Whirlpool: azienda conferma chiusura di Napoli

Ancora un nulla di fatto. L’ennesimo per il futuro dei 350 lavoratori del sito Whirlpool di Napoli. Dall’incontro in videoconferenza del 31 luglio, al quale hanno partecipato i Segretari generali, i Responsabili del settore elettrodomestico e rappresentanti territoriali di Fim, Fiom e Uilm, i ministri Catalfo e Patuanelli, Dirigenti di Invitalia e i rappresentanti della multinazionale, non è uscita nessuna novità concreta per il futuro dei lavoratori di Napoli.

NESSUNA DECISIONE SU NAPOLI
Durante l’incontro è stato discussa la proroga degli ammortizzatori sociali, con una diversa modalità da sito a sito. Per quanto riguarda il destino dello stabilimento napoletano la multinazionale ha confermato la sua volontà di volerlo chiudere il 31 ottobre prossimo mentre Invitalia ha presentato due proposte industriali che si riferiscono alla filiera dell’automotive e dell’aerospazio che saranno analizzate più approfonditamente nelle prossime settimane. L’unico piano in campo per le organizzazioni sindacali deve essere quello della continuità produttiva a Napoli.

SCIOPERI E MANIFESTAZIONI
Da quando è scoppiata la vertenza Napoli, dal 31 maggio 2019 con le dichiarazioni della multinazionale di voler chiudere lo stabilimento campano, i lavoratori di via Argine non hanno mai smesso di lottare e manifestare con ogni modalità e strumento a loro disposizione.
L’ultima in ordine di tempo è del 23 luglio scorso quando, insieme a tutti i colleghi dei siti italiani del Gruppo, da imprese del territorio e da Embraco, si sono ritrovati sotto la sede del consolato americano a Napoli per chiedere all’azienda di “recedere dalla decisione di chiudere il sito partenopeo, di rispettare l’accordo del 2018 e di assicurare un futuro a tutti gli stabilimenti e gli enti di ricerca e di staff italiani” come dichiarano in una nota congiunta Fim, Fiom e Uilm.
I lavoratori hanno manifestato anche contro il Governo, “incapace di difendere l’occupazione e il sistema industriale, giacché dopo le prime parole di solidarietà il Ministero dello Sviluppo economico sembra purtroppo avallare la linea aziendale” continua la nota congiunta.
Al Console Americano Patrick C. Horne le organizzazioni metalmeccaniche hanno chiesto un intervento e sensibilizzazione nei confronti della Multinazionale americana affinché ritorni sui suoi passi e ritiri l’idea folle di chiudere lo stabilimento di Napoli”.
I sindacati chiedono al Governo “norme che incentivino gli investimenti, in caso di rilancio, e penalizzino le chiusure, in caso di delocalizzazione” perché “oltre a Napoli, minacciata di chiusura, denunciamo una situazione grave più generale, a iniziare da Caserta e dalle sedi impiegatizie marchigiana e lombarda”.
A supporto della vertenza Napoli il coordinamento nazionale di Fim Fiom e Uilm ha proclamato 4 ore di sciopero e il blocco degli straordinari a tempo indeterminato.

 

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