Ex Ilva: punto di non ritorno. Il Governo ci ascolti

“Il Governo ci ascolti, ArcelorMittal non garantisce il futuro della siderurgia italiana”. È il grido di allarme che Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, indirizza da mesi al Ministro Patuanelli e all’Esecutivo, dopo il silenzio e la mancanza di qualsiasi interlocuzione dopo l’accordo “segreto” del 4 marzo scorso tra la multinazionale, il Governo e Ilva Amministrazione straordinaria.

RISCHIO TENUTA SOCIALE
Secondo Palombella la situazione ha raggiunto il “punto di non ritorno e il Governo deve prendere atto che la multinazionale non può rappresentare il futuro di questo settore”. C’è un “rischio di tenuta sociale”, sottolinea il leader Uilm, perché sono a rischio “oltre agli oltre 10mila lavoratori diretti dei siti italiani, anche quelli dell’indotto e i 1.700 in Amministrazione straordinaria, oltre al disastro ambientale per il blocco dei lavori previsti”.
“Dopo mesi di silenzio e un accordo fatto senza coinvolgere le organizzazioni sindacali – aggiunge Palombella – il Governo ci deve spiegare i termini di quell’accordo, quali sono le prospettive occupazionali dei lavoratori e perché si sono bloccati i lavori di ambientalizzazione”.

CRISI SIDERURGIA
“La situazione precedente all’epidemia era drammatica e la pandemia non può che aggravarla” commenta il Segretario dei metalmeccanici Uil. La vertenza dell’ex Ilva si inserisce in una grave crisi del settore siderurgico con “migliaia di operai che negli ultimi anni sono passati da crisi e tagli, in cassa integrazione a 900 euro al mese e con scarse prospettive davanti” spiega Palombella che chiede al Governo una “difesa degli asset strategici, altrimenti si rischia una totale dismissione. Mittal – sottolinea ancora – sta portando l’ex Ilva al punto più basso di produzione nella sua storia”.

NUOVO INCONTRO
Il 18 maggio con una lettera di richiesta di incontro, i Segretari generali di Fim, Fiom e Uilm hanno denunciato lo stato di abbandono e di totale mancanza di interlocuzione con il Governo, mentre la situazione sta diventando ogni giorno più drammatica. Il 20 maggio è arrivata la convocazione da parte del Mise di un incontro in videoconferenza per il 25 maggio alle ore 11.
Sarà l’occasione per chiedere chiarimenti sull’accordo segreto del marzo scorso, su cosa intenda fare il Governo della più importante acciaieria europea, di migliaia di lavoratori e di un settore fondamentale per il nostro Paese.
Per il 25 maggio le Segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm hanno dichiarato 4 ore di scioperi in tutti gli stabilimenti del Gruppo, con le modalità che le Rsu e le segreterie territoriali riterranno più opportune.

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