare un calo del 60% rispetto alle 170.263 moto prodotte nel 2005. Per poter sopravvivere a tale impatto nel 2011 azienda e parti sociali sottoscrivono il Patto per la Competitività.

TAGLIO OCCUPAZIONALE
Nel 2012 la Honda decide di attaccare i costi fissi attraverso una profonda reformation, rimodellando l’azienda ai nuovi quantitativi. Lo stabilimento diventa stagionale, i lavoratori a tempo indeterminato si riducono a 360 in bassa stagione, raggiungendo picchi di 700 nel periodo di alta stagione. Un taglio occupazionale importante gestito con i lavoratori grazie anche all’accordo sindacale siglato al Ministero dello Sviluppo economico, con cui si si sono trovate soluzioni mitigassero l’impatto sociale della riorganizzazione. Molti ex dipendenti Honda sono stati guidati nella creazione di aziende di servizi che a tutt’oggi forniscono Honda Italia o sono stati ricollocati nei periodi di alta stagione con contratti a termine della durata di 6/9 mesi per anno.

NUOVE SPINTE 
Grazie alle flessibilità messe in piedi nel 2014 la Honda Italia si scrolla di dosso il periodo nero con l’arrivo del modello Forza 125 e nel 2016 con i nuovi SH125/150. Viene allocata la produzione dei propulsori di SH300cc e la produzione si impenna a 80mila pezzi.
La Ciap di Bologna, controllata di Honda che produce trasmissioni a cinghia (VRT), ingranaggi per cambi di velocità e componenti per motori, si adopera per aprire uno stabilimento in Val di Sangro che si occupi di verniciatura a supporto dello stabilimento Honda Italia di Atessa.
Con l’accordo integrativo del 2016 (Patto per lo Sviluppo) si ribadisce il carattere stagionale dell’azienda, viene inserito un turno part-time per favorire l’occupazione di giovani e studenti senza esperienza e donne con necessità di lavorare a tempo parziale.

VERSO UN FUTURO CERTO 
Nel 2017 la Honda raggiunge un 1 milione di SH prodotti e nel 2018 viene siglato un altro fondamentale accordo nel quale l’azienda si impegna a mantenere i volumi produttivi e la forza lavoro nel periodo di alta stagione raggiunge i quasi 900 dipendenti. Attualmente in Honda Italia si producono principalmente scooter: la linea del Forza 125/250/350, il Modello entry level CB125 e la serie più venduta in Italia e in Europa l’SH125/150cc, arricchita dall’SH350cc. Tutti i modelli Honda Italia sono conformi alla normativa antinquinamento EURO5.
Grazie agli accordi e al sacrificio di tutti, la fiducia nei confronti dello stabilimento di Atessa è stata rinnovata assegnando un ulteriore nuovo modello che posiziona in Europa la realizzazione di un prodotto innovativo, di riferimento nella sua categoria.
A oggi i lavoratori della Honda in bassa stagione sono 600 di cui circa 400 a tempo indeterminato. L’integrativo aziendale sottoscritto a settembre 2021 sancisce un nuovo percorso che guarda al futuro con maggiori certezze. La parte economica è stata migliorata e 40 lavoratori sono stati assunti a tempo indeterminato. Sono previste ulteriori assunzioni oltre ai nuovi ingressi a tempo indeterminato che sostituiranno i pensionati.

 

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